lunedì 4 marzo 2019

Palestinesi in preghiera colpiti con proiettili di acciaio rivestiti di gomma e lacrimogeni.



International Solidarity Movement, Al-Khalil team | Ramallah,  Palestina occupata
Nel 2018, i coloni hanno invaso la terra in cima alla montagna al-Risan, che si affaccia sui tre villaggi Ras Karkar, Kafr Ni’ma e Kharbatha Bani Harith. Da allora i palestinesi del posto si sono radunati in una valle sotto la montagna ogni venerdì per protestare in modo non violento contro il furto della loro terra, cercando ogni settimana di superare le forze di occupazione che ora impediscono loro di accedervi.
All’inizio di oggi gli ISMers hanno partecipato alla protesta settimanale. Siamo arrivati nella valle a mezzogiorno dove si riuniva un gruppo di circa 40 persone del luogo. La polizia di frontiera era di stanza sulla collina di fronte a noi. Mentre i manifestanti hanno cercato di stendere un grande tappeto di plastica per pregare, sono stati bersagliati con gas lacrimogeni. Hanno provato a posare il tappeto in diverse posizioni, ma sono stati colpiti ancora e ancora.
La polizia di frontiera si oppone ai palestinesi durante le preghiere pomeridiane
Alla fine la polizia di frontiera è scesa dalla montagna per parlare con l’Imam; dopo un breve dialogo, la polizia è intervenuta mentre i palestinesi pregavano. Una volta terminate le preghiere, la polizia di frontiera si è ritirata di nuovo sulla montagna, e poco dopo ha ricominciato a bombardare con i gas lacrimogeni. Hanno anche sparato proiettili di acciaio rivestiti di gomma, colpendo almeno un palestinese.
Alcuni dei giovani dimostranti hanno brandito le fionde, proprio come David ha fatto contro Goliath nella Valle di Elah, non lontano da qui. Le loro pietre si avvicinavano alla linea difensiva delle forze di occupazione, mentre alcuni riuscivano a rilanciare lacrimogeni contro la polizia di frontiera.
La polizia di frontiera ha continuato a sparare gas lacrimogeni anche quando i manifestanti si sono ritirati, spingendoci di nuovo verso i nostri veicoli. Hanno continuato a sparare, alla fine costringendoci a lasciare il sito in auto. I manifestanti hanno dovuto essere cauti oggi perché non c’erano ambulanze sul posto e nelle settimane precedenti era successo di avere feriti gravi.

ISRAELE DOVREBBE ESSERE GIUDICATO PER L’UCCISIONE ILLEGALE DI MANIFESTANTI A GAZA


video proiettato durante le sedute della Commissione ONU

La Reuter [agenzia di stampa britannica, ndt.] ha informato che giovedì membri di una commissione d’inchiesta ONU hanno affermato che lo scorso anno a Gaza le forze di sicurezza israeliane potrebbero aver commesso crimini di guerra e contro l’umanità per l’uccisione di 189 palestinesi e il ferimento di più di altri 6.100 durante le proteste settimanali.
La commissione indipendente ha affermato di aver avuto informazioni confidenziali su coloro che ritiene essere responsabili di queste uccisioni illegali, compresi cecchini e comandanti dell’esercito israeliano. Ha chiesto ad Israele di incriminarli.
“Quando hanno sparato le forze di sicurezza israeliane hanno ucciso e menomato manifestanti palestinesi che non rappresentavano una minaccia immediata di morte o di gravi ferite ad altri, né stavano partecipando direttamente agli scontri,” si afferma, aggiungendo che le proteste sono state “di carattere civile”.
Le vittime includono minori, giornalisti e una persona amputata ad entrambe le gambe che era su una sedia a rotelle.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha respinto il rapporto ed ha accusato il Consiglio ONU per i Diritti Umani, che ha promosso l’inchiesta, di ipocrisia e di menzogne alimentate da “un odio ossessivo verso Israele.”
Israele ha affermato di aver aperto il fuoco per difendere il confine da incursioni e attacchi da parte di miliziani armati.
Il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha affermato che i risultati dell’indagine confermano che “Israele ha commesso crimini di guerra contro il nostro popolo a Gaza e in Cisgiordania, compresa Gerusalemme.”
In un comunicato ha detto che la Corte Penale Internazionale dovrebbe agire immediatamente e aprire un’inchiesta in merito.
Le proteste sul confine tra Israele e la Striscia di Gaza sono iniziate nel marzo dello scorso anno, con i gazawi che chiedevano che Israele alleggerisse il blocco dell’enclave e il riconoscimento del loro diritto al ritorno alle terre da cui le loro famiglie fuggirono o che vennero obbligate a lasciare quando Israele venne fondato nel 1948.
La commissione ha scoperto che 183 dei 189 manifestanti sono stati uccisi con proiettili veri. Ha espresso una grande preoccupazione per le regole d’ingaggio segrete stilate dai dirigenti civili e militari israeliani che “a quanto pare consentono di sparare proiettili veri contro dimostranti come ultima risorsa… e di sparare alle gambe dei ‘principali agitatori’.”
Sostiene che il concetto israeliano di ‘principali agitatori’ non esiste nelle leggi internazionali.
Dice che circa 122 feriti, tra cui 20 minori, hanno avuto un arto amputato.
La commissione afferma che nessun soldato israeliano è stato ucciso durante le proteste, tranne uno durante un giorno di manifestazioni ma non in un luogo in cui stavano avvenendo proteste, mentre quattro sono stati feriti.
Una portavoce militare israeliana lo ha contestato, sostenendo che il soldato sia stato colpito a morte durante disordini nelle vicinanze che erano “stati provocati per attirare soldati e poterli attaccare.”
Il rapporto, che riguarda il periodo dal 30 marzo al 31 dicembre 2018, si basa su centinaia di interviste con vittime e testimoni, così come su reperti medici, video, riprese da droni e fotografie.
Il rapporto dice che il 14 maggio le forze israeliane hanno ucciso 60 dimostranti, il più alto numero di vittime in un solo giorno a Gaza dall’attacco militare del 2014 [l’operazione “Margine Protettivo”, ndt.].
In un comunicato Amnesty International ha affermato: “I responsabili da questi crimini deprecabili non devono rimanere impuniti. I risultati di questo rapporto devono portare a fare giustizia per le vittime di crimini di guerra.”

