Gli indipendentisti sono terroristi? - Francesco Casula
La stampa, ieri 15 settembre, ha dato
questa notizia: ”In Sardegna sono scattate delle perquisizioni nei confronti di
un foreign fighter italiano e di altri due soggetti, sempre italiani, tutti
residenti in Sardegna, nell’ambito di un’indagine dell’Antiterrorismo della
Polizia e della Digos di Nuoro sulle attività di combattimento all’estero.
Il foreign fighter è Pierluigi Caria e
ha combattuto con le milizie curde: nei suoi confronti è scattato anche il
sequestro preventivo del passaporto in quanto dalle indagini, coordinate dalla
Dda di Cagliari, è emerso che l’uomo stava per ripartire per l’Iraq per poi
raggiungere la Siria”.
A Caria indipendentista e sardo (e non
italiano, preciso io), viene contestato il 270 bis, l’associazione con finalità
di terrorismo. La notizia ha dell’incredibile: siamo di fronte a un
capovolgimento brutale della realtà: viene sospettato di terrorismo chi, con un
atto di altruismo e generosità il terrorismo dell’ISIS, è andato a combatterlo,
a fianco dei Kurdi.
Nel manifestare la piena vicinanza e
solidarietà a Caria, voglio riportare, pressoché integralmente il Comunicato di
Sardigna Natzione, – che condivido in toto – a firma del suo segretario
Bustianu Cumpostu: “Pier Luigi Caria foreign fighter in Kurdistan ? SNI non
ha elementi per confermarlo e non ci interessa neanche cercarli prima di
manifestare la ferma solidarietà all’indipendentista Luiseddu Caria, figlio del
compianto Angelo Caria, fondatore di Sardigna Natzione. Non ci interessa
cercare verifiche in merito, perché riteniamo che per un indipendentista sardo
sia normale appoggiare qualunque lotta di liberazione nazionale dei popoli
oppressi come riteniamo legittimo che ogni indipendentista scelga la forma con
la quale espletare tale dovere.
SNI è comunque solidale con Luiseddu Caria, siamo certi della sua buona fede, della sua onestà politica, della sua capacità di valutare le proprie scelte, della sua generosità, del suo impegno nella lotta per la libertà e per i diritti dei popoli e degli individui. Non ci sono dunque nè SE e nè MA, siamo a fianco di Luiseddu e lo sosterremo in tutto quello che sarà necessario perché non solo sia liberato da qualsiasi restrizione ma gli sia riconosciuto il merito per il suo alto impegno per la libertà e per la difesa dei diritti primari, dei popoli e delle persone. Anche nella guerra di Spagna la Sardegna era l’unica nazione senza stato con una propria brigata in difesa della democrazia, nulla di strano, anzi un onore, se nella guerra per la liberazione nazionale del Kurdistan ci fosse un novello Dino Giacobbe”.
SNI è comunque solidale con Luiseddu Caria, siamo certi della sua buona fede, della sua onestà politica, della sua capacità di valutare le proprie scelte, della sua generosità, del suo impegno nella lotta per la libertà e per i diritti dei popoli e degli individui. Non ci sono dunque nè SE e nè MA, siamo a fianco di Luiseddu e lo sosterremo in tutto quello che sarà necessario perché non solo sia liberato da qualsiasi restrizione ma gli sia riconosciuto il merito per il suo alto impegno per la libertà e per la difesa dei diritti primari, dei popoli e delle persone. Anche nella guerra di Spagna la Sardegna era l’unica nazione senza stato con una propria brigata in difesa della democrazia, nulla di strano, anzi un onore, se nella guerra per la liberazione nazionale del Kurdistan ci fosse un novello Dino Giacobbe”.
Ciò premesso, mi domando: non saremmo di
fronte al deja vu, ovvero alla vieta e trita equazione: Indipendentista
=terrorista? Conosciamo infatti e non da oggi l’accusa di terrorismo rivolta,
agli Indipendentisti sardi nel passato, anche recente. Rammento la farsa del
“complotto separatista” del 1981. Una farsa però con risvolti drammatici per
chi – come Bainzu Piliu e Oreste Pili, tanto per ricordare due miei amici –
patirono, innocenti, la tragedia immane del carcere, insieme a Doddore Meloni,
ahimè, “ucciso dallo Stato”, l’anno scorso.
