bisogna disfarsi del brutto vizio di criticare dopo, continua Mao Tse Tung (sembra che parli di chi, solo adesso, dopo il genocidio a Gaza, dice che Israele ha un pochino esagerato)
di Francesco Masala
C’era una volta un popolo eletto, non si sa bene da chi. Chi legge Mauro Biglino (1) sa che nella Bibbia non si parla mai di dio, ma di un altro soggetto (Elohim), amante del Potere, dei Sacrifici animali (e umani), e del Genocidio.
Anche i paesi occidentali si sono eletti da loro stessi (si credono superiori, ed è conseguente che gli altri popoli sono inferiori, “esportavano” la civiltà, adesso esportano la democrazia) hanno ucciso, a partire dalla “scoperta” dell’America, decine o addirittura centinaia di milioni di esseri umani in tutto il mondo, portando la (loro) civiltà, fatta di genocidi, stragi, guerre, razzismo, sfruttamento, fra l’altro. I popoli dell’America, dell’Asia, dell’Africa sono stati invasi, sterminati, colonizzati, violentati, rapinati (2).
dio ci salvi dai popoli eletti!
Il governo italiano (e molti governi europei) ha creato il reato di antifascismo (3) e quello di palestinismo (4), senza mai fare ammenda delle immani tragedie causate dal fascismo a cui s’ispirano (5 e 6).
Forse non tutti sanno che i bersaglieri del Regno di Sardegna nel 1855 combatterono in Crimea (7) e che l’Italia, dal 1902 al 1943 ebbe in concessione un pezzo di Cina (7).
Il premier Merz, senza smentita di Meloni, (quella che piange perchè la Samud Flotilla è un complotto contro di lei), dice che Israele fa il lavoro sporco per noi (8). La strana coppia Merz-Meloni vorrà fare la guerra alla Russia, ancora più che adesso. Forse non sanno, magari a scuola in storia sono arrivati al 1938, che i loro predecessori, chiamati Führer e Duce, dopo la guerra intrapresa (e persa) contro l’Urss, hanno fatto una gran brutta fine. Della loro personale fine non ci interessa molto, il dramma è che trascinano i popoli nella miseria.
Alla fine, sotto la spinta dei propri popoli, molti stati europei hanno riconosciuto (o stanno per farlo) lo stato palestinese, naturalmente dovranno essere i paesi imperialisti e colonialisti e genocidi a decidere chi governerà la Palestina, e sottointeso, ma non troppo, Hamas deve sparire. Se qualcuno si è distratto in questi anni può capire come mai Hamas no e Isis sì, basta vedere come il capo dell’Isis in Siria, Al Golani, sia osannato dall’Occidente all’ONU, e non solo. È che l’Isis (Daesh) è sempre stato agli ordini dell’Occidente, una creatura degli Usa. Anche Hamas era al soldo di Israele, ma forse (9) qualcosa è andato storto (oppure no, dipende dai punti di vista).
A proposito di ONU, il coraggio dell’ONU sarebbe quello di dire (sarebbe bello se lo facesse un paese dei Brics), a prescindere dai paesi occidentali, che i confini di Israele sono quelli definiti dall’ONU nel 1948, , tutto il resto va restituito alla Palestina, che fonderà il proprio stato. Tutti i territori occupati da Israele vanno liberati, subito, sul modello della Libia che ha espulso gli italiani e dell’Algeria che ha espulso i francesi.
1 https://www.maurobiglino.com/perche-la-bibbia-non-parla-di-dio/
1 https://www.youtube.com/watch?v=nBohmulHYMA
2 https://markx7.blogspot.com/2022/07/exterminate-all-brutes-raoul-peck.html
6 https://www.labottegadelbarbieri.org/debre-libanos-lo-sgozzatore-degli-etiopi-e/
6 https://www.labottegadelbarbieri.org/il-monumento-al-boia-graziani-e-ancora-li/
7 https://www.historiaregni.it/cavour-spiega-lintervento-in-crimea/
7 https://societageografica.net/wp/2020/09/16/storie-coloniali-la-concessione-italiana-di-tientsin/

Il governo italiano appoggia i coloni sionisti e anche assassini in Cisgiordania:
RispondiEliminaViolenze in Cisgiordania, Rai Tre rinuncia a mandare in onda No Other Land il 7 ottobre: una “telefonata” ha consigliato il rinvio – Tommaso Rodano
Vincitore di un premio Oscar, il documentario doveva essere trasmesso in occasione del secondo anniversario del massacro firmato da Hamas. Ora si ipotizza la data del 21
Prima l’annuncio, poi la telefonata politica, quindi il dietrofront. Si consuma un altro significativo episodio di censura negli spazi del servizio pubblico televisivo italiano. Rai Tre aveva programmato per il prossimo 7 ottobre la prima visione di No Other Land, il documentario vincitore dell’Oscar 2025, che racconta con eleganza e crudo realismo le storie di resistenza dei palestinesi di Masafer Yatta, in Cisgiordania, sotto le violenze dell’occupazione israeliana.
Il film, acclamato dalla critica internazionale per la sua capacità di restituire una narrazione plurale e umana su un dramma storico in atto – è l’altro versante della pulizia etnica del popolo palestinese oltre Gaza – era stato presentato come uno dei tasselli nella strategia della Rai di mandare in onda storie e documentari di forte valore civile e umano. La data scelta era chiaramente simbolica: il secondo anniversario dell’attacco di Hamas a Israele. La programmazione era stata sottoposta e approvata dagli uffici nelle varie riunioni di coordinamento e il palinsesto era stato presentato alla stampa mercoledì a Roma da Adriano De Maio, direttore degli uffici Cinema e Serie Tv.
Ma i passaggi e le decisioni editoriali sono stati cancellati da una telefonata: No Other Land non deve andare in onda il 7 ottobre. Il diktat è arrivato da un politico (non ancora identificato), secondo quanto riportano fonti di Viale Mazzini. Da quanto risulta, il direttore De Maio starebbe lavorando per “salvare” almeno la programmazione del film in un’altra data: è stato individuato il 21 ottobre, quando è prevista la trasmissione del film “innocuo” “Il Coraggio di Blanche”. La notizia, in ogni caso, ha generato rabbia e costernazione tra i dipendenti degli uffici Rai dedicati.
Il fiume di sangue in Cisgiordania ovviamente non si è arrestato dopo l’Oscar. Due settimane fa i coloni israeliani hanno investito Basel Adra, uno dei registi, e occupato la sua casa. Hamdan Ballal, un altro degli uomini dietro la cinepresa, a marzo era stato aggredito, picchiato e arrestato dall’esercito israeliano, poi rilasciato dopo alcuni giorni di prigionia. Uno degli attivisti protagonisti del documentario, Odeh Hadalin, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco da un colono questa estate. In Italia intanto si “tratta” persino sulla trasmissione del film e si deve sperare in un compromesso: la messa in onda ritardata di due settimane, invece della cancellazione. Non una scelta editoriale, ma un’imposizione dall’alto.
https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/26/no-other-land-censura-rai-documentario-palestinese-notizie/8140547/