L’organizzazione Medici Senza Frontiere (MSF) ha
descritto la violenza contro i manifestanti palestinesi nella Striscia di Gaza
da parte dei soldati israeliani come “inimmaginabile”.
In un articolo pubblicato giovedì, il direttore delle
comunicazioni sul campo dell’MSF a Gerusalemme, Jacob Burns, ha descritto il
lavoro dei medici dell’organizzazione a Gaza, dove questi lottano per trattare
le vittime israeliane durante le proteste della Grande Marcia.
“Ciò che sarebbe inimmaginabile altrove è diventato
normale qui a Gaza”, ha scritto Burns, riflettendo sugli eventi del 30 marzo.
“Un giorno in cui quattro persone vengono uccise e 64
ferite con munizioni letali è un giorno in cui ci sentiamo quasi felici perché
non erano i due o i trecento [feriti] – o anche più – che ci aspettavamo”, ha
aggiunto.
“Dobbiamo combattere contro questo senso di normalità,
non è normale vedere così tanti giovani arrivare in ospedale tutti insieme con
proiettili nelle loro gambe”, ha scritto Burns.
“Non è normale per i nostri chirurghi lavorare su
un uomo di 25 anni che ha bisogno che tutto il suo sangue sia sostituito perché
un proiettile ha lacerato sia l’arteria principale che la vena principale nel
suo petto. Non è normale per loro rimuovere il rene di un ragazzo perché
provare a salvarlo significherebbe che muoia dissanguato”.
Ha continuato: “Non è normale per i nostri medici
di emergenza auscultare i polmoni di un paziente, colpito alla gola con quello
che apparentemente era una bomboletta di gas lacrimogeno, pieni di sangue. Non
è normale che noi dimettiamo un paziente dalle nostre cliniche, e poi lo
riammettiamo quando gli sparano di nuovo, solo per sentire la sua famiglia che
ci dice che è tornato alla recinzione ancora una volta ed è stato ucciso”.
Il funzionario dei Medici Senza Frontiere ha
sottolineato che Gaza “uscirà dai titoli dei giornali”, ma la sua popolazione
“continuerà a soffrire” a causa di “un’economia in caduta libera, un sistema
sanitario distrutto a causa dell’embargo israeliano e delle
lotte politiche interne palestinesi”.
“Noi di MSF torneremo alle nostre solite attività
questa settimana, lavorando nelle nostre cliniche e negli ospedali di tutta
Gaza. Ammetteremo ulteriori pazienti con ferite d’arma da fuoco e continueremo
a trattare i quasi 1.000 che rimangono nei nostri registri”, ha concluso, ”un
promemoria vivente della sofferenza che Gaza sta attraversando nell’ultimo anno”.
(© Agenzia stampa Infopal
E’ permessa la riproduzione previa citazione della fonte “Agenzia stampa Infopal
– www.infopal.it”)
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