Ricordo ancora che alla fine degli anni
’80, il nuovo gerarca dell’Italia, Ciriaco De Mita, etichettò come
“mezzoterroristi” i Sardisti. E più recentemente, nel 2006 l’Operazione
“Arcadia” con l’arresto di Bruno Bellomonte, un dirigente del Movimento
indipendentista “A Manca” e altri 10 indipendentisti. Bellomonte, dopo circa
due mesi di carcere fu rimesso in libertà, in quanto nel periodo incriminato si
trovava all’estero, e quindi era estraneo ai fatti contestatigli.
Ma fu di nuovo arrestato nel 2009 e
sconterà ben 29 mesi di carcerazione preventiva. Sarà assolto dall’accusa di
terrorismo dalla prima Corte d’Assise di Roma perché “il fatto non sussiste”.
Il Pubblico Ministero aveva addirittura chiesto 10 anni e 7 mesi di reclusione.
Bene. Oggi la repressione statale colpisce nuovamente un indipendentista.
Lungi da me teorie complottiste. Ma è
possibile che carsicamente, venga rivolta al Movimento indipendentista. senza
uno straccio di prova, l’accusa infamante di terrorismo? Non sanno o, meglio,
fanno finta di non sapere, evidentemente, che chi, come gli Indipendentisti
sardi, si batte per la liberazione della Sardegna dall’oppressione coloniale e
statale e dunque chi combatte per cambiare lo stato delle cose presenti,
considera il terrorismo un nemico, di qui il rifiuto netto e inequivocabile
della violenza: per una pluralità di motivi.
Il terrorismo, – tale è stato quello
italiano – disumano e crudele nella sua barbara ferocia, con l’assimilazione di
tratti tipici dello Stato (la violenza, il disprezzo della vita), espropria la
gente delle decisioni e delle lotte. Vorrebbe sostituirsi a queste per
combattere in una guerra privata lo Stato e le sue articolazioni o i suoi simboli.
Non capendo che la lotta per bande, magari uguali e contrapposte, è la
negazione di una battaglia civile contro lo Stato, centralista e colonialista.
Il terrorismo anzi, lungi dal colpire lo
Stato, lo rafforza, e ne giustifica e ne sollecita la repressione e le campagne
d’ordine, magari attraverso leggi speciali e liberticide: e non sto parlando di
ipotesi ma di una realtà storica che abbiamo già vissuto alla fine degli anni
‘70. Quando uno poteva essere fermato, interrogato, intercettato, non per il sospetto
di un reato ma, come sostenne allora un brillante e insigne giurista, il Prof.
Luigi Ferraioli dell’Università di Camerino, per il “reato di sospetto” E c’è
di più: come e più dello Stato, il terrorismo cerca di liquidare ogni dissenso
e ogni opposizione democratica, pacifica, non violenta, di massa: esso infatti
con la sua logica di distruzione semina paura, panico, disorientamento,
tensione. Spingendo alla passività, alla rinuncia, alla delega, alla
privatizzazione della politica.
Il movimento indipendentista,
nazionalista e sardista non vuole indossare alcun elmetto: perché l’elmetto è
fuori e contro la cultura e la civiltà sarda, pacifica e pacifista. L’elmetto e
le armi, gli eserciti e i terroristi – che non a caso giocano la loro partita
sul terreno militare – appartengono alla civiltà dell’ordigno e della morte.
Appartengono alla civiltà urbana e
metropolitana, non a caso si chiamavano «Br-guerriglia metropolitana». Duncas,
andade-bo-che a su corru de sa furca e limbas malas apazis, terroristas de
cale-si-siat ispessia e zenia! E Istadu italianu, lassa-nos in paghe!
