Poco a
poco il mosaico salviniano si va
componendo e l’immagine che ne appare è tutt’altro che tranquillizzante.
L’innalzamento progressivo dei toni, le provocazioni all’Europa e gli insulti
ai migranti (“la pacchia è finita!”), gli atteggiamenti da bullo, le ruspe e
una sempre maggiore propensione per una giustizia fai da te. A nulla servono le
ripetute sparatorie che i media statunitensi, paese della libera circolazioni
di armi, ci raccontano regolarmente, le vittime innocenti di squilibrati o
assassini per rabbia. Favoriamo il commercio delle armi, visto che
peraltro le maggiori industrie che le producono sono, guarda caso, proprio in
Lombardia.
La strategia lego-fascista è ormai chiara: creare
uno stato di tensione permanente, costruito sulla paura dei migranti, per poi
avere mano libera su
provvedimenti lontani da ogni concetto di democrazia. Per spadroneggiare,
grazie alle paure indotte, sulle spalle degli ultimi.
Ogni pretesto è buono per alzare il tiro. Il cosiddetto decreto sicurezza,
non solo renderà meno sicure le strade d’Italia, ma spingerà sempre più persone
nelle mani della malavita, senza calcolare la perdita di posti di lavoro che
causerà la chiusura di molte strutture di accoglienza.
Il provvedimento poi, se analizzato nel dettaglio,
si configura come chiaramente “razzista”, perché a parità di atto commesso,
penalizza gli stranieri a cui
può essere anche tolta la cittadinanza, nel paese dove il partito del ministro
dell’interno deve 49 milioni sottratti allo stato. Si prevede di tassare
persino le rimesse degli immigrati, che così sono aiutati… a casa loro.
A questo punto, il problema non sono più Salvini e i
suoi cantori, siamo tutti noi. Dico tutti, perché nel Belpaese non c’è solo chi odia gli stranieri, c’è
anche molta gente per bene, che però tace. Le
dittature spesso nascono perché chi possiede valori democratici non ce la fa a
farsi sentire. Se non alziamo la
voce e il capo ora, dopo sarà troppo tardi.
È già tardi,
ma si può ancora ricuperare quel livello di civiltà che ci fa umani, per
ritornare a essere un minimo rispettosi degli altri, per dare senso a quei
valori cristiani che ci hanno accompagnato a lungo. Non serve difendere il
presepio, a essere in pericolo è la nostra umanità.
La cosa migliore che potrebbe capitare all'Italia e all'Europa è se tutti questi esempi di "civiltà che ci fa umani" si trasferissero, che ne so, in Australia o in Antartide a fondare una società ideale.
RispondiEliminaInvece no, questi "umani" sono gente che odia i propri figli, i propri genitori, fratelli, parenti, amici, vicini di casa, compatrioti e gli da addosso in tutti i modi perché attraverso la distruzione dell'Italia e dell'Europa passa la realizzazione dell'avvenire radioso della "nuova umanità".
Perché gli "umani" odiano gli Italiani? Perché odiano e disprezzano se stessi, non riuscendo a fare i conti con l'odio e il disprezzo di se stessi, lo rivoltano su chi gli sta attorno.
La "umanità" è solo una scusa, un espediente. In nome di questa perversione si sono riempite le fosse comuni ogni volta che gli "umani" ne hanno avuta l'opportunità. Fosse comuni riempite coi "nemici del popolo".
Difendere il presepio? Cos'è, una barzelletta? Perfino il Papa, eletto di proposito da una Chiesa agente di distruzione, ormai mente spudoratamente sui Vangeli, con Giuseppe e Maria profughi a casa loro, cosi come certi "professori umani" ridicoli citavano Enea come esempio di "profugo", dimenticandosi che appena messo piede in Italia Enea muove guerra agli indigeni per sottrargli la loro terra.