sabato 17 giugno 2017

La bellezza di venire al mondo - Paolo Mottana


Leggo che la ministra Valeria Fedeli intende appioppare un altro mese di scuola agli studenti. Nel periodo estivo. Su pressione di molti genitori.
Stop.
Molti genitori decidono di fare figli. Chi per caso chi per scelta, del tipo: voglio avere un figlio.
Stop.
So che ci hanno provato altri colleghi e predecessori della Fedeli a prolungare il periodo di internamento nelle patrie prigioni della Pubblica Istruzione.
Stop.
Ho letto che recentemente hanno deciso la vaccinazione di massa anche per chi non la vuole. E che vogliono esaminare più spesso anche i figli di chi ai propri figli gli esami non li vuole far fare.
Stop.
Per un momento penso, ora vado a letto e dormo per un altro anno. Magari tra un anno quei genitori, la ministra Fedeli e quegli altri dei vaccini e degli esami sono stati sottoposti al lavaggio del cervello.
Stop.
Poi però penso. Non finiranno mai, quelli così, a meno di un miracolo. Per ora quindi mi accontento di dormire solo un altro paio d’ore, sperando che il mondo dei miei sogni sia più abitabile di quello che trovo quando sono sveglio. Ma in verità nei miei sogni finisco per incontrare di nuovo gli stessi che incontro qui, che non mi danno ascolto. Sono in trappola.
Stop.
Allora mi incazzo.
E chiedo: ma porco di quel (omissis), ma perché mai – parlo ai genitori – avete messo al mondo dei figli? Ma avevate visto cosa c’era in palio per loro? Avevate visto che dopo pochissimo sarebbero stati internati, sottoposti a restrizioni del tempo, dello spazio, della libertà, del diritto di fare qualcosa che avesse un senso per “loro” e non per una società idiota che destina tutti ad una vita senza senso? Vi siete accorti che i vostri figli avrebbero dovuto passare la massima parte del loro tempo agli ordini di adulti che gli avrebbero imposto quotidianamente condizioni che solo una caserma potrebbe giustificare ( e in tempo di guerra), che le loro pulsioni, i loro desideri, e il loro diritto ad essere trattati come esseri umani a pieno titolo (cioè dotati non solo dell’istinto del servo ma anche di quello della fantasia, del piacere, della vitalità, della creatività, dell’immaginazione, dell’arte, della partecipazione, del silenzio e del chiasso, del dire di no e del dire di sì, del gioco, della condivisione, del dono e della restituzione, della bellezza, del riposo, del nutrimento non forzato ecc. ecc.), avrebbero contato come il due di briscola?
E ora, non paghi di averli consegnati alla barbarie quotidiana dei compiti e del disciplinamento forzato – visto che proprio non avete tempo per loro, che vi intralciano a tal punto che non vedete che il momento di sbarazzarvene e rifilarli a qualcuno in cui riporre la massima fiducia che la meraviglia del loro essere in formazione sia custodito e accudito nel migliore e più amorevole dei modi – eccovi di nuovo pronti a scrivere alla ministra per trovare il modo di tenerceli ancora un po’, i vostri figli, nelle sue simpatiche prigioni. Certo, magari non parcheggiati, come di fatto voi li volete (perché che altro fate se non parcheggiarli?), ma magari sottoposti a nuovi processi di disciplinamento, a nuove sevizie culturali (in virtù delle quali, come è noto, siamo diventati uno dei paesi più colti e amanti la cultura al mondo).
Permettetemi (e perdonate una briciola di livore): ma perché cazzo li avete messi al mondo?
Stop!
Certo, avrete tutte le buone ragioni che hanno quelli che ahinoi, prima di fare certi passi non proprio banali, di pensiero non ce ne mettono neanche una briciola, nonostante abbiano fatto tanta scuola e abbiano tanta cultura e sensibilità e comprensione e amore per il prossimo.
Mi limiterò quindi all’applauso sarcastico.
A quegli altri, quelli dei vaccini, quelli che abbiamo eletto per governarci,vorrei chiedere: ma che idea avete del vostro popolo, dico quello che, con tutta evidenza, non avete più neppure la vaga giustificazione a governare? Ma perché mai questi soggetti adulti, in gran parte definiti “maturi” da una commissione scolastica, dunque pienamente capaci di intendere e di volere, perché mai devono essere infantilizzati proprio quando si tratta della salute dei loro figli? Perché non possono scegliere loro? Almeno questo sarebbe un riconoscimento che non pensate che si sia tutti dei perfetti imbecilli (e ammetto che, dopo aver letto della domanda dei genitori di trattenere a scuola i loro pargoli anche d’estate, qualche dubbio è sorto anche a me ma poi, vedendo che la ministra, come i suoi augusti predecessori, non vedeva l’ora di blindare per un altro po’ le nuove generazioni nell’eden delle loro scuole, ho dovuto ahimé ricredermi: gli – omissis – stanno da entrambe le parti).
(omissis)
(omissis)
Da un lato tuttavia è bello che cadano le maschere, che finalmente si arrivi al sodo. Tutta quella retorica davvero obbrobriosa, fatta di parole ormai inservibili, come libertà, diritti, democrazia, tutela della persona, rispetto per le diversità, ecc. ecc., in fondo abbiamo sempre saputo che erano, da chi detiene il potere (non da chi ha lottato e magari è morto per esse), usate come carta igienica o pillole contro l’alitosi.
E d’altra parte.
Noi, rubricati come adulti, non abbiamo neppure noi il diritto di curarci come vogliamo, di morire come vogliamo, di stare insieme come vogliamo pienamente tutelati nei nostri diritti di soggetti, figuriamoci se i “minori” – i cuccioli che ci ostiniamo a mettere al mondo sperando che godano di una vita migliore della nostra della quale però ci preoccupiamo solo quando qualcuno se ne vuole occupare davvero per il loro bene, non quando sono messi nelle mani di istituzioni totali e dei loro custodi caotici e disorientati -, quei piccolini tanto adorati e posti sopra un piedistallo prima di infilarli nel tunnel senza uscita di una vita espropriata, alienata e infine sfruttata senza alcuna remora, potrebbero forse davvero essere titolari di diritti personali?
Consoliamoci: almeno per sei mesi vengono tenuti in palmo di mano. Dopo, devono evidentemente espiare il peccato originale. Immagino sia per quello che vengono messi così presto in prigione. Qualcuna anche carina, coi giocattoli, i sorrisi e Patch Adams. Ma è per poco. Dopo arriva LA SQUALA.
Tocca imboccare la via del sacrificio, perché si è peccato, si è molto peccato, figuriamoci, si è avuta l’impudenza di venire al mondo!
Stop!

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