Questa mattina in Sardegna sono scattate perquisizioni nei confronti
di un foreign fighter nuorese e di altri due sospetti,
tutti residenti in Sardegna – tra Cagliari e Nuoro- nell’ambito di
un’indagine dell’Antiterrorismo della Polizia e della Digos di Nuoro sulle
attività di combattimento all’estero. Il nuorese Pierluigi Caria (noto Luisi Caria e
Luiseddu), 33 anni, che ha combattuto con le milizie curde è considerato
il foreign fighter. Nei suoi confronti è scattato il sequestro preventivo del passaporto in quanto
dalle indagini, coordinate dalla Dda di Cagliari, è emerso che l’uomo stava per
ripartire per l’Iraq per poi raggiungere la Siria. Si tratta dell’unico
provvedimento preso nei sui confronti insieme al divieto di espatrio. Non vi
sarebbe nessuna fattispecie di cellula eversiva e viene solo ipotizzato ma non
ancora contestato il reato di partecipazione ad organizzazione terroristica.
Una delle altre perquisizioni è stata effettuata nei confronti del
presidente dell’Asce (Associazione Sarda Contro l’Emarginazione), Antonello Pabis. Lo fanno sapere in una nota i
portavoce del movimento indipendentista ‘Caminera Noa’ parlando di Pabis
come di un “sostenitore” della loro formazione politica.
Il riconoscimento dalla foto con la bandiera
dei 4 mori. Le indagini nei confronti dei tre sono
partite dalla diffusione in rete di una foto in cui si vedono due miliziani, in
tuta mimetica e con il volto travisato, uno armato di kalashnikov l’altro con
il pugno sinistro alzato, dietro a due bandiere. Una della Bretagna
antifascista l’altra con il simbolo dei quattro mori della Sardegna. I due
militanti sono stati identificati e sono il bretone Olivier Francois Jean Le Clainche (conosciuto
col nome di battaglia Kendal Breizh), morto in combattimento il 18 febbraio
scorso e, appunto, Caria. Quest’ultimo era già stato in Siria e Iraq per
combattere con le Ypg, le Unità di protezione del Popolo curde, e
l’International Freedom Battalion, la brigata composta da militanti stranieri
che affianca i curdi nella lotta all’Isis. Entrambe le sigle sono vicine al
Partito dei lavoratori del Kurdistan, il PKK – ritenuto dalla Turchia e anche
dalla Ue un’organizzazione terroristica ma da sempre in prima linea contro
l’Isis. A Caria viene contestato il 270 bis, l’associazione con finalità di
terrorismo.
Le indagini e le perquisizioni su due
cagliaritani. Le altre perquisizioni riguardano due
giovani (uno è Antonello Pabis) che potrebbero essere collegati alla rete
dei foreign fighter (soprattutto nello scenario Siria-Iraq). La prima
perquisizione è scattata alle 6, seguita da un altro intervento in un altro
appartamento. Ora le indagini e i controlli si sono allargate a tutta l’isola,
e riguarderebbero le persone che negli ultimi mesi sono state in contatto con
Caria, considerato una figura centrale. Un’operazione estesa – al di là dei due
casi cagliaritani – anche a diversi paesi della Sardegna.
