Nel giugno 2017, tre
attivisti del movimento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS)
interruppero il discorso di una funzionaria israeliana, ospitata dalla
Deutsch-Israelische Gesellschaft (Società tedesco-israeliana) presso
l’Università Humboldt di Berlino, Germania, il cui titolo era : “La vita in
Israele – Terrore, pregiudizi e opportunità di pace”. Aliza Lavie, membro della
Knesset per il partito centrista Yesh Atid e presidentessa della Knesset Caucus
per la Lotta Contro la Delegittimazione dello Stato di Israele, fu membro della
coalizione del governo israeliano durante l’attacco del 2014 contro la Striscia
di Gaza assediata, l’”Operazione Protective Edge “, nella quale furono uccisi
2.220 Palestinesi. Con Lavie c’era Dvora Weinstein, una sopravvissuta
all’Olocausto.
Per aver interrotto
una rappresentante dello Stato di Israele e aver denunciato la sua
responsabilità per crimini di guerra e crimini contro l’umanità, i “Tre di
Humboldt”, Ronnie Barkan, Stavit Sinai e Majed Abusalama, due Israeliani e un
Palestinese di Gaza – sono stati accusati di “invasione di proprietà privata” e
di aggressione in risposta alle accuse degli organizzatori dell’evento.
Inoltre, i media israeliani e tedeschi hanno etichettato la loro protesta come
un attacco antisemita contro una sopravvissuta all’Olocausto.
Nel corso della
storia, i governi israeliani hanno sfruttato una dinamica di violenza e di
disuguaglianza, rafforzata dalla propaganda, per promuovere una classe dirigente
sionista a spese del popolo autoctono palestinese.
Israele ha
perseguitato gli Ebrei e i non Ebrei antisionisti fin dal suo inizio, e ancor
prima della fondazione dello Stato. Oggigiorno, i sostenitori ebrei e non ebrei
del movimento BDS vengono abitualmente infamati, accusati di antisemitismo e
persino espulsi.
Le azioni legali
contro i “Tre di Humboldt” inizieranno oggi, 4 marzo 2019. Tramite video chat
ed email Truthout ha parlato con gli attivisti del loro attivismo e del
movimento BDS, dei piani per il processo e dell’importanza del processo
stesso in un contesto sia tedesco che globale.
Yoav Litvin: Siete
colpevoli dei crimini di cui siete stati accusati?
I “Tre di Humboldt” :
Piuttosto che preoccuparci della difesa contro le false accuse lanciate contro
di noi, ci stiamo concentrando sul nostro obbligo legale e morale di opporci ai
crimini israeliani contro l’umanità. Per quanto riguarda le accuse, non avremmo
potuto commettere il reato di “invasione di proprietà privata” in quanto si
trattava di un evento pubblico, e certamente non abbiamo aggredito nessuno.
Stavit è stato l’unico ad essere stato aggredito durante l’evento (è stata
presa a pugni da qualcuno tra il pubblico). Tuttavia, la sua denuncia non è mai
stata presa sul serio dagli organizzatori.
La nostra libertà di
parola è tutelata dall’articolo 5 (libertà di espressione, arti e scienze)
della Legge Fondamentale della Repubblica Federale di Germania e dall’articolo
19 del Patto Internazionale delle Nazioni Unite sui diritti civili e politici.
Questo processo è solo
un tentativo di intimidire noi e gli altri attivisti dal portare avanti questo
tipo di protesta in futuro, e qui in Germania fa parte di uno schema
preoccupante.
Questo tipo di
processo è comune in Germania? Cosa sperate di ottenere?
In Germania gli
attivisti sono regolarmente accusati di piccoli crimini, accuse che poi spesso
vengono lasciate cadere. Questo favorisce la paura di impegnarsi nell’attivismo
politico, specialmente tra le persone di colore e i rifugiati che subiscono
un’oppressione sistemica e vivono in situazioni precarie.
