Uno dei libri più belli e interessanti di Philip Dick è sicuramente Ma gli androidi sognano pecore elettriche? dal quale è stato tratto il film Blade Runner di Ridley Scott, considerato dai cinefili un cult – movie.
In esso si narra la vicenda di un gruppo di androidi
che sfuggono al controllo dell‘uomo che li ha creati e che tentano in tutti i
modi di sopravvivere alla data di morte sancita dal crudele ingegnere
elettronico che gli ha dato la vita.
Memorabile la scena finale nella quale l‘attore Rutger
Hauer che impersona uno degli androidi, salva la vita a Harrison Ford, l‘altro
attore protagonista, nonostante questi, avesse il compito di eliminarlo
appartenendo a un dipartimento della polizia che aveva proprio il compito di
neutralizzare questi androidi. Il capo del gruppo di Androidi, impersonato dal
compianto Rutger Hauer, è innamorato della vita, ma non solo della sua, bensì
della vita in generale ed è proprio questo che lo spinge a salvare colui che
fino a qualche istante prima ha tentato di eliminarlo.
L‘uomo dunque che riceve dalla macchina umanizzata un
insegnamento profondo: bisogna rispettare la vita di tutti, anche di quelli
che, paradossalmente, attentano alla nostra incolumità. Dick è ormai
universalmente considerato un grande scrittore, ma la sua genialità lo ha
portato anche a sviluppare sorprendenti capacità previsionali, ad esempio il
tema del film descritto in precedenza, quello cioè della macchina che sviluppa
capacità emozionali sembra trovare parziale conferma nelle teorie degli
studiosi che si raccolgono sotto la definizione di scienziati dell‘Intelligenza
Artificiale.
Il tema è oggi di estrema attualità e pone conflitti e
discussioni molto ampie e articolate, tutte argomentazioni che Dick, in
embrione, aveva affrontato già alla fine degli anni Sessanta con il suo
bellissimo libro. Partendo dalle osservazioni di Dick, proviamo a elencare
rischi e benefici dell’IA in modo tale da tentare di assumere una posizione
equilibrata nei confronti del problema in questione.
Cominciamo con i vantaggi che può apportare l’IA alla
vita quotidiana, e non solo, delle comunità umane. Iniziamo da due settori
strategici che riguardano l’attività economica dell’uomo ovvero l’automazione e
la produttività. Per quanto riguarda l’automazione l’IA è molto efficace
soprattutto nella riduzione dei tempi per tutto ciò che riguarda l’espletamento
di compiti ripetitivi come ad esempio il cosiddetto “data entry“ o per essere
più chiari, l’inserimento e la gestione di quantità enormi di dati all’interno
di sistemi informatici.
Anche la produttività trae beneficio dall’uso dell’IA
poiché è evidente che essa aumenta in maniera sostanziale soprattutto in
settori come la logistica, i servizi e l’attività industriale in generale.
Pensiamo poi ai miglioramenti che si possono ottenere nel settore
dell’assistenza al pubblico e del supporto. Ormai siamo abituati da anni a
poter usufruire di assistenti virtuali h24 quindi senza limiti temporali per
cui se abbiamo bisogno di qualche informazione importante o di risolvere
qualche problema tecnico, possiamo, in ogni momento, contattare questi
assistenti dalla voce metallica, ma a volte anche molto sensuale e gentile, che
ci guidano verso la soluzione del problema.
Come non fare riferimento poi a strumenti che sono
diventati quasi necessari come i software di traduzione, sintesi vocale e
riconoscimento d’immagini che facilitano non solo la nostra vita quotidiana ma
anche quella lavorativa. Nel campo medico i progressi già compiuti e le
prospettive che si stanno delineando sono veramante impressionanti, proviamo a
pensare, per esempio, alle diagnosi rapide e accurate che può fornirci l’IA
parallelamente alla capacità di analizzare enormi quantità di dati con i quali
è possibile trovare nuove cure e farmaci. La “personalizzazione“ è un altro
concetto che sta trovando terreno molto fertile nelle attività tipiche dell’IA.
Ad esempio, oggi è possibile realizzare campagne pubblicitarie su misura per
ogni singolo utente oppure svilupparee esperienze personalizzate in ambito
educativo. Anche il settore della sicurezza sta beneficiando dei progressi
dell’IA come nel caso della cosiddetta “sorveglianza intelligente“, il
rilevamento delle frodi informatiche e la sicurezza informatica avanzata.
Questi gli aspetti positivi, purtroppo, però, dobbiamo
fare i conti con l’altra faccia della medaglia ovvero i rischi dell’IA.
Innanzitutto pensiamo alla conseguenza più devastante, dal punto di vista
economico – sociale, ovvero la perdita di posti di lavoro determinata dal fatto
che molte mansioni, prima svolte da umani, saranno sostituite da sistemi
automatizzati soprattutto in quei lavori caratterizzati da una forte ripetitività
e da una bassa specializzazione.
La discriminazione è un altro elemento critico che
appartiene all’IA, infatti, questi sistemi possono riprodurre o addirittura
amplificare pregiudizi presenti nei dati con i quali sono stati addestrati.
Molte preoccupazioni suscita anche la tutela della privacy e il pericolo della
“sorveglianza“.
La raccolta di una quantità tanto vasta di dati
personali porta, inevitabilmente, a pericolose violazioni della privacy così
come avere il controllo dei dati può generare un rischio di sorveglianza di
massa con inevitabili esiti autoritari. Sicuramente l’IA può migliorare la vita
dell’uomo sotto molti punti di vista ma il suo utilizzo deve essere regolato da
principi etici e controlli efficaci.
Insomma non siamo ancora agli androidi descritti da
Dick ma l’impressione è che la distanza da essi si stia assottigliando sempre
di più.
“Una delle più grandi benedizioni di Dio è che ci
tiene perennemente nascosto il futuro.” Philip Dick
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