Il colonialismo classico ha sempre funzionato nello stesso modo: una nazione forte invadeva una nazione più debole, ne prendeva il controllo, e restava lì a comandare per sfruttarne le risorse economiche. Ma lasciava in loco tutti i suoi abitanti, i quali diventavano semplicemente nuovi schiavi/sudditi dell’impero.
E’ successo
così per l’India, colonizzata dagli inglesi, per il Brasile, colonizzato dai
portoghesi, per il resto dell’America Latina, colonizzata dagli spagnoli, o per
varie nazioni africane e asiatiche, colonizzate nel tempo da francesi,
portoghesi, olandesi, ecc.
Solo in tre
casi, nella storia recente, i colonialisti invasori hanno sistematicamente
rimosso la popolazione locale, prendendo fisicamente il suo posto. Gli Stati
Uniti, l’Australia e Israele.
Negli Stati
Uniti, i bianchi hanno sterminato la popolazione locale, rinchiuso nelle
riserve i sopravvissuti, e preso fisicamente il loro posto. In Australia, i
bianchi hanno sterminato la popolazione locale, rinchiuso nelle riserve i
sopravvissuti, e preso fisicamente il loro posto. In Palestina, i sionisti
hanno sterminato buona parte della popolazione locale (1948), rinchiuso in
campi di concentramento / campi profughi i sopravvissuti, e preso fisicamente il
loro posto.
Progressivamente,
dal ’48 in poi, i nomi delle città e dei villaggi arabi sono stati cambiati in
nomi ebraici, mentre l’intera terra di Palestina veniva ridenominata Israele.
Oggi restano ancora due zone da integrare, la Striscia di Gaza e la
Cisgiordania. Una volta incorporati questi territori, la terza operazione
coloniale integrale della storia moderna sarà completata.
Non si può
non notare che all’origine di queste particolari operazioni di sostituzione
etnica ci siano sempre gli inglesi. Inglesi erano i conquistatori/colonizzatori
dei futuri Stati Uniti, inglesi erano i conquistatori/colonizzatori
dell’Australia, e inglesi sono stati, fin dall’inizio, coloro che hanno
permesso e favorito in tutti i modi la conquista/colonizzazione della Palestina
da parte dei sionisti.
Fu sotto il
mandato britannico (1922) che gli inglesi implementarono leggi particolari in
Palestina, per permettere agli ebrei di acquisire con estrema facilità
territori appartenenti agli arabi. Furono gli inglesi (1929 -1936) a reprimere
con ferocia le rivolte arabe in Palestina, in modo da favorire l’espansione
territoriale dei sionisti. Furono gli inglesi (Orde Wingate) ad insegnare ai
sionisti le tecniche di guerriglia e attacco militare ai villaggi arabi. Furono
sempre gli inglesi ad insegnare ai sionisti la tecnica di distruzione
sistematica della case del palestinesi fuggiti, per impedire un loro eventuale
ritorno. Furono gli inglesi ad introdure il concetto di “punizione collettiva”
che ancora oggi (Gaza) viene usato dai sionisti contro i palestinesi. Furono
infine gli inglesi a voltare lo sguardo altrove, nel ’48, quando tutte queste
tecniche vennero messe in atto in modo sistematico dai sionisti, i quali
sterminarono ed evacuarono 700.000 palestinesi dalle loro case e dai loro
villaggi (Nakba). Poi, con le operazioni in corso, gli inglesi se ne andarono
dalla Palestina, lasciando ai sionisti il controllo militare completo di tutto
il territorio.
In tutto e
per tutto, la conquista della Palestina da parte dei sionisti fu una complessa
operazione coloniale iniziata, favorita e controllata interamente dagli
inglesi.
E’ chiaro
che dietro a queste tre operazioni di “colonialismo sostitutivo” - Stati Uniti,
Australia e Israele – ci debba essere la stessa mentalità comune di dominio e
di superiorità dell’uomo bianco sulle razze inferiori. Questa mentalità,
profondamente razzista, è stata sintetizzata al meglio da un pensiero di
Winston Churchill, espresso dopo la nascita dello stato di Israele: “Io non mi
scuso per il fatto che gli ebrei abbiano tolto il controllo della regione ai
palestinesi, così come non mi scuso per il fatto che i bianchi abbiano tolto
l’America ai pellerossa, o per aver tolto l’Australia ai neri. E’ normale che
una razza superiore domini quella inferiore.”
Con un
maestro del genere, figuriamoci se mai dovrà sentire il bisogno di scusarsi il
suo discepolo più fedele ed esemplare che la storia abbia mai prodotto,
Benjamin Netanyahu.
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