Corte Penale Internazionale
I membri della commissione d’indagine dicono che l’alta commissaria ONU per i diritti umani Michelle Bachelet dovrebbe condividere i risultati con la CPI.
Israele non fa parte della CPI né ne riconosce la giurisdizione, ma la corte con sede all’Aia nel 2015 ha aperto un’indagine preliminare riguardo alle denunce di violazioni dei diritti umani da parte di Israele sul territorio palestinese.
La Striscia di Gaza, l’enclave costiera controllata dal gruppo islamista Hamas, ospita 2 milioni di palestinesi. Nel 2005 Israele ritirò le sue truppe e i suoi coloni da Gaza, ma conserva un rigido controllo sui suoi confini terrestri e marittimi. Anche l’Egitto limita il movimento dentro e fuori Gaza.
Il presidente della commissione Santiago Cantón, un giurista argentino, ha detto: “Alcune di queste violazioni possono rappresentare crimini di guerra o contro l’umanità e devono essere immediatamente indagate da Israele.”
Durante una conferenza stampa ha affermato: “La nostra inchiesta ha scoperto che i manifestanti erano nella stragrande maggioranza disarmati, anche se non sempre pacifici.”
Trentacinque minori, due giornalisti e tre paramedici “chiaramente individuabili” sono stati tra le vittime delle forze israeliane, in violazione delle leggi umanitarie internazionali, afferma il rapporto.
Sara Hossain, membro della commissione e avvocatessa presso la Corte Suprema del Bangladesh, ha sostenuto: “Stiamo affermando che hanno sparato intenzionalmente a minori. Hanno sparato intenzionalmente a persone disabili, hanno sparato intenzionalmente a giornalisti.” E ha aggiunto: “Abbiamo scoperto che una persona con entrambe le gambe amputate è stata colpita ed uccisa mentre era seduta sulla sua sedia a rotelle. In due giorni diversi due persone visibilmente con le stampelle sono state colpite alla testa. Sono state uccise.”
Israele afferma che le sue forze sono state a volte vittime di attacchi da armi da fuoco o granate durante le proteste.
Betty Murungi, che ha fatto parte della commissione, ha anche detto che le autorità di Gaza dovrebbero interrompere l’uso di aquiloni e palloni incendiari, congegni che hanno distrutto coltivazioni israeliane.
Il funzionario di Hamas Ismail Rudwan ha detto alla Reuter a Gaza: “La richiesta della commissione ONU di mettere sotto processo i dirigenti dell’occupazione israeliana è una prova che le forze di occupazione hanno commesso crimini contro l’umanità nella Striscia di Gaza.”
Nell’ultimo decennio Israele e Hamas hanno combattuto tre guerre.
(traduzione di Amedeo Rossi)

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