A vent’anni non si può negare a nessuno
la libertà di scegliere per il proprio futuro. Difficile spiegare ai giovani
che il diritto al sogno gli è stato sottratto e che le grandi praterie dove
costruire i propri percorsi di vita sono scomparse. E’ paradossale che il
libero arbitrio come libertà individuale di pensiero, di azione e di scelta sia
a discrezione altrui.
Questo è ciò che sta succedendo
nell’università ed in particolare nella facoltà di Medicina. In quest’era buia
è possibile ipotecare il futuro di un giovane aspirante medico nel tempo di un
quiz. Non è questo il metodo migliore per selezionare le capacità, i meriti e
le attitudini di chi ambisce. I test per l’accesso a Medicina e Chirurgia sono
discriminazioni e non selezioni, che rientrano nel complesso progetto della
privatizzazione del sistema sanitario pubblico.
Con i test per l’ammissione alla
“graduatoria nazionale” gli studenti sardi rischiano di essere schiacciati
numericamente da quelli delle altre regioni. I pochi sardi che superano i test,
possono essere destinati ad altre facoltà italiane ed eccezionalmente possono
sostenere i costi di un mantenimento agli studi fuori dall’Isola.
Il fenomeno della migrazione
universitaria, dovuta all’esistenza di una “graduatoria nazionale” aumenterà i
dislivelli tra gli atenei del nord e quelli del sud. Un grande capitale umano
del sud andrà ad accrescere il prestigio di atenei d’èlite come Milano, Pavia,
Padova, Bologna.
In Sardegna non si formerà più una classe
medica propria. Che un sistema sanitario pubblico necessiti di più medici si
rileva dalla mancanza della staffetta generazionale nella Medicina di Base. In
5 anni 45mila medici di famiglia in Italia andranno in pensione e 14 milioni di
cittadini resteranno senza medico. In Sardegna la stima minima per l’anno in
corso va oltre i 200. Con la Legge 264/99 sul numero chiuso non sono stati
formati medici in numero equo per un sistema pubblico.
Per i tagli alle borse di studio
numerosi laureati in medicina non possono accedere ai percorsi post-laurea. Non
viene messo a bando un numero adeguato di posti nelle scuole di
specializzazione che non riescono a soddisfare la richiesta sociale di
assistenza medica specializzata.
Se la Sanità torna ad essere un diritto
di casta e l’Università non più un ascensore sociale, necessitano meno medici e
si risparmia sulla formazione ancor più importando professionisti dall’estero a
costi concorrenziali ed irrisori. Il governo di oggi e quelli di ieri sono
accomunati da una visione neoliberista della Sanità per cui tutto deve essere
monetizzato.
Su come privatizzare i sistemi sanitari
pubblici ci pensarono gli anglosassoni sotto Thatcher. Basta allungare le liste
d’attesa, imporre ticket sempre più elevati, esasperare i cittadini inducendo
chi può pagare a rivolgersi ai servizi privati e chi non può ad affidarsi alla
sorte. Era questa la formula della Thatcher oggi più che mai di attualità.
Che i sardi debbano affidarsi alla sorte
lo dicono i tristi primati sulla mortalità e sulla riduzione dell’aspettativa
di vita in questi ultimi anni. Come tutti quelli che hanno governato a Roma e
in Via Roma, anche il “governo del cambiamento”, nella migliore tradizione
coloniale, sta ratificando e decretando la morte e l’estinzione dei nostri ospedali,
dei nostri medici, delle nostre eccellenze scientifiche. Chiudono importanti
scuole di Specializzazione, si declassano e si abbandonano le nostre
Università.
Quando alla povertà economica si
aggiunge quella culturale e scientifica si condanna a morte un popolo. Ma ci
vogliono intelligenze politiche e culturali anche per comprendere questi
processi.
da qui
il numero chiuso è un imbroglio.
da molti anni il numero dei medici e delle infermiere necessario alla sanità pubblica è di molto superiore agli ammessi, col numero chiuso, alla facoltà di Medicina e a quella di Scienze infermieristiche.
il numero chiuso è lo strumento con il quale si ammazza la sanità pubblica (tranne i posti di primario, strano, ma vero), quando i nostri medici andranno in pensione nessuno li sostituirà, e tutti a dire che la sanità pubblica non funziona, quando starai male andrai dal medico privato, a pagamento, e verrai ricoverato in un ospedale del Qatar.
alla maggior parte di noi hanno ripetuto il mantra che il numero chiuso è giusto ed efficiente (forse per i business di chi fa i corsi per fare quiz).
è solo la scure nelle mani del boia, ma pochi si rendono conto.
quel ceppo di legno affianco a noi sembra sia per altri, per chi non merita, per chi non potrà pagare, per i colpevoli.
il numero chiuso è un imbroglio.
da molti anni il numero dei medici e delle infermiere necessario alla sanità pubblica è di molto superiore agli ammessi, col numero chiuso, alla facoltà di Medicina e a quella di Scienze infermieristiche.
il numero chiuso è lo strumento con il quale si ammazza la sanità pubblica (tranne i posti di primario, strano, ma vero), quando i nostri medici andranno in pensione nessuno li sostituirà, e tutti a dire che la sanità pubblica non funziona, quando starai male andrai dal medico privato, a pagamento, e verrai ricoverato in un ospedale del Qatar.
alla maggior parte di noi hanno ripetuto il mantra che il numero chiuso è giusto ed efficiente (forse per i business di chi fa i corsi per fare quiz).
è solo la scure nelle mani del boia, ma pochi si rendono conto.
quel ceppo di legno affianco a noi sembra sia per altri, per chi non merita, per chi non potrà pagare, per i colpevoli.
ecco una petizione di Claudia Zuncheddu per l’abrogazione della Legge 264 del 2 agosto 1999, per l'abolizione del numero chiuso:
RispondiEliminahttps://www.change.org/p/petizione-al-ministro-della-salute-per-abrogazione-della-l-264-99-sui-test-di-accesso-alle-facolta-di-medicina-e-chirurgia?signed=true