Buona notte umanità.
Il Presepe vivente era sull’Open Arms e noi abbiamo chiuso i nostri porti invece di scegliere di diventare il loro rifugio…
Potete chiudere tutti i porti, tutte le frontiere e alzare nuovi muri, ma non fermerete mai la Vita. L’Amore vincerà sul vostro odio e vi spazzerà via.
Il Presepe vivente era sull’Open Arms e noi abbiamo chiuso i nostri porti invece di scegliere di diventare il loro rifugio…
Potete chiudere tutti i porti, tutte le frontiere e alzare nuovi muri, ma non fermerete mai la Vita. L’Amore vincerà sul vostro odio e vi spazzerà via.
Io sono Sam.
Sono venuto al mondo da 3 giorni, e prima su una spiaggia gelata, poi in un gommone, poi su una nave… ho rischiato di morire già 30 volte.
Io sono il Natale!
Sono venuto al mondo da 3 giorni, e prima su una spiaggia gelata, poi in un gommone, poi su una nave… ho rischiato di morire già 30 volte.
Io sono il Natale!
Yousef e Faith
«Sì, siamo cristiani, ma quando eravamo in Libia dovevamo dirci musulmani», racconta Yousef, uno dei primi, insieme a moglie e figlia, a essere allontanati da Sant’ Anna a Isola Capo Rizzuto, alle porte di Crotone, una delle strutture per migranti più grandi d’ Europa, per effetto del decreto Salvini, che nega accoglienza a chi ha titolo alla protezione umanitaria, eccezion fatta per i cosiddetti casi speciali. La famigliola accolta dalla Croce Rossa fa parte dei 24 ai quali la Prefettura di Crotone ha dovuto spiegare che, pur avendo un permesso di soggiorno per motivi umanitari, non possono più stare nel Centro di prima accoglienza né negli Sprar, che sono centri di seconda accoglienza per quanti hanno titolo, però, alla protezione internazionale. Una nostra volontaria», spiega don Rino Le Pera, direttore della Caritas di Crotone, ha messo a disposizione una casa sfitta. Il gesto dimostra la sensibilità di una famiglia italiana, peraltro mista. Il marito di lei è tunisino.
«Natività? Una storia di 2 mila anni fa, la conosco… noi siamo cristiani». L’ inglese che parlano lui e Faith ha forti inflessioni africane, talvolta per farsi capire c’ è bisogno del mediatore culturale. Ma molte cose si capiscono, senza parlare, dagli sguardi, avvolti di luce. Yousef suona un po’ come Giuseppe, Faith significa fede e la bimba, o il bimbo, che porta in grembo si chiamerà Miracle. Miracolo. Eccolo, il Presepe 2018.
«Sì, siamo cristiani, ma quando eravamo in Libia dovevamo dirci musulmani», racconta Yousef, uno dei primi, insieme a moglie e figlia, a essere allontanati da Sant’ Anna a Isola Capo Rizzuto, alle porte di Crotone, una delle strutture per migranti più grandi d’ Europa, per effetto del decreto Salvini, che nega accoglienza a chi ha titolo alla protezione umanitaria, eccezion fatta per i cosiddetti casi speciali. La famigliola accolta dalla Croce Rossa fa parte dei 24 ai quali la Prefettura di Crotone ha dovuto spiegare che, pur avendo un permesso di soggiorno per motivi umanitari, non possono più stare nel Centro di prima accoglienza né negli Sprar, che sono centri di seconda accoglienza per quanti hanno titolo, però, alla protezione internazionale. Una nostra volontaria», spiega don Rino Le Pera, direttore della Caritas di Crotone, ha messo a disposizione una casa sfitta. Il gesto dimostra la sensibilità di una famiglia italiana, peraltro mista. Il marito di lei è tunisino.
«Natività? Una storia di 2 mila anni fa, la conosco… noi siamo cristiani». L’ inglese che parlano lui e Faith ha forti inflessioni africane, talvolta per farsi capire c’ è bisogno del mediatore culturale. Ma molte cose si capiscono, senza parlare, dagli sguardi, avvolti di luce. Yousef suona un po’ come Giuseppe, Faith significa fede e la bimba, o il bimbo, che porta in grembo si chiamerà Miracle. Miracolo. Eccolo, il Presepe 2018.
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