Nel nostro caso,
intendiamo sfruttare il nostro relativo privilegio e portare in giudizio il
sionista Israele e il suo alleato e collaboratore tedesco nel nome di coloro che
non possono farlo. Intendiamo argomentare che la nostra protesta non è solo
legale, ma un obbligo morale contro i crimini in corso in Israele.
Israele è uno Stato
criminale? Se sì, potete delineare il vostro ragionamento?
Il progetto sionista
in Palestina è un progetto di suprematismo bianco, un progetto colonialista a
favore dei coloni, che usa e abusa del Giudaismo per giustificare la sua
sinistra e profondamente razzista agenda di supremazia ed esclusività etnica
attraverso la continua espansione e l’apartheid.
Il crimine
dell’apartheid, definito come un crimine contro l’umanità, è una questione
legale delineata da definizioni rigorose. Studiosi di spicco hanno dimostrato
come Israele mantenga un sistema di apartheid in tutto il territorio sotto il suo
controllo e anche oltre, in quanto questo sistema viene applicato a ogni
singolo rifugiato palestinese che vive in esilio forzato. Nel 2017, Virginia
Tilley e Richard Falk sono stati coautori di un rapporto delle Nazioni Unite
sull’argomento.
Ci sono circa 14
milioni di persone sotto il dominio israeliano e 6 milioni di rifugiati
palestinesi che vivono in esilio forzato. Solo un terzo di questi stakeholder
(circa 7 milioni di persone) – coloro che appartengono all’etnia privilegiata
– gode di diritti sotto il regime israeliano in Palestina (nota anche
come Israele), mentre i due terzi che appartengono all’”altra”
etnia sono o apolidi o privi dei loro diritti più elementari. Tra i circa
12 milioni di Palestinesi sparsi in tutto il mondo, tutti vittime delle
politiche di apartheid israeliane, 6 milioni sono rifugiati privi di
nazionalità e di status; 4 milioni vivono sotto un brutale regime militare a Gaza
e in Cisgiordania; e 2 milioni vivono soggiogati come cittadini di seconda
classe.
Mentre Israele
pretende di essere una democrazia, ha di fatto stabilito un sofisticato sistema
a due livelli, che distingue tra “cittadinanza” e “nazionalità” (ebraica,
araba, drusa, circassa e molte altre) dei suoi sudditi. Israele consente a
tutti i suoi cittadini di partecipare al suo gioco elettorale
pseudo-democratico, mentre nega legalmente una lunga lista di diritti a quelli
delle “altre” nazionalità. Come tale, un Ebreo tedesco che vive a Berlino che
non ha mai visitato Israele ha più diritti lì, per legge, di un cittadino
israeliano ad Haifa, la cui famiglia palestinese vive lì da generazioni.
Potreste
delineare il dibattito che in Germania riguarda Israele e l’importanza
del vostro processo nel contesto politico tedesco?
La Germania è un’arena
cruciale nella lotta per l’uguaglianza in Palestina-Israele. Qualsiasi
cambiamento di consapevolezza che riusciremo a determinare nel contesto
tedesco attraverso il dibattito, avrà ripercussioni in tutto il mondo. I
funzionari israeliani lo sanno motivo per cui, dietro un’enorme pressione
da parte del governo israeliano, le autorità tedesche stanno incrementando la
lotta contro gli attivisti BDS per criminalizzare tale attività.
La Germania
costituisce anche il cuore del potere economico e militare dell’Europa ed è un
attore principale nelle istituzioni dell’UE. Sfidando il suo sostegno
incondizionato al progetto coloniale sionista, intacchiamo la facciata
umanitaria / liberale della Germania, affrontando anche il suo sordido passato
di colonialismo, fascismo e genocidio. La Germania deve riconoscere i suoi
crimini di genocidio durante l’era nazista e in Namibia, uno dei suoi
progetti coloniali, e applicare gli stessi standard alla sua attuale complicità
con i crimini israeliani contro l’umanità.
