Yifat Doron afferma di aver
schiaffeggiato il procuratore militare israeliano per difendere la sua amica.
“Noi non veniamo puniti nello stesso modo dei palestinesi per aver commesso le
stesse azioni.”
Pochi minuti prima che un tribunale
militare israeliano condannasse la giovane Ahed Tamimi a otto mesi di carcere,
un’attivista israeliana, Yifat Doron, si è avvicinata al procuratore militare,
gli ha gridato: “Chi sei tu per giudicarla?” e ha dato uno schiaffo in testa al
tenente colonnello.
Doron è stata rilasciata sulla parola
solo due giorni dopo essere stata arrestata per aver schiaffeggiato il
procuratore nel marzo dello scorso anno. A Tamimi non è stata concessa la
libertà su cauzione per quattro mesi in attesa del processo, avendo anche lei
schiaffeggiato un soldato israeliano qualche mese prima.
Ahed è palestinese.
Yifat è israeliana. Ahed è stata giudicata dal sistema giudiziario militare israeliano. Yifat –
nonostante avesse preso a schiaffi un ufficiale militare nella Cisgiordania
occupata, proprio come Ahed – è stata processata in un tribunale civile
all’interno di Israele.
Quando Israele occupò la Cisgiordania
nel 1967 applicò sul territorio la legge militare. Tecnicamente, nel territorio
occupato la legge militare ed il sistema giudiziario militare hanno
giurisdizione ugualmente su palestinesi ed israeliani. Nella pratica, un
palestinese ed un israeliano che commettano lo stesso identico reato nello
stesso identico territorio sono soggetti a leggi differenti, a procedure
giudiziarie differenti, vengono processati in tribunali differenti e godono di
diritti e tutele differenti.
A differenza dello schiaffo di Ahed, che
ha occupato i titoli dei giornali in tutto il mondo e a quanto pare ha messo in
imbarazzo il sistema militare e l’orgoglio nazionale di Israele, non vi è stata
una documentazione filmata del gesto di Doron.
Il suo processo, per aver aggredito un
pubblico ufficiale in circostanze aggravate, è iniziato giovedì scorso presso
la pretura di Gerusalemme. Il pubblico ministero chiede che venga incarcerata.
La scorsa settimana, fuori dall’aula a
Gerusalemme, Doron ha detto che non intendeva fare una dichiarazione politica
quando ha preso a schiaffi l’ufficiale israeliano l’anno scorso. “Per come la
vedo io, è stata una reazione al fatto di vedere la mia amica in difficoltà.”
Comunque, ha aggiunto, ciò che è seguito è stato un esempio di apartheid.
“Noi non veniamo puniti nello stesso
modo in cui vengono puniti i palestinesi per le stesse azioni”, ha spiegato.
Doron si rappresenta da sola al
processo.
“Poiché l’arresto è avvenuto in un
contesto politico, non mi interessa entrare in qualunque genere di
argomentazioni giuridiche”, ha detto a proposito della sua decisione di
rinunciare all’avvocato. “Rappresenterò me stessa sul piano politico – mi
intendo di politica.”
Il sistema giudiziario è uno degli
strumenti principali usati da Israele per opprimere i palestinesi, ha aggiunto
Doron, e spera di impostare il processo su questo. In particolare, spera di far
luce sul diverso modo in cui sono trattati palestinesi e israeliani nei due
separati sistemi giudiziari.
Doron ha detto che non si opporrà alla
richiesta della procura di incarcerarla. “Ci sono persone che accettano
pacificamente il carcere, come molti dei miei amici palestinesi, che fanno
quotidianamente esperienza della realtà del carcere, sia personalmente che
attraverso i propri cari.” Il carcere fa semplicemente parte della loro vita,
spiega.
Negli ultimi anni Doron ha visitato il
villaggio palestinese di Nabi Saleh quasi ogni settimana. Ha partecipato alle
periodiche manifestazioni del villaggio contro l’occupazione ed è stata
presente ai funerali degli abitanti palestinesi uccisi dalle forze israeliane
per aver protestato contro l’espansione degli insediamenti illegali. Negli
ultimi dieci anni, decine di persone di Nabi Saleh, compresi minori, sono state
arrestate ed imprigionate per il loro coinvolgimento nelle manifestazioni
settimanali del villaggio.
“In definitiva, l’importante è
sostanzialmente stare accanto ai miei amici”, conclude Doron.
La prossima udienza del suo processo si
terrà a settembre – tra otto mesi. A differenza di Ahed, che è rimasta in
prigione in attesa del processo, Doron rimarrà in libertà fino ad allora.
Una versione di questo articolo è stata pubblicata per la prima volta in
ebraico su Local Call [Chiamata Locale,sito israeliano di notizie affiliato a
+972, ndtr.].
(Traduzione di Cristiana Cavagna)
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