considerare
d’oro il silenzio del presidente del consiglio, come lui propone, è la
condizione di un giochino da scuola materna, utile a mascherare cose ostiche da
dire; considerare di cacca le parole con le quali il suo capo-premier salvini
ha messo subito in pratica questa regola aurea, inondando il world web del suo
fetore, è la riprova del senso del gioco: sussiego e merda;
dovendo
trascurare il garbo futile del presidente, i personaggi del giorno sono tre, e
con essi tre stili e soprattutto tre istituzioni tenute a operare in stretto
limite di giurisdizione: una procura della repubblica, un corpo di
polizia, e un ministero dell’interno; cioè il procuratore spataro, il capo della
polizia gabrielli e il ministro salvini;
come è noto
il ministro salvini ha annunciato e rivendicato via twitter la realizzazione di
un’operazione di polizia ordinata dal procuratore spataro, mentre essa era
ancora in corso, ne ha declamato l’arresto di quindici nigeriani e ha
praticamente dato a vedere che non c’è nemmeno da perdere tempo con gli
accertamenti e un regolare processo;
il
procuratore spataro ha reagito aprendo nei confronti del ministro uno scontro
istituzionale senza precedenti, appellandosi appunto alle prerogative della
giurisdizione; e salvini ha controreplicato, in modo vile, scaricando sul capo
della polizia il via libera alla divulgazione propagandistica della notizia;
il capo
della polizia è gabrielli, il quale non molto tempo fa aveva denunciato come
totalmente errata e illegale la conduzione delle operazioni di polizia al g8 di
genova, proprio per la presenza diretta dei ministri di riferimento, fini e
castelli, sul luogo di comando delle operazioni: è quindi legittimo aspettarsi
ora una chiarificazione da parte di gabrielli sulla vicenda spataro-salvini;
come è noto
salvini ha replicato secondo il suo linguaggio istituzionale preferito, quello
da fogna, riferendosi alla presunta stanchezza senile di spataro e indicandogli
la strada della pensione, cioè mandandolo a fare in culo;
dalla
vicenda si possono trarre diverse istruttive indicazioni:
prima
indicazione: se vi capita di avere a che fare con un giudice, potete
tranquillamente mandarlo a farsi fottere, in aula o in facebook, perché tanto
il ministro dell’interno lo ha fatto su twitter e in tv prima di voi;
seconda
indicazione: immaginate di essere a lezione in una scuola e di dover spiegare
che razza d regime è quello in cui le operazioni di polizia giudiziaria sono
orientate dal ministro dell’interno, a prescindere dai relativi accertamenti ed
eventuali iter processuali, e cioè a prescindere dalla legge, specie quando le
persone oggetto delle indagini sono stigmatizzate e messe alla gogna in quanto
il ministro stesso ne sottolinea l’appartenenza a specifici gruppi razziali;
terza
indicazione: poiché il garante del corretto rapporto tra le istituzioni, e
soprattutto il garante dell’autonomia della magistratura dal potere esecutivo è
il presidente della repubblica, io sottoscritto g.l.d. mi aspetto
legittimamente che il capo dello stato dica al suo ministro di smettere di
scacazzare fuori dal suo water, oppure di mettersi a pannolone, trovarsi una
badante rigorosamente lumbard e mettersi in pensione col suo giocattolino di
twitter
Nessun commento:
Posta un commento