venerdì 30 maggio 2025

La vita è una bellissima avventura e un miracolo - Pepe Mujica

Pepe Mujica, il guerrigliero diventato presidente dell’Uruguay, se ne è andato, all’età di 89 anni. Tupamaro dal 1966 è stato poi per 13 anni – dal 1972 al 1985 – in carcere, per lo più un carcere duro in cui ha subito torture che ne hanno minato il fisico. Presidente del suo Paese nel quinquennio 2010-2015 è riuscito a realizzare profonde riforme sociali, a depenalizzare l’aborto, a legalizzare il matrimonio tra omosessuali e a regolarizzare la vendita della marijuana attraverso lo Stato. È stato un personaggio di primo piano del socialismo sudamericano e, soprattutto, un uomo di grande semplicità e coerenza. Non amava il potere: si rifiutò di stabilirsi nel palazzo presidenziale; si spostava su su un vecchio Maggiolino Volkswagen che guidava personalmente; viveva in maniera frugale dando il 90 per cento del suo stipendio a organizzazioni non profit e trattenendo per sé il corrispettivo di circa 800 euro al mese (più – diceva – di quanto guadagnava gran parte dei suoi connazionali); quando considerò chiusa la sua vicenda politica, nel 2020, si ritirò in una piccola casa rurale nella periferia più povera di Montevideo. «Pepe – ha scritto il regista Kusturica, che su di lui ha girato un film – «è l’ultimo eroe politico in un mondo dove i politici parlano di cose che la gente non intende». È stato un socialista anomalo, fuori dagli schemi. Il suo pragmatismo, a differenza di quello di molti socialisti del nuovo secolo, lo rendeva radicale nelle scelte, soprattutto contro il consumismo. L’orizzonte della sua vita era – come amava dire – la felicità, per tutti gli uomini e le donne. Di questa umanità e di questa concezione della vita sono testimonianza le parole che ci ha lasciato poco prima di morire, una sorta di testamento umano e politico, che pubblichiamo di seguito. (la redazione).

 

Sto morendo.
Il cancro all’esofago sta colonizzando il fegato.
Non posso fermarlo con nulla, perché?
Perché sono un uomo anziano e perché ho due malattie croniche.
Non posso permettermi trattamenti immunologici o interventi chirurgici perché il mio corpo non è in grado di affrontarli.
Quando sarà il mio turno di morire, morirò.
È così semplice come te lo dico.
Sono condannato, hermano.
Questo è quanto.
Quello che voglio fare è salutare i miei compatrioti.
È facile avere rispetto per chi la pensa come te, ma devi imparare che il fondamento della democrazia è il rispetto per chi la pensa diversamente.
Per questo motivo la prima categoria è quella dei miei compatrioti, che saluto.
Li abbraccio tutti.
In secondo luogo, saluto i miei colleghi, i miei sostenitori e tutti gli altri.
Sono più di cinque anni che non partecipo a un organismo direttivo.
La realtà sociale e politica non passa dalla mia fattoria.
Quello che vi chiedo è di lasciarmi in pace.
Non chiedetemi più interviste o altro.
Il mio ciclo è finito.
Onestamente, sto morendo.
E il guerriero ha diritto al suo riposo.
La vita è una bellissima avventura e un miracolo.
Siamo troppo concentrati sulla ricchezza e non sulla felicità.
Morirò qui.
Fuori c’è una grande sequoia.
Manuela* è sepolta lì.
Sto preparando i documenti perché possano seppellire lì anche me.
E questo è tutto.

* Manuela era il cane di Mujica che lo ha accompagnato per 22 anni della sua vita.


da qui

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