domenica 7 aprile 2019

Chi ha ucciso l’adolescente palestinese Ahed Tamimi? - Javier Cortines



L’ultima cosa che ho letto su Ahed Tamimi è stato un articolo pubblicato a Madrid nel settembre 2018 su “El Confidencial Sahrawi”, in cui l’eroina palestinese appare in una foto scattata a Parigi accanto all’atleta Saharawi Salah Eddin Medan. La ragazza, che aveva appena trascorso otto mesi in una prigione israeliana, stava facendo un tour in Europa in cerca di sostegno per la causa palestinese, come “alter ego” di Nelson Mandela, da lei molto ammirato.
A quanto pare, la giovane guerrigliera aveva provocato l’ira del re del Marocco, Mohamed VI, (autoproclamatosi discendente del profeta Maometto), per essersi fatta  fotografare con Salah Eddin Medan , membro del Fronte Polisario (FP), movimento che aspira, come la Palestina, a liberare le proprie terre e a vivere in uno Stato libero e indipendente, così che il monarca, i suoi scagnozzi e la stampa alawita lanciarono una campagna per demonizzarla.
 (So che la storia della Palestina e del Sahara Occidentale (1) sono molto diverse, ma hanno alcuni punti in comune: l’occupazione illegale della terra, le ondate di profughi diventati apolidi e l’elusione delle risoluzioni ONU, che chiedono riparazione per le ingiustizie subite dai Palestinesi e dai Saharawi, perché invise agli Stati Uniti) .
I Marocchini hanno fabbricato  moltissime calunnie per denigrare questa grande combattente, la cui leadership deve essere apparsa come una bomba nelle società maschiliste,  e hanno riempito la rete di falsità sostenendo che Ahed Tamimi, 17 anni, era “un agente, una spia d’ Israele “che aveva  ingannato il suo popolo con la stessa furbizia dell” l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) nell’era di Yasser Arafat “.
 (Sappiamo tutti che il Marocco è come un segugio che punta alle “uova” del governo spagnolo, e che la questione Saharawi è tabù in Spagna (e in Palestina). Qualsiasi tentativo di Madrid di chiedere giustizia per i Sahrawi, arriva subito alle orecchie del segugio e i leader spagnoli  si coprono rapidamente il sacco scrotale con cinture di castità. Mohamed VI sa come  tenere in pugno i suoi vicini del nord: aprire le porte per inviare valanghe di migranti e vietare ai nostri pescatori le “sue coste” (saharawi).
A quanto pare, la mano di Mohamed V è molto lunga (a volte indossa un orologio con 1075 diamanti dal valore di un milione di dollari), e così dà un avvertimento sia al Palazzo della Moncloa come a quello della Muqatta, la sede del presidente palestinese, Mahmud Abbas. Con persone simili, tutte le idee che abbiamo di libertà sono destinate ad andare in pezzi, in quanto esse poco  importano ad alcuni ex governanti, amici del discendente del Profeta, come l’ex socialista Felipe Gonzalez, che possiede un magnifico palazzo a Tangeri, (situato sulla prima linea di spiaggia) del valore di circa 2,5 milioni di euro.
Ahed Tamimi, la ragazza del villaggio di Nabi Saleh, nella West Bank occupata, ha trascorso otto mesi in prigione (dicembre 2017-luglio 2018) per aver schiaffeggiato un soldato israeliano nel cortile di casa sua. In prigione ha subito torture psicologiche (continue minacce contro la sua famiglia e gli amici), molestie sessuali e interrogatori interminabili e violenti per rompere la sua volontà ed esporla al mondo come un angelo nero “con le ali spezzate”.
La sua scomparsa è dovuta solo al caso Saharawi o ci sono altre cause? Dà fastidio che una ragazza adolescente, voce carismatica in sedi internazionali,faccia  tremare Israele con la sua parola e “alzi la bandiera palestinese sulle cime più alte”  lasciando in sottofondo politici mediocri con le loro idee obsolete che rifiutano di lasciare il passo alle nuove generazioni, nonostante il misero fallimento delle loro politiche?
Ahed Tamimi è un adolescente che traspira coraggio, intelligenza, nobiltà, onestà e integrità. Cattive qualità in Palestina, in cui da un lato v’è evidenza di gravi casi di corruzione all’interno dell’Autorità Palestinese e dall’altro, nella Striscia di Gaza (feudo di Hamas), c’è una tale disperazione che “i suoi guerriglieri e guerrigliere” vanno a morire  sotto un’accecante pioggia di proiettili con l’”illusione” di poter saltare le recinzioni e ritornare nella loro patria storica, quella che risale ai primi Filistei, popolo elegante, colto e raffinato che probabilmente aveva assorbito l’humus della civiltà minoica.
Israele, che occupa  la Cisgiordania e Gerusalemme Est (Giudea e Samaria per i Sionisti) dalla guerra dei Sei Giorni (1967), è una specie di bunker americano con un impressionante arsenale di bombe atomiche che minaccia, se i suoi piani vengono contrastati, di provocare una terza guerra mondiale. Di questo ci ha già avvertito, e venendo attaccato moltissimo per questo, Günter Grass, negli ultimi decenni coscienza fastidiosa dell’Europa e fratello di sangue di Eduardo Galeano, dall’altra parte dell’Oceano.
L’assenza di Ahed Tamimi, che è determinata a studiare legge e a guadagnare il sostegno internazionale per creare uno Stato palestinese, coincide con la notizia inquietante che Israele sta acquistando , tramite intermediari, numerose case di Palestinesi che vivono a Gerusalemme Est.
In questo modo i Sionisti, senza fare troppo rumore, si stanno impossessando della città che dovrebbe essere la capitale dello Stato palestinese (Ramallah, situato a 15 km a nord ovest di Gerusalemme, è solo capitale provvisoria). Alcune fonti dicono che “alcuni agenti immobiliari”, che obbligano  o spingono i Palestinesi a vendere le loro case, sono Arabi e li definiscono ” traditori” della loro gente e senza alcun scrupolo morale.
Già alla fine degli anni ‘40 Israele acquistò terreni da contadini poveri o da proprietari terrieri palestinesi per “allargare i propri confini”. Qualcuno riesce ad immaginare , per esempio, cittadini britannici che acquistano fattorie in Spagna  facendole diventare automaticamente parte del Regno Unito? Come dice il proverbio, tutti tagliano  legna da ardere dall’albero caduto.
Dal 1947 ad oggi, la Palestina ha perso l’85% del suo territorio. La metà dei quattordici milioni di Palestinesi nel mondo, sette milioni, sono rifugiati o discendenti di rifugiati. Molti dei  Palestinesi più preparati, come ingegneri, architetti, intellettuali, medici, fisici, ecc, hanno abbandonato quel “deserto” dove ci sono ancora ragazze come Ahed Tamimi, che cercano di dimostrare che lei e le giovani generazioni che la sostengono, di mentalità aperta e progressista, possono raggiungere l’impossibile e insegnare al mondo una lezione.

-1-La scrittrice cinese San Mao (1943-1991) ritrasse la turbolenza del Sahara, poco prima che il Marocco  invadesse il territorio con la famosa Marcia Verde, in un’opera di grande valore storico e letterario, “Memorie del Sahara”. Mi sono sempre rammaricato del fatto che nessun regista spagnolo abbia portato sullo schermo “una cronaca così eccezionale” che, senza dubbio, otterrebbe un grande successo internazionale. Per saperne di più su San Mao, che ha vissuto nel Sahara con il marito spagnolo José María, clicca su questo link: San Mao ha salvato dall’oblio il nobile popolo Saharawi.

Trad: Grazia Parolari  “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” – Invictapalestina.org

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