Mangiato il panettone, giunge come ogni anno l’ora
di nominare l’uomo dell’anno. Per il 2018 è facile, non possono esserci
dubbi: Donald Trump. Già si sente il brusio. Si vuole la brava persona,
l’esempio positivo. Ragazzi, rassegnatevi: non c’è. Il Financial Times ha
eletto George Soros, definendolo addirittura un paladino dei valori
della democrazia liberale anche se, con le sue speculazioni, ha sprofondato le
economie di un bel po' di Paesi in giro per il mondo e i risparmi di tanti
milioni di persone. E Time ha
scelto quattro giornalisti, persone eccellenti e coraggiose prese una
per una ma che, messi tutti insieme, sembrano messi lì per dire “ci siamo
ancora, contiamo, credete in noi”, quando dell’informazione tradizionale,
ahimè, ormai non si fida più quasi nessuno.
Ma c’è qualcuno che nel 2018 abbia dominato la
scena, americana e mondiale, più di Trump? No. Qualcuno che abbia influito sulle
sorti di noi tutti quanto lui? Dopo il summit di Singapore (giugno) con il
dittatore Kim Jong-un, che mette un freno alla minaccia atomica nordcoreana?
Dopo la nomina del giudice conservatore Brett Kavanaugh alla Corte Suprema?
Dopo la riscrittura degli accordi commerciali con Canada e Messico, con la
Cina, con l’Europa? Dopo le elezioni di
metà mandato, sconfitta o vittoria a metà che comunque trasforma il trumpismo
da fenomeno occasionale in realtà politica? E ancora non basta per
giudicarlo l’uomo dell’anno?
Nessuno, ovviamente, pensa che Trump sia un brav'uomo. E nessuno gongola
nel vederlo alla guida dell’unica superpotenza mondiale. Ma è lì, seduto nella
Casa Bianca. E se pensiamo alla
telefonata di Natale con cui il Presidente fa piangere i poveri bimbi
americani, svelando loro che credere in Babbo Natale è un po' da ciula, capiamo
che Trump svolge un ruolo non tanto politico ma soprattutto culturale. Come
ai bambini a stelle e strisce, anche a noi la rozzezza e la volgarità di Trump
svelano ogni giorno tutta la fragilità dell’impalcatura di ottimi propositi e
splendide intenzioni a cui ci appoggiavamo fino alla grande crisi globale del
2008. Quando è scoppiato il patatrac, tutto è
andato a carte all'aria e, finita l’illusione del benessere facile e per tutti,
siamo tornati alla beneamata clava.
Donald Trump non è la causa di tutto questo, ne è
invece la conseguenza. Proprio come lo sono i leader dei movimenti e partiti cosiddetti
“populisti” dai quali siamo ora così spaventati. Quando l’uomo bianco
occidentale si è accorto che, sì, centinaia di milioni di asiatici uscivano
dalla povertà assoluta ma lui non riusciva più a pagare il mutuo, ha chiamato
Trump e quelli come lui per rimettere le cose a posto (si fa per dire). Accogliere i migranti è cosa buona e
giusta, ma allora perché l’Europa non lo fa? Perché nella Ue si
scannano anche solo per non doverne ospitare qualche centinaio? L’ambiente è da
proteggere, chi può negarlo? Ma
perché, caro Macron, devo pagare tutto io, il borghese piccolo piccolo con il
gilet giallo, mentre i tuoi amici che possono permettersi le auto ibride stanno
sereni e tranquilli? E la mia pensione, sempre più piccola e
tardiva? E il mio ticket sanitario, sempre più caro? Di mio figlio disoccupato
chi si preoccupa? E se ci affanniamo
tanto a portare la democrazia agli altri, perché poi mettono le bombe qui, dove
la democrazia c’è già?
L’incapacità delle strutture politiche tradizionali, e delle idee
politiche tradizionali, nel rispondere a queste sfide epocali, e inedite dopo
un ventennio di vacche grasse, ha
spalancato la porta ai Donald Trump di tutto il mondo. Pensiamo in
genere che loro siano il male, ma attenzione. Li curiamo secondo i principi
dell’omeopatia, similia similibus curantur, “i
simili si curino coi simili”. Ci
inoculiamo piccole dosi di sovranismo, macronismo, populismo, nazionalismo,
nella convinzione di rimediare così alla febbre vera. Dimenticando
una cosa. L’omeopatia piace a molti ma è tuttora considerata una pseudoscienza.
Trump, se proprio vogliamo farlo, non si cura similibus ma
con gli opposti. Ad averne, ovviamente, la forza.
Ciao, Slec. Grazie a per gli articoli significativi e intelligenti che proponi. Buon 2019.
RispondiEliminacerco solo di mettere le cose che vorrei leggere...
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