In questi giorni è in discussione in Senato il CETA
(Comprehensive Economic and Trade Agreement), l’accordo commerciale ed
economico fra il Canada e la UE. Se sarà approvato sarà un’altra vittoria del
trionfante mercato globale. Infatti il CETA è uno dei sette trattati
internazionali di libero scambio che sono: TTIP, TPP, TISA, NAFTA, ALCA e
CAFTA. Sono le sette teste dell’Idra. Il profeta dell’Apocalisse aveva
descritto il grande mercato che era l’Impero Romano come una Bestia dalle sette
teste. E il profeta aggiungeva che “una delle sue teste sembrò colpita a morte,
ma la sua piaga mortale fu guarita” (Ap. 13,3). Così oggi alcune teste della Bestia sembrano colpite a morte, perché Trump si
è scagliato contro il TTIP (Accordo commerciale tra USA e UE), contro il TPP
(Accordo commerciale tra USA e nove paesi del Pacifico) e il NAFTA (Accordo
commerciale fra USA, Canada e Messico).
Sembravano colpite a
morte, ma ora vengono riproposte sotto nuove forme, soprattutto il TTIP. La
‘Bestia’ infatti, nelle sue varie teste, sembra che stia lì lì per morire, ma
riprende subito vita. Non dobbiamo quindi mai allentare l’attenzione su questi
Accordi che sono il cuore pulsante del grande mercato globale. Soprattutto in
questo momento dobbiamo stare molto attenti al CETA. Da anni è in atto una forte campagna in Europa contro il CETA, con forti
pressioni sul Parlamento europeo. Ma nonostante tutto questo, il 30 ottobre
2016 la UE ha firmato il Trattato e il 15 febbraio 2017 anche il Parlamento
Europeo lo ha ratificato con 408 voti favorevoli e
254 contrari. Ma ci resta ancora una
speranza: il Trattato deve essere approvato da tutti i Parlamenti dei 27 Stati. La
resistenza nei parlamenti francesi e spagnoli è forte. Ora il testo del
Trattato è in discussione nel nostro Senato, dove è stata incardinato l’8
giugno scorso. Dobbiamo tutti mobilitarci perché questo Accordo non venga
approvato. Il 5 luglio, al mattino, ci sarà un sit-in davanti al Senato e al
pomeriggio una manifestazione indetta dalla Coldiretti davanti al Parlamento.
Per noi questo
trattato è “un gigantesco regalo alle multinazionali e un’ulteriore limitazione
al ruolo e alle competenze di governi ed enti locali ai danni dei diritti e
delle tutele di milioni di cittadini e consumatori”. Così lo definisce la deputata europea Eleonora
Forenza. Infatti il CETA non prevede solo un’abolizione della quasi totalità
dei dazi doganali (già molto bassi) , ma soprattutto l’eliminazione di gran
parte delle “barriere non tariffarie”, ovvero norme tecniche standard e criteri
di conformità dei diversi prodotti di cui gli Stati si dotano per proteggere la
salute, l’ambiente, i consumatori e i lavoratori. “Chi
ha a cuore il futuro dell’agricoltura di piccola scala e della produzione
alimentare di qualità – scrive Carlo Petrini – non può che sperare che
l’Accordo venga rigettato. Ancora
una volta siamo di fronte a una misura volta a promuovere, sostenere, difendere
e affermare esclusivamente gli interessi della grande industria a scapito dei
cittadini e dei piccoli produttori”. Il
CETA è un attacco al diritto al lavoro, agli standard ambientali, alla difesa
dei beni comuni e dei servizi pubblici. In questo trattato vi sono clausole che
impediscono la ripubblicizzazione dei servizi idrici e dei trasporti.
Per queste ragioni
chiediamo ai senatori di bocciare l’Accordo. Invece
Pierferdinando Casini, presidente della Commissione Esteri del Senato, sta
premendo perché si arrivi al più presto al voto. Le Commissioni Difesa e Affari
Costituzionali hanno dato il loro ok. Ora tocca
a noi premere sui senatori e senatrici dei nostri territori, scrivendo lettere,
inviando e-mail. Ma in questo momento abbiamo bisogno della voce forte dei nostri vescovi
italiani. Per questo mi appello ai
nostri vescovi, alla CEI perché si esprimano sul CETA. Non
possono continuare a rimanere in silenzio su un Trattato che rafforzerà la
tirannia dei mercati e delle multinazionali a scapito dei cittadini soprattutto
i più deboli. Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium attacca con forza
“l’autonomia assoluta dei mercati e la speculazione finanziaria” perché “negano
il diritto di controllo degli Stati, incaricati di vigilare per la tutela del
bene comune. Si instaura una nuova tirannia invisibile, a volte virtuale, che
impone in modo unilaterale e implacabile le sue leggi e le sue regole”(56). E’
questo lo scopo dei Trattati di libero scambio, fra cui il CETA. Se verrà
approvato, il CETA aprirà le porte al TTIP che è di nuovo riproposto dagli USA
e poi al TISA (Accordo sul commercio dei servizi) che stanno segretamente
preparando. Quest’ultimo Accordo è il più pericoloso, perché porterà alla
privatizzazione dei servizi pubblici, dall’acqua alla sanità, dalla scuola al
welfare.
E poi tocca
a noi, laici e credenti, unirci insieme, fare rete per dire NO all’Idra dalle
sette teste e un SÌ a
un mondo più equo, più solidale, più sicuro per tutti.
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