14 dicembre 2018 – Al Khalil – Palestina occupata
Sono andato via dall’Italia di Matteo
Salvini con tanta rabbia nel pensare al prezzo umano che stiamo pagando in
termini di donne e soprattutto bambini morti in mare.
Sono passato dall’altro lato del muro
che divide in due il mondo, tra occidente e oriente.
All’aereoporto i soldati mi hanno fatto
spogliare completamente nudo, mamma mia che vergogna.
Ma alla fine sono riuscito a tornarci,
in Palestina.
In questi giorni ho sentito il profumo
del tea con dentro la foglia di menta o di salvia, mio dio quanto mi mancava.
Ho trovato una situazione peggiorata,
con un incremento dei check point, del territorio occupato, delle violenze.
I soldati israeliani pretendono ancora
di trattare donne, uomini e soprattutto bambini come se fossero animali e non
essere umani.
Sono tornato qui, perche’ non posso
dimenticare le parole di Vittorio Arrigoni.
Se non avessi conosciuto la sua storia,
io, forse, oggi non sarei qui.
Quanta paura all’aereporto, ma alla fine
sono tornato nel posto dove la resistenza non e’ ancora morta.
La scorsa settimana, di martedi’, hanno
provato ad arrestare 4 bambini, li hanno presi mentre uscivano da scuola senza
che avessero gettato alcuna pietra, come se fossero pacchi postali.
Mi sono trovato i soldati davanti, ho
provato a parlare loro, a dire che sono bambini, ma non hanno voluto sentire
ragioni e cosi’ ho deciso di fare resistenza passiva: ho preso uno dei bambini
come se fosse un palla di rugby nel tentativo di liberarlo e ho iniziato la
partita.
Grazie a un maestro palestinese che mi
ha aiutato, il bambino e’ scappato, ma ne hanno arrestato un altro dall’altro
check point sulla strada parallela.
Non sono felice e non sono soddisfatto.
Mi sento in colpa per gli altri bambini arrestati.
Il giorno dopo ne hanno catturati altri
3 e io non c’ero, per un totale di 6.
Venerdi’ invece abbiamo partecipato ad
una manifestazione nel villaggio di Kufr Qaddum, nei dintorni di Nablus; i
Palestinesi erano pacifici, ma i soldati israeliani hanno iniziato a sparare
proiettili di acciaio rivestiti di gomma.
I ragazzi palestinesi hanno risposto con
le pietre.
Bambini che si fanno improvvisamente
monelli con un coraggio fuori dal comune, contro soldati armati in assetto da
guerra e pieni di paura. Non avevo mai visto una cosa cosi’.
All’improvviso i soldati di occupazione
israeliana hanno sparato un lacrimogeno, i ragazzi palestinesi lo hanno
raccolto e lo hanno rispedito al mittente.
Per rappresaglia, i soldati hanno
sparato proiettili live, cioe’ di acciaio ed uno di questi e’
arrivato a meno di tre metri da me.
Non so perche’, ma non ho paura di
morire. Ho tanta paura per i ragazzi – bambini.
Finita la manifestazione siamo ripartiti
e siamo tornati a casa ad Al Khalil.
E come una doccia non gelata, ma di
iceberg, abbiamo visto il video del bambino di 4 anni e 8 mesi ucciso a Gaza.
Sono morto dalla voglia di scoppiare a
piangere.
Il mio compagno Mopsie oggi mi ha
guardato negli occhi e mi ha detto: “perche’? Perche’ la gente del mondo non
vuole sapere cosa succede qui?”
Abbiamo fatto una riunione sulla
situazione attuale come team, abbiamo deciso di fare resistenza passiva
rischiando l’arresto, perche’ non e’ piu’ accettabile per le nostre coscienze
che dei bambini vengano arrestati nella totale e perenne violazione dei Diritti
Umani.
Il giorno successivo alla riunione,
hanno arrestato un altro bambino e questa volta mi hanno preso quattro
soldati e mi hanno buttato a terra, nella colluttazione mi sono fatto un
piccolo taglio sulla testa e un soldato mi ha immobilizzato a terra col fucile
puntato contro.
Quando mi sono rialzato, ho tentato di
raggiungere il bambino e ho ricevuto un pugno in faccia.
Anche un’altra volontaria internazionale
ha subito violenze: l’hanno spintonata e un soldato le e’ salito col l’anfibio
sul piede.
Mi chiedo che razza di esseri umani
siano questi, un branco di uomini e donne a caccia di bambini.
Ma non e’ solo questo.
Il fatto che sia morto un bambino a Gaza
che aveva 4 anni e 8 mesi, ucciso dagli israeliani, ha scatenato tanta
violenza. Io credo che questo fatto abbia provocato i morti di oggi, con 4
coloni e soldati israeliani morti e uno gravemente ferito a cui si aggiungo
3 morti palestinesi degli ultimi giorni.
Non solo, lo stato di Israele sta
effettuando una chiusura rigida di tutto il territorio attorno a Ramallah in
cerca dei responsabili dell’attacco.
I soldati di occupazione israeliana
hanno gia’ effettuato 45 arresti sommari senza motivo.
C’e’ pero’ una cosa grave che penso:
quelli di Hamas non toccano i bambini, neanche se sono israeliani, ma perche’
gli israeliani si? Perche’ uccidono i bambini?
Sono convinto, pero’, che qualunque cosa
faranno gli israeliani, questa terra, la Palestina, non sara’ mai loro, perche’
e’ come se occupassero l’Olanda e poi le cambiassero nome. L’Olanda rimane
Olanda anche se la occupi, come la Palestina rimane Palestina.
Credo anche che tutto il mondo
marchiera’ a vita il popolo di Israele per il genocidio che sta compiendo,
nello stesso modo con cui sono marchiati i nazisti per i crimini di guerra che
hanno compiuto.
Un giorno la Palestina sara’ libera, una
guerra non puo’ durare per sempre.
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