La solidarietà su Facebook, dagli
indipendentisti e dal Manifesto sardo. Sul profilo
Facebook del giovane Caria attivista indipendentista, figlio di Angelo Caria (fondatore di Sardigna Natzione)
dal momento della diffusione della notizia si sono diffusi numerosi messaggi di
solidarietà. Alcuni in sardo lo definiscono “patriotu sardu” e fanno
riferimento alla sua lotta in supporto dei curdi. E molti chiedono: “Ma i
terroristi non erano quelli dell’Isis?”. Anche la redazione de Il Manifesto sardo esprime vicinanza a Caria e
attacca il modo in cui è stata diffusa la notizia. Così si legge in un post,
sempre sui social: “Come redazione de Il manifesto sardo sappiamo riconoscere
chi difende l’umanità dalla barbarie attraverso la solidarietà internazionale e
non abbiamo nessuna intenzione di delegare la ricerca della verità e della
giustizia ai comunicati stampa delle questure”. Il riferimento è alla militanza
di Caria contro l’Isis, organizzazione terrorista di matrice islamica. Ancora
più dure le parole di Liberu,
Lìberos Rispetados Uguales che diffonde attraverso Pier Franco Devias una nota di solidarietà
incondizionata al “compagno indipendentista” (leggi qui). Stessa
posizione per Sardigna Natzione che, attraverso le parole del leader Bustianu Cumpostu non ha dubbi sulla
posizione di Caria: “Foreign fighter in Kurdistan? Non ci interessa
cercare verifiche sull’ipotesi, perché riteniamo che per un indipendentista
sardo sia normale appoggiare qualunque lotta di liberazione nazionale dei
popoli oppressi come riteniamo legittimo che ogni indipendentista scelga la
forma con la quale espletare tale dovere”. Da qui solidarietà a vicinanza a
Luiseddu Caria, figlio del compianto Angelo,
cresciuto in una famiglia di fede indipendentista (anche i suo fratelli Ines e
Efis sono attivisti). “Siamo certi della sua buona fede, della sua onestà
politica, della sua capacità di valutare le proprie scelte, della sua
generosità, del suo impegno nella lotta per la libertà e per i diritti dei
popoli e degli individui – aggiunge -. Non ci sono dunque né se e né ma, siamo
a fianco di Luiseddu e lo sosterremo in tutto quello che sarà necessario perché
non solo sia liberato da qualsiasi restrizione ma gli sia riconosciuto il
merito per il suo alto impegno per la libertà e per la difesa dei diritti primari,
dei popoli e delle persone”.
da
qui
C’è anche il nome di Antonello Pabis, 72 anni, cagliaritano, attivista
molto noto in Sardegna per il suo impegno per i diritti umani e presidente
dell’Asce Sardegna (associazione contro l’emarginazione), tra i nomi delle
persone coinvolte nell’indagine dell’Antiterrorismo della Polizia e della Digos
di Nuoro sulle attività di combattimento all’estero. Ieri mattina le forze
dell’ordine avevano perquisito la casa di Pierluigi
‘Luisi’ Caria, indipendentista e figlio di Angelo, fondatore di Sardigna
Natzione. Nella stessa mattina è stata perquisita anche la casa di
Pabis, a Selargius, ed è scattato il sequestro del suo telefono cellulare.
Nei confronti di Caria e di
Pabis, per ora, non è stato notificato nessun atto di accusa. La Polizia è ancora alla
ricerca di prove nell’ambito di un’inchiesta sui combattimenti di italiani
all’estero in forze al Ypg, le Unità di protezione del popolo curdo. Il Ypg è legato al partito Pkk,
considerato da Turchia, Stati Uniti e Unione Europea un’organizzazione
terroristica nonostante dal 2014 i militanti di Ypg stiano combattono in Siria
l’avanzata dell’Isis e siano riusciti a fermare i terroristi dello Stato
islamico nella loro avanzata in Siria.
Da ieri sono tantissimi i
movimenti, le associazioni, i gruppi e gli esponenti politici che hanno
manifestato solidarietà a Luisi Caria e Antonello Pabis: tra tutti Il Manifesto sardo,
Liberu, Bustianu Cumpostu.
