siamo a Trieste, il muro di Berlino è caduto, nel paese confinante matura una carneficina che darà i suoi frutti velenosi qualche anno dopo.
il professor Lampis si trova incastrato in una storia oscura, militari infedeli, tradimenti, furti di armi, amori che nascono e che finiscono, uno studente con qualche segreto pericoloso, le radici sarde che affondano nei ricordi.
anche questo libro di Giulio Angioni non annoia mai, pieno di colpi di scena esplosivi.
cercatelo, non ve ne pentirete.
il professor Lampis si trova incastrato in una storia oscura, militari infedeli, tradimenti, furti di armi, amori che nascono e che finiscono, uno studente con qualche segreto pericoloso, le radici sarde che affondano nei ricordi.
anche questo libro di Giulio Angioni non annoia mai, pieno di colpi di scena esplosivi.
cercatelo, non ve ne pentirete.
Se la nozione di postmoderno ha un senso
rispetto a una storia, questa raccontata da Giulio Angioni è una vicenda
pubblica e privata come il romanzo classico richiede, ma immersa in
un'ambiguità e in una complessità davvero postmoderna, per la vertigine del
cambio dopo il Muro e lo sfaldarsi di tanto altro nel cuore dell'Europa, e
degli europei, dell'ultimo decennio del millennio scorso. Azioni, parole e
sentimenti si confondono e confondono, tanto quanto i buoni e i cattivi della
storia, tanto da togliere ogni velleità di sufficiente o definitiva
comprensione. Un intrigo postmoderno che richiede lettori postmoderni,
raccontato, oltre le apparenze, ben al di fuori delle modalità previste, oltre
anche la serialità e la dodecafonia, se regge la metafora musicale, dove
nemmeno le parole riescono a lungo a stare in piedi. Con un po' di pazienza,
un'esperienza imperdibile.
In una finta struttura classica da giallo
politico-militare-spionistico, uno stinto professore universitario di
antropologia si deve confrontare con una vicenda che finisce per coinvolgerlo
interamente, tramite un suo studente ingenuo sfortunato e militare sul confine
orientale italiano, negli anni di appena dopo Muro e sfaldamento jugoslavo. Ma
alla fine, è proprio il liso professore ad averla vinta a modo suo sulla
stupidità politico-militare che di suo stavolta ha pure il non sapere più che
fare, dopo il tanto daffare della guerra fredda sulla Soglia di Gorizia. Libro
ottimo, e io gli dò il massimo, anche per simpatia per un autore che merita più
lettori e anche se forse è per palati forti. Ma anche per tutti, credo. Spero
di scoprirlo attraverso i pareri di altri lettori qui su anobii.
Il professor Giulio Angioni in questo giallo
insolito stavolta ha messo in scena un professore, che deve capire che cos'è
succeso a un suo studente finito in coma all'ospedale. Solo che lo studente è
anche un ufficiale dell’esercito italiano. In più siamo a Trieste, sul Carso, sulla
Soglia di Gorizia, ai confini orientali d’Italia subito dopo la caduta del Muro
di Berlino, con tutto quello che gli cade insieme. Per esempio la Jugoslavia,
lì a due passi, che diventa subito un grande mattatoio. E non è che la nostra
Italia lassù sui confini di nuovo in subbuglio non ne risenta. Ne risentono
tutti, e tutti devono fare i conti con molte novità del tutto inaspettate.
Intanto, che cos'è successo allo studente militare del professor Lampis? E a
lui stesso, e alla sua assistente Florianic, e ai buoni e ai cattivi che spesso
si scambiano le parti? Il ritmo è incalzante dall'inizio a una fine che al
lettore lascia il cerino in mano. Da leggere!
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