lunedì 15 aprile 2019

B’Tselem accusa: “Coloni hanno giustiziato palestinese”



L’accusa è grave, ma non nuova: a inizio mese due coloni israeliani hanno ucciso a sangue freddo il 23enne palestinese Mohammad Abdel Fattah che aveva lanciato pietre contro un’auto israeliana. A sostenerlo è un rapporto pubblicato ieri dall’associazione per i diritti umani israeliana B’Tselem. I fatti risalgono allo scorso 3 aprile vicino ad Hawara, un villaggio nel nord della Cisgiordania occupata.
Secondo lo studio dell’organizzazione, Abdel Fattah sarebbe rimasto ferito da un primo colpo di pistola esploso dall’interno della macchina che aveva colpito con una pietra. L’autista della vettura, il colono e attivista di destra Yehoshua Sherman, sarebbe quindi uscito dall’auto, si sarebbe avvicinato al giovane palestinese che era a terra ferito per il colpo d’arma da fuoco ricevuto e lo avrebbe sparato un’altra volta. Un altro colono avrebbe quindi raggiunto Sherman e, dopo essere uscito dal suo camion, avrebbe esploso contro il palestinese altri colpi di pistola. Successivamente sarebbero giunte sul posto alcune jeep militari che avrebbero fatto ricorso ad alcune granate stordenti per dispendere i palestinesi che avevano cominciato ad ammassarsi nell’area. Abdel Fattah, gravemente ferito, sarebbe quindi stato trasferito all’ospedale israeliano Beilinson di Petah Tikva dove però sarebbe deceduto poco dopo.
L’esercito conferma che Abdel Fattah è stato raggiunto da colpi di proiettile “sparati da civili” e che è stato “neutralizzato dopo aver lanciato pietre contro macchine israeliane”. Tuttavia, secondo la versione israeliana, l’uomo si sarebbe avvicinato ad una delle macchine “per compiere un attacco con un coltello” (di cui però non ha mai fornito prove). L’esercito ha poi fatto sapere che farà ulteriori indagini per chiarire quanto accaduto. Di attacco con coltello parlò lo scorso 3 aprile anche il presunto giustiziere Sherman. Il colono raccontò che era in macchina con la figlia quando Abdel Fattah con in mano un coltello “saltò sulla macchina e tentò di aprire lo sportello” nel tentativo di ferire lui e la bambina.
Una versione che però B’Tselem smentisce: il portavoce dell’associazione Amit Gilutz ha infatti dichiarato che non c’è stato alcun tentativo di attacco da parte di Abdel Fattah. Non solo: l’organizzazione israeliana riferisce che dei soldati israeliani avrebbero ripreso con i cellulari quanto accaduto, ma avrebbero poi cancellato il video (l’esercito non smentisce né conferma questa ultima accusa). “Le indagini di B’Tselem hanno dimostrato che, contrariamente a quanto affermato dai media, lo sparo di Sherman contro Abdel Fattah è stato ingiustificato dato che quest’ultimo si era già allontanato dalla macchina ed era a terra inginocchiato e ferito vicino all’immondizia”, scrive l’organizzazione. “Non c’era quindi alcuna chiara giustificazione per gli altri colpi di arma da fuoco esplosi da Sherman e dal camionista” recita ancora il comunicato della ong. L’organizzazione accusa poi l’esercito perché, arrivato sul posto, non ha fatto niente per arrestare i due coloni, ma si è preoccupato soltanto di allontanare immediatamente i palestinesi che erano arrivati sul posto attivandosi per cancellare qualunque filmato [disponibile] dell’incidente e assicurandosi così che la verità non venisse mai alla luce e che chi ha sparato non venisse mai ritenuto colpevole [di quanto fatto]”.
L’episodio denunciato da B’Tselem non è nuovo: negli ultimi anni Israele è stata ripetutamente accusata dai palestinesi e da gruppi di sinistra israeliani di aver giustiziato presunti o veri aggressori palestinesi. Soprattutto a partire dall’ottobre del 2015 quando nella Cisgiordania e Gerusalemme est occupate si sono registrati diversi attacchi palestinesi con coltelli (in non pochi casi, per la verità, mai dimostrati). Il caso conferma inoltre la doppia giustizia israeliana: implacabile con i palestinesi (anche solo per il lancio di una pietra) e quanto mai permissiva con gli israeliani. Il fatto che non si sappia ancora se i due coloni ritenuti responsabili da B’Tselem dell’omicidio di Abdel Fattah siano stati o meno interrogati dall’esercito o dalla polizia la dice lunga sull’atteggiamento soft di Tel Aviv con i suoi cittadini. Un caso recente e per certi versi simile a questo denunciato ieri da B’Tselem è quello del soldato israeliano Elor Azaria che nel marzo del 2016 uccise a sangue freddo a Hebron il 21enne palestinese Abd al-Fattah Yusri al-Sharif che era gravemente ferito a terra dopo che aveva provato ad accoltellare un soldato. Il militare ha scontato solo 9 mesi di carcere.

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