I partiti di
sinistra hanno subito condannato la riforma dei libri di testo varata da
Bolsonaro, in quanto, a loro avviso, mirante a instaurare in Brasile una
“società patriarcale fondata sul suprematismo bianco”.
Il
presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha in questi giorni
avviato una riforma nell’ambito dell’istruzione pubblica
nazionale.
Egli ha
infatti promosso l’adozione, da parte del ministero federale competente, di
nuove “linee-guida sui libri scolastici”.
Tale
provvedimento stabilisce che i testi utilizzati nelle strutture educative del
Paese non debbano più “enfatizzare l’eterogeneità etnica e culturale del Brasile”.
All’interno dei libri scolastici non dovranno infatti più comparire definizioni della
nazione verde-oro quale “Paese multietnico”. Sulle pagine degli stessi
dovranno inoltre campeggiare esclusivamente foto e immagini di “Brasiliani
bianchi”.
Le linee-guida
sottoscritte di recente dal ministro dell’Istruzione Ricardo Velez Rodriguez
dispongono anche la sparizione dai libri di testo di ogni riferimento all’“ideologia
gender” nonché delle foto di donne “intente a svolgere lavori di
qualsiasi categoria”. Altri elementi proibiti all’interno del materiale
didattico saranno quelli diretti a enfatizzare il diritto delle persone al
“libero orientamento sessuale”. Il contenuto dei nuovi testi scolastici,
infine, dovrà essere “totalmente privo di errori di battitura”.
Il ministro
Velez Rodriguez ha presentato la riforma in questione come un “primo passo”
della “battaglia” di Bolsonaro diretta a “liberare le strutture scolastiche del
Paese dal giogo marxista”. Secondo il titolare dell’Istruzione, i
precedenti governi brasiliani di sinistra avrebbero “inquinato le menti degli
studenti” imponendo loro l’utilizzo di testi “impregnati di teorie abominevoli,
miranti ad allontanare i giovani da valori quali la sacralità
della famiglia tradizionale, l’importanza del sacrificarsi per la
patria e la fede nell’eccezionalità della storia del Brasile”.
La battaglia del
presidente verde-oro per riformare il sistema scolastico nazionale dopo oltre
un decennio di socialismo ha subito suscitato la feroce
reazione dei partiti e delle associazioni di sinistra. Ad esempio,
Fernando Haddad, ministro dell’Istruzione durante la presidenza Lula, ha
condannato la riforma dei libri di testo promossa dal leader nazionalista, in
quanto, a suo avviso, intesa a instaurare in Brasile una “società patriarcale
fondata sul suprematismo bianco”.
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