Quello che
non ti dicono ma che invece la Bce scrive
La storia
dovrebbe averci insegnato che, quando i lavoratori abbracciano le tesi del
nazionalismo e del riarmo dimenticando di migliorare le loro condizioni di vita
e di lavoro, diventano carne da macello in qualche guerra o gendarmi della
reazione contro le poteste sociali e sindacali. L’odio per la storia
e la contemporanea costruzione di una società omologata agli interessi di chi
la dirige vanno di pari passo, riarmo europeo significa maggiori risorse alla
difesa, meno spese sociali e forse anche più tasse per i salariati dopo averci
fatto credere che gli sgravi avrebbero superato la progressiva erosione del
potere di acquisto dei salari. Il militarismo è da sempre lo strumento
privilegiato anche per contrarre gli spazi di libertà e democrazia. Anche a non
volere rivolgere lo sguardo a 100 anni or sono, è sufficiente qualche
rimembranza del passato per far scattare una associazione di carattere storico
tra il novecento e i nostri giorni. L'uscita dalla crisi economica fu una
svolta autoritaria e invece di suggestionarsi sulle zone rosse bisognerebbe
guardare al pacchetto sicurezza per quello che è ossia un insieme di norme
necessaria per la repressione preventiva quando le contraddizioni emergeranno
facendo riempire le piazze. Ma ancora una volta alla analisi oggettiva della
realtà si preferisce la retorica non sapendo che questa attira ceto politico ma
non determina una presa di coscienza di massa.
Bisogna far
sentire la nostra voce partecipando alle mobilitazioni di Giugno contro il
Riarmo e farlo con parole d’ordine semplici e dirette ma il vero problema sta
proprio nella incapacità di costruire delle mobilitazioni serie e di massa
privilegiando la visibilità di singoli organizzazioni.
Un po' come
accaduto con Il pacchetto sicurezza, qui si sta a rievocare zone rosse e
terminologie di 20 anni fa senza far capire che la contrazione degli spazi di
agibilità e di libertà collettiva accompagnano la costruzione della società del
riarmo. Sul Riarmo assistiamo a fughe in avanti, pacchetti di mobilitazioni precostituite
per la visibilità di singole aree politiche e sindacali. Gli scioperi ad
indirli si fa presto ma poi quando falliscono, come in tanti casi, l'effetto
boomerang arriva su tutte le realtà conflittuali. Nulla di nuovo sotto il cielo
italico ma il Riarmo invece rappresenterebbe un autentico salto di qualità.
Proviamo
allora a sintetizzare un ragionamento su alcuni punti
·
l’aumento
delle spese militari mette a rischio la stabilità finanziaria europea, indebita
i paesi in una fase storica in cui le economie sono ferme e minacciate dai dazi
Usa, spese che presto graveranno sulle finanze costringendo ad alcuni tagli che
riguarderanno le spese sociali ossia sanità, scuola, salari e pensioni
·
Sospendono
alcune regole della Ue per favorire in una certa misura l'indebitamento ma
restano pur sempre vigenti, spostati di qualche anno magari, gli obiettivi di
riduzione del deficit e contenimento del debito, a breve per far tornare i
conti arriveranno nuove tasse (“nuove entrate”) o tagli di spesa.
·
Più cannoni
e meno burro, i tempi bui stanno tornando
·
Ricordate i
fondi del Pnrr? Dovevano servire in buona parte a progetti sociali e di
manutenzione del territorio ma poi li hanno indirizzati ad altro e oggi sperano
nelle “ricadute tecnologiche sulle industrie civili”, un po’ come quando
dicevano che la ricchezza esponenziale di pochi avrebbe portato qualche
beneficio a tutti gli altri che invece sono diventati sempre più poveri.
E
Riarmo significa privatizzazioni (pardon liberalizzazioni) ma anche il
perdurare di un sistema fiscale che non chiede ai redditi elevati un contributo
proporzionale
Per
l’aumento “necessario” delle spese militari serviranno “nuove entrate e la
ridefinizione delle priorità di bilancio” quindi nel nome del Riarmo
taglieranno le spese sociali imponendo contratti al ribasso, i nostri salari
perderanno potere di acquisto, come anche le pensioni, curarsi diventerà un
lusso.
Fermiamo la
macchina del riarmo prima che depredi le ricchezze sociali di ogni paese Ue,
questa dovrebbe essere la sola parola d'ordine comune
E visto che
anche nella sinistra radicale l'analisi delle fonti sembra essere un tabù si
rinvia a quanto scritto dalla Bce
I necessari
aumenti della spesa per la difesa potrebbero avere un impatto significativo sui
bilanci, richiedendo un maggiore margine di bilancio. Con l'evoluzione dei parametri
di sicurezza europei, alcuni governi mirano a rafforzare l'autosufficienza nel
settore della difesa. Data l'ampia gamma di spese correnti per la difesa e il
nuovo obiettivo di spesa attualmente in discussione nelle sedi europee e
internazionali, alcuni paesi potrebbero dover apportare aumenti sostanziali. La
capacità a breve termine di soddisfare tali esigenze varia notevolmente in
quanto le esigenze di rifinanziamento e i livelli di debito non sono omogenei
tra i paesi . Di conseguenza, la maggior parte dei paesi più indebitati non si
è finora impegnata ad aumentare notevolmente la spesa per la difesa. Per creare
lo spazio fiscale necessario, il "ReArm Europe Plan/Readiness 2030"
della Commissione europea[3] suggerisce
di attivare la clausola di salvaguardia nazionale del patto di stabilità e
crescita e di erogare prestiti da nuovi prestiti congiunti utilizzando lo
strumento dell'azione per la sicurezza per l'Europa (SAFE). Inoltre, il piano
suggerisce di riutilizzare parte dell'attuale bilancio dell'UE e di mobilitare
capitali privati accelerando la formazione di un'Unione del risparmio e degli
investimenti. Anche la Banca europea per gli investimenti potrebbe svolgere un
ruolo.
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