Il documento esclusivo è stato pubblicato dall'Associazione nazionale dei
magistrati
Oggi si dice “molto soddisfatto” per avere realizzato una sua “aspirazione”. Ma il ministro Carlo Nordio non è sempre stato favorevole alla separazione delle carriere dei magistrati. Non lo era di certo il 3 maggio 1994, quando da magistrato alla procura di Venezia ha firmato, insieme ad altri colleghi, un appello contro la separazione. Il documento esclusivo è stato pubblicato dall’Associazione nazionale dei magistrati. E subito dopo arriva la replica del ministro della Giustizia: “Cambiai idea dopo il suicidio di un indagato”.
Il testo della lettera – “I sottoscritti Magistrati della
Procura della Repubblica presso il Tribunale di Venezia aderiscono al comunicato dell’Associazione
Nazionale Magistrati in quanto contrari alla divisione delle carriere
dei Magistrati con funzioni requirenti e con funzioni giudicanti”, si
legge nella lettera. Poco sotto tra le firme compare proprio quella di
Nordio. Contrario alla riforma da pm, favorevole e fautore della
separazione da ministro.
Contrario da pm, favorevole da ministro – Come