Affermiamo che Israele
è uno stato suprematista, ingiusto e discriminatorio che dovrebbe essere
denunciato come tale. Eppure tutti i politici tedeschi, da sinistra a destra,
giustificano e sostengono le politiche israeliane. La Germania ha
adottato questo approccio dopo la seconda guerra mondiale come mezzo per
superare la sua storia nazista e antisemita, anche se ha accuratamente evitato
di occuparsi delle basi della società che hanno dato alla luce e promosso
la sua evoluzione nel fascismo. Oggi con l’ascesa di partiti fascisti di destra
come Alternative for Deutschland (AfD) , le conseguenze di questa mancanza sono
chiare.
In prima linea nella
campagna per criminalizzare gli attivisti BDS e coloro che si oppongono ai
crimini sionisti è la “Rosa Luxemburg Stiftung” – l’ala PR del partito Die
Linke – che, affermando di sostenere la pace e la giustizia, attacca i
difensori dei diritti umani e abusa della memoria stessa di Rosa Luxemburg .
In Germania, proprio
come nell’Israele dell’apartheid, le stesse organizzazioni che sostengono
di promuovere la pace e la giustizia sono ironicamente quelle che guidano
l’assalto ai diritti umani ogni volta che si tratta di Israele.
In una dichiarazione
del giugno 2011, Die Linke si riferisce al BDS e ai sostenitori della piena uguaglianza
in uno Stato unico definendoli antisemiti. Questa affermazione ha gettato
le basi del tentativo di criminalizzazione del BDS che stiamo vivendo oggi, con
lo sconcerto di un gruppo di Israeliani dissidenti. Nel maggio del 2018 Die
Linke ha ulteriormente intensificato il suo attacco ai diritti dei Palestinesi
emettendo con diversi altri partiti una dichiarazione congiunta nella quale nuovamente
si equiparava il BDS all’antisemitismo.
L’affermazione di Die
Linke, secondo la quale la nostra richiesta di uguali diritti tra lo stato
attuale di “ubermenschen” e “untermenschen” sotto il dominio sionista sia da
considerare in qualche modo “antisemita”, può essere intesa in un modo solo:
sarebbe l’equivalente del considerare la richiesta di uguaglianza tra Ebrei e
popolo ariano sotto il regime nazista come in qualche modo “anti-tedesco”.
Questo è il livello di razzismo e protezionismo del radicato razzismo e
suprematismo evidenziato dalla cosiddetta sinistra tedesca.
Come Richard Falk ha
eloquentemente affermato nel corso di un recente evento che abbiamo tenuto
insieme:
“Mi sembra importante
che vi presentiate come impegnati a favore del patriottismo tedesco, in un
certo senso. Affermare che state liberando la Germania dal suo passato oscuro,
perché è davvero così. Dipende veramente dal fatto che se vuoi liberarti
dell’antisemitismo, devi iniziare a prendere sul serio i crimini ovunque si
presentino. E non puoi decidere quali criminali scegliere in base alla tua
storia”.
Alcuni media hanno
tentato di screditarvi accusandovi di antisemitismo. Qual è lo scopo di tale
accusa e come intendete affrontarla?
Oggigiorno, l’accusa
di antisemitismo è usata come arma politica per mettere a tacere chiunque
critichi la politica criminale di Israele, e ancor più contro i dissidenti che
si oppongono al regime sionista nel suo insieme. Questa tendenza è guidata
dall’apparato israeliano di propaganda Hasbara, che insiste a confondere
erroneamente Ebraismo e Sionismo – un errore che è di per sé antisemita. Questa
fusione, tra una religione e un’ideologia razzista ispirata al nazionalismo
europeo del XIX secolo, è alimentata per proteggere Israele da critiche
giustificate e per frammentare chi si oppone alla sua politica.
La campagna di
diffamazione che noi stessi abbiamo sperimentato ad opera dei media israeliani
e tedeschi, così come dal membro della Knesset Lavie, è il risultato della
nostra audacia nell’opporci al razzismo istituzionale e all’apartheid. Il
nostro caso denuncia la complicità della Germania con la criminalità
israeliana. In particolare, entrambi i membri della Knesset, Yair Lapid e
Lavie, hanno cercato di influenzare la politica tedesca nel vietare le attività
di Hezbollah e del Fronte Popolare Per la Liberazione della Palestina (PFLP)
nel tentativo di associare tali attività all’attivismo BDS nel Paese. Inoltre,
un rapporto dell’intelligence di Berlino ha definito il movimento BDS
“antisemita” e ha indicato la nostra protesta come un esempio dello stesso. In
un recente rapporto del Ministero Israeliano degli Affari Strategici, gli
attivisti del BDS sono stati etichettati come “terroristi in giacca e
cravatta”. Si tratta di sviluppi estremamente pericolosi, antidemocratici e
intrinsecamente razzisti volti a proteggere e promuovere la continua
oppressione dei Palestinesi da parte del governo israeliano.
A differenza dei
rappresentanti dell’apartheid contro i quale abbiamo protestato all’Università
di Humboldt, noi abbiamo una posizione intransigente contro tutti i tipi di
supremazia e di razzismo,inclusa l’idea nazista di “Herrenvolk” e di Sionismo.
È oltraggioso
etichettarci come “antisemiti”, poiché due di noi sono discendenti di Ebrei
sopravvissuti all’Olocausto nazista. Intendiamo continuare a parlare della
nostra verità ed esercitare i nostri diritti in base al diritto tedesco e
internazionale.
Delineate alcuni
successi del movimento BDS in Germania. Come vedete il vostro futuro?
Il boicottaggio di
Israele da parte dei consumatori ha avuto un impatto significativo sulla
attuale complicità delle principali società multinazionali, come Veolia, G4S e
Airbnb. Ma è la campagna palestinese per il boicottaggio accademico e
culturale di Israele (PACBI) che ha segnato le vittorie più importanti sulla
scena mondiale.
A causa delle
pressioni degli attivisti del PACBI, il Meteor Music Festival nell’Israele
dell’apartheid ha visto annullato il suo evento principale con Lana Del Rey,
così come oltre 15 altri concerti. Nove artisti hanno annullato la loro
partecipazione al Pop-Kultur Festival 2017 a Berlino, esclusivamente per la
sponsorizzazione dell’ambasciata israeliana. Queste vittorie nelle pubbliche
relazioni, insieme alla nostra azione all’Università di Humboldt, hanno fatto
arrabbiare le autorità israeliane / sioniste fino al punto di minacciare
diversi importanti politici tedeschi. Con una dichiarazione oltraggiosa, il
“Simon Wiesenthal Center” ha minacciato di includere il sindaco di Berlino,
Michael Müller, nel loro elenco di 10 peggiori casi di attività anti-israeliana
e antisemita del 2017 per non aver fatto abbastanza contro il BDS. Questo
intervento ha portato il sindaco a “impegnarsi per fermare il supporto
finanziario e logistico municipale per il movimento BDS”, oltre a sostenere il
caso contro di noi.
Queste accuse
infondate sono segnali positivi, in quanto significano che il BDS sta
funzionando e che è una reale minaccia per l’ingiusto sistema israeliano.
Note: I “Tre di
Humboldt” possono essere contattati via Twitter: Ronnie Barkan: @ronnie_barkan;
Stavit Sinai: @Stav_Si; Majed Abusalama: @MajedAbusalama.
(Trad: Grazia Parolari
“contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” – Invictapalestina.org
Fonte:
https://truthout.org/articles/the-humboldt-three-take-israel-to-court/)
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