Tra le ultime note, quella del Cagliari Social Forum, che
ricorda l’attività dei combattenti curdi nella lotta all’Isis: “Organi di
informazione ci fanno sapere che un ‘indipendentista sardo’ è stato fermato,
perquisito e gli è stata negata la possibilità di recarsi oltre i confini
nazionali. Nell’ambito della stessa operazione è stata perquisita l’abitazione
di un nostro caro compagno, Antonello Pabis, di cui conosciamo l’impegno e la
dedizione che ha prodigato e continua a prodigare nei confronti dei soggetti
più deboli quale presidente dell’Asce e l’impegno che dimostra per la causa
kurda. Non sappiamo se le motivazioni che vengono rivolte verso
‘l’indipendentista sardo’ siano veritiere o meno, non sappiamo cioè se
corrisponde al vero che egli abbia combattuto a fianco delle brigate Ypg, una
cosa balza, comunque, agli occhi: qualora egli lo abbia fatto non potrebbe
essere additato come ‘Foreign fighter’ visto che questo termine viene usato per
indicare i mercenari che si recano in Siria (e non solo) per combattere a
fianco dei terroristi dell’Isis. Il compagno in questione, invece, ha scelto di
stare dalla parte di chi l’Isis lo combatte, e combatte per la liberazione dei
popoli. Pensiamo che questa operazione, e la sua tempistica, non siano frutto
del caso ma rispondano ad una precisa logica: tenere buoni rapporti con la
Turchia e Erdogan, per il quale, non dimentichiamo il Pkk continua ad essere
una ‘associazione terroristica’ e che in virtù di leggi antiterrorismo fatte ad
hoc continua a tenere in carcere migliaia di persone oltre che il leader
riconosciuto del Popolo kurdo Ocalan e l’Arabia Saudita e il Qatar sponsor e
finanziatori, nemmeno tanto occulti, dell’esercito Isis. Dimostrando noi la
nostra solidarietà ai compagni, chiediamo che l’agenda dei pubblici ministeri
non venga dettata da ‘difensori dell’ordine pubblico’ alla Erdogan, che
l’Italia tolga dalla lista nera del terrorismo il Pkk, che si adoperi per la
liberazione del leader Ocalan e di tutti i prigionieri politici in Turchia. Che
si attui un serio embargo, militare, politico, commerciale, culturale nei
confronti di nazioni che finanziano, armano e sostengono organizzazioni
terroristiche come l’Isis, Turchia, Qatar ed Arabia Saudita in testa. Chiediamo
– conclude la nota di Cagliari Social Forum – che l’attenzione della stampa si
rivolga con correttezza e puntualità anche alle operazioni repressive che la
magistratura e le forze dell’ordine attuano, ingiustamente, da molti anni nei
confronti delle compagne e dei compagni che si impegnano sul campo
dell’antimilitarismo, della difesa delle minoranze e dei popoli oppressi,
contro il fascismo dilagante anche istituzionale e non si limitino alla
diffusione di notizie farraginose e confusionarie prodotte in altri luoghi”.
Sconcerto sull’inchiesta e le
perquisizioni verso Luisi Caria e Antonello Pabis anche dalla rete
antimilitarista A Foras:
“Rimaniamo quanto meno basiti nell’apprendere di un’azione antiterroristica
eseguita nei confronti di chi quel terrore, arrivato sino in Europa, si presume
lo abbia combattuto sul campo al costo della propria vita. Se aggiungiamo che
la Turchia è nota finanziatrice delle bande di jihadisti tutt’ora presenti in
Siria e che parallelamente stringe solidi rapporti economici e politici con
l’Italia e l’Unione Europea (soprattutto per quanto riguarda i migranti) allora
il quadro ci sembra molto più chiaro. Per questo portiamo solidarietà a tutti
gli indagati ed in particolare a due di essi impegnati con A Foras nella lotta
contro l’occupazione militare della Sardegna, un’occupazione per mano dello
stato italiano che negozia con i veri terroristi”.
