Netanyahu finalmente ammette E CON VANTO! di aver effettuato centinaia di raid in Siria per colpire l'Iran.
Qualunque altro paese avesse fatto qualcosa del genere, senza una dichiarazione di guerra ma per ingerenze arbitrarie, sarebbe stato sanzionato dall'ONU, ma Israele è uber alles e finché lo sarà non scatterà nessuna sanzione.
Intanto questa mattina il piccolo Abdel Raouf Salha, colpito venerdì scorso alla testa da un assassino ebreo israeliano, è morto. Aveva solo 14 anni. Era a manifestare nell'accampamento a est di Jabalia al 42° venerdi per il diritto al ritorno e la fine dell'assedio.
Hanno provato a salvarlo i medici dell'Indonesian hospital, poi l'hanno trasferito allo Shifa Hospital, il più grande e più attrezzato, ma chi lo ha colpito alla testa voleva ucciderlo e l'agonia è stata inutile. Forse è stato usato un proiettile ad espansione, o forse un proiettile semplice, sempre arma criminale come tutte quelle che usa Israele, ça va sans dire, e forse anche di questo si vanteranno i criminali sionisti.
La marcia del 42° venerdì aveva come parola d'ordine "la nostra determinazione spezzerà l'assedio". Forse hanno ragione i gazawi, è questione di tempo ma vinceranno. Forse!
Chi scrive ha partecipato a più di 20 marce e ha visto la determinazione e insieme l'incredibile entusiasmo con cui si svolgono queste manifestazioni. Nessuno vuole morire, ma tutti sono consapevoli che per guadagnare la libertà va messo in conto anche il rischio di perdere la vita. Anche i bambini come Abdel lo sanno, e anche gli altri piccoli martiri uccisi prima di lui lo sapevano. Non lo sapevano soltanto i neonati o i bimbi di due anni sui quali gli assassini in divisa hanno comunque fatto il tiro a segno, ma gli altri lo sanno tutti. E comunque vanno.
Ma perché questo? e qui la domanda interroga tutti noi. Perché rischiare la vita per ottenere ciò che è un diritto dichiarato solennemente dall'Organizzazione delle Nazioni Unite?Perché lasciare che uno Stato distrugga un diritto di tutti ridicolizzando la massima espressione sovranazionale con l'impunità dei suoi crimini?
Se qualcuno si pone al di sopra del Diritto internazionale, questo Diritto non è più tale. Per sua definizione, o è valido erga omnes o non è diritto internazionale.
E allora fa bene Netanyahu ad essere fiero dei suoi crimini, cioè di quelli ordinati alle forze militari del suo Stato, fa bene ad esserne fiero perché questo dimostra che è al di sopra di ogni legge umana comprese quelle emanate dall'autorità più alta.
Forse
si ispira alle pagine più feroci dell'Antico testamento per sentirsi tanto
fiero. Magari alle pagine relative a Giacobbe, colui che sconfisse Dio
acquisendo il nome di "Israele".
Del resto l'ONU rappresenta, almeno teoricamente, la massima espressione laica del Diritto e Israele la scavalca, quindi la vince, così come nella narrazione biblica cui il sionismo si ispira, Giacobbe vinse Dio, la massima espressione della fede, ricevendone in cambio, sempre secondo la narrazione biblica, la promessa di ottenere tutta la terra di Canaan. Ma questo appartiene a narrazioni religiose più o meno apprezzabili. Tornando invece alla realtà secolare, se uno Stato si pone al di sopra del Diritto internazionale, questo Diritto non è più tale. Quindi è l'intero consesso umano che viene ferito dalla fierezza sionista che offende il Diritto internazionale e che viola costantemente il Diritto umanitario universale.
Il piccolo Abed è stato ucciso con un colpo alla testa, forse dallo stesso cecchino che nello stesso giorno ha sparato alla testa ad Amal la donna di 43 anni che era lì, a qualche centinaio di metri dalla rete a dire "la nostra determinazione romperà l'assedio". La loro determinazione! e perché la loro? avrebbe dovuto già romperlo l'ONU! Ma l'ONU non ha potere davanti a Israele e quindi ogni assassino israeliano è libero di giocare con le vite dei palestinesi senza pagare alcun prezzo, tranne quello di incontrare l'esasperazione di due ragazzini di 14 anni che potrebbero accoltellarlo per la strada, come successo al militare Weissman in Cisgiordania 3 anni fa. Omicidio per il quale il pubblico ministero israeliano ha chiesto la condanna a 35 anni, nonostante la minore età dei ragazzi, e una multa impossibile da saldare, pari a qualche milione di shekel.
Quindi Israele seguita a dimostrare al mondo la sua essenza "uber alles" e il mondo seguita a tollerare o, peggio, a condannare per antisemitismo chiunque si esprima contro i suoi crimini. Dovranno arrivare i suoi missili anche sulle nostre città per capire che il mostro va fermato? Forse, però allora sarà troppo tardi.
Intanto riposino in pace i tanti martiri palestinesi che ora sarebbero tra noi, se l’ONU avesse ragion d’essere e capacità di agire nel rispetto della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Del resto l'ONU rappresenta, almeno teoricamente, la massima espressione laica del Diritto e Israele la scavalca, quindi la vince, così come nella narrazione biblica cui il sionismo si ispira, Giacobbe vinse Dio, la massima espressione della fede, ricevendone in cambio, sempre secondo la narrazione biblica, la promessa di ottenere tutta la terra di Canaan. Ma questo appartiene a narrazioni religiose più o meno apprezzabili. Tornando invece alla realtà secolare, se uno Stato si pone al di sopra del Diritto internazionale, questo Diritto non è più tale. Quindi è l'intero consesso umano che viene ferito dalla fierezza sionista che offende il Diritto internazionale e che viola costantemente il Diritto umanitario universale.
Il piccolo Abed è stato ucciso con un colpo alla testa, forse dallo stesso cecchino che nello stesso giorno ha sparato alla testa ad Amal la donna di 43 anni che era lì, a qualche centinaio di metri dalla rete a dire "la nostra determinazione romperà l'assedio". La loro determinazione! e perché la loro? avrebbe dovuto già romperlo l'ONU! Ma l'ONU non ha potere davanti a Israele e quindi ogni assassino israeliano è libero di giocare con le vite dei palestinesi senza pagare alcun prezzo, tranne quello di incontrare l'esasperazione di due ragazzini di 14 anni che potrebbero accoltellarlo per la strada, come successo al militare Weissman in Cisgiordania 3 anni fa. Omicidio per il quale il pubblico ministero israeliano ha chiesto la condanna a 35 anni, nonostante la minore età dei ragazzi, e una multa impossibile da saldare, pari a qualche milione di shekel.
Quindi Israele seguita a dimostrare al mondo la sua essenza "uber alles" e il mondo seguita a tollerare o, peggio, a condannare per antisemitismo chiunque si esprima contro i suoi crimini. Dovranno arrivare i suoi missili anche sulle nostre città per capire che il mostro va fermato? Forse, però allora sarà troppo tardi.
Intanto riposino in pace i tanti martiri palestinesi che ora sarebbero tra noi, se l’ONU avesse ragion d’essere e capacità di agire nel rispetto della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
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