Solidarietà anche dal
movimento Caminera Noa:
“Non ci interessa verificare la veridicità delle accuse mosse dalle veline
diramate dalle questure perché riteniamo legittima la lotta ai fanatici
fascisti di Daesh che dal 2012 hanno insanguinato il nord della Siria,
condannando migliaia di persone alla fuga e alla disperazione, distruggendo le
loro case e strappandole alle loro terre. Sono stati proprio i curdi dell’Ypg,
perdendo centinaia se non migliaia di uomini e donne, ad aver contribuito più
di tutti alla disfatta dell’Isis in Siria. Riteniamo dunque che l’accusa di
terrorismo vada non solo respinta con sdegno e preoccupazione in quanto del
tutto infondata ma che rappresenti l’ennesima operazione repressiva nei
confronti di chi da sempre si batte per affermare il diritto alla libertà, alla
democrazia e all’indipendenza del Kurdistan.Non ci sorprende affatto che simili
accuse vengano fatte alla vigilia delle elezioni regionali poiché è chiaro
l’intento di inquinare il dibattito politico e nascondere ai sardi la natura
dei loro problemi, a cominciare dall’occupazione militare, dalle devastazioni
ambientali e dalla produzione e il traffico d’armi che interessa l’isola e che
vede da sempre contrapposti coloro che si battono nelle file del movimento per
l’emancipazione nazionale e sociale del popolo sardo. Caminera Noa ribadisce
quindi il suo sostegno e la sua vicinanza ai combattenti per la libertà e la
democrazia che, con estrema generosità e anche a rischio della propria vita, si
sono battuti contro i terroristi dell’Isis ed ogni forma di fascismo e
fanatismo, condannando con forza la natura intimidatoria delle perquisizioni
che hanno colpito in queste ore oltre che Luisi Caria, il presidente dell’Asce
e sostenitore di Caminera Noa”.
Nella mattinata di domenica
arriva anche la solidarietà di Claudia Zuncheddu, di Sardigna Libera. “Gli
indipendentisti sardi non possono essere, ancora una volta, criminalizzati con
l’alibi di ‘presunto terrorismo internazionale’ solo perché lottano per la
giustizia e la libertà dei popoli oppressi e contro i terroristi dell’Isis in
Medio Oriente. Sardigna Libera esprime la propria solidarietà a Luigi Caria e
ad Antonello Pabis, perseguiti ingiustamente da azioni poliziesche tendenti a
creare confusione ed intimidazione nella scena politica sarda. Con l’accusa di
“partecipazione a organizzazioni internazionali terroriste” si vorrebbe mettere
sullo stesso piano chi lotta in Kurdistan contro l’Isis alla stessa stregua dei
reali terroristi dell’Isis. E’ come dire che le truppe americane, che hanno
appoggiato le organizzazioni del popolo Kurdo sostenendole contro il
terrorismo jihadista dell’Isis, siano anch’essi terroristi. Non vorremo
che questi “interventi pasticciati” da parte degli organismi dello Stato, siano
frutto del clima sociale e politico che si sta creando volutamente in Italia. Il
Ministro dell’Interno Salvini, leader del cosiddetto “governo del cambiamento”
Lega-M5S, ha promosso una feroce campagna razzista e xenofoba contro tutti i
diversi, dai migranti agli occupanti di case per necessità, giustificando tutto
con l’alibi della Sicurezza. Gli avvenimenti di razzismo e di fascismo di
questi ultimi tempi, hanno generato un clima di odio razziale e di violenza
tanto che gli stessi organismi dell’ONU hanno messo sotto osservazione la
situazione antidemocratica creatasi in Italia. L’antifascismo che è alla base
della Costituzione italiana, a cui i governi si dovrebbero attenere, è stato il
principio della lotta contro la dittatura fascista e nazista che privava della
libertà ed opprimeva con la violenza armata il popolo dell’Italia, della
Sardegna e di tutta l’Europa”.
Dalla sigla indipendentista Liberu (Lìberos Rispetados Uguales) arriva
piena solidarietà a Pierluigi Caria, il giovane nuorese al centro di
un’inchiesta per terrorismo internazionale considerato un foreign
fighter. Oggi è scattato il sequestro
preventivo del passaporto e alcune perquisizioni tra Cagliari e Nuoro su altri
due sospetti (indagini della Polizia e della Digos di Nuoro, coordinate dalla
Dda di Cagliari). Così si legge in una nota diffusa su Facebook: “Liberu
esprime sdegno e preoccupazione per l’ennesima azione repressiva della polizia
politica italiana a danno di indipendentisti e di antimperialisti. Nello
specifico, come si apprende da fonti giornalistiche, un indipendentista sardo,
Pierluigi Caria, sarebbe stato accusato assieme ad altre due persone di aver
sostenuto i combattenti curdi dell’YPG”. Liberu
contesta la ricostruzione della Polizia e della Digos di Nuoro che segue
l’inchiesta con il coordinamento della Dda di Cagliari: “Ma in Sardegna si
conoscono bene i sommari metodi investigativi della polizia politica e
l’abitudine di spacciare le ipotesi per “prove”, per cui innanzitutto dubitiamo
fortemente della stessa fondatezza dell’accusa ed esprimiamo sconcerto per
l’imputazione di “terrorismo” che viene mossa. Noi crediamo che sia assurdo
accusare una persona, chiunque essa sia, di “terrorismo” per l’ipotesi che
abbia potuto aiutare i curdi che a migliaia hanno perso la vita combattendo
contro i terroristi dell’Isis”. Da qui addirittura, secondo il partito “lo
sconfinamento nell’assurdo”. In chiusura: “A questo punto pare di capire che la
repressione politica sposti l’asse dalla consueta pratica dell’illazione, a
quella dell’assurdo: si accusano di terrorismo i nemici dei terroristi, si
colpisce chi colpisce i terroristi”.
L’opinione
di Claudia Zuncheddu
Gli indipendentisti sardi non possono essere, ancora una volta,
criminalizzati con l’alibi di “presunto terrorismo internazionale” solo perché
lottano per la giustizia e la libertà dei popoli oppressi e contro i terroristi
dell’Isis in Medio Oriente.
Sardigna Libera esprime la propria solidarietà a Luigi
Caria e ad Antonello Pabis, perseguiti ingiustamente da azioni poliziesche
tendenti a creare confusione ed intimidazione nella scena politica sarda.
Con l’accusa di “partecipazione a organizzazioni
internazionali terroriste” si vorrebbe mettere sullo stesso piano chi lotta in
Kurdistan contro l’Isis alla stessa stregua dei reali terroristi dell’Isis.
E’ come dire che le truppe americane, che hanno
appoggiato le organizzazioni del popolo Kurdo sostenendole contro il terrorismo
jihadista dell’isis, siano anch’essi terroristi.
Non vorremo che questi “interventi pasticciati” da parte
degli organismi dello Stato, siano frutto del clima sociale e politico che si
sta creando volutamente in Italia.
Il Ministro dell’Interno Salvini, leader del cosiddetto
“governo del cambiamento” Lega-M5S, ha promosso una feroce campagna razzista e
xenofoba contro tutti i diversi, dai migranti agli occupanti di case per
necessità, giustificando tutto con l’alibi della Sicurezza.
Gli avvenimenti di razzismo e di fascismo di questi
ultimi tempi, hanno generato un clima di odio razziale e di violenza tanto che
gli stessi organismi dell’ONU hanno messo sotto osservazione la situazione
antidemocratica creatasi in Italia.
L’antifascismo che è alla base della Costituzione
italiana, a cui i governi si dovrebbero attenere, è stato il principio della
lotta contro la dittatura fascista e nazista che privava della libertà ed
opprimeva con la violenza armata il popolo dell’Italia, della Sardegna e di
tutta l’Europa.
Il movimento indipendentista Sardigna Libera,
notoriamente antifascista, pacifista, antirazzista ed internazionalista,
ribadendo la propria solidarietà a Luigi Caria e ad Antonello Pabis, esprime
preoccupazione per il clima di repressione che si vuole adottare forzatamente
contro ogni forma pacifica di dissenso.
Non vorremo che in prossimità delle elezioni Regionali,
ancora una volta, si creassero provocazioni contro i movimenti indipendentisti
ed identitari sardi, che non sono né agli ordini, né allineati con i blocchi
vecchi e nuovi dei partiti italiani.
Devo dire che anche a me questa notizia e quelle che di seguito hai riportato, mi hanno lasciato molto perplesso per non dire altro...
RispondiEliminabisogna stare attenti e informati, non solo in Danimarca c'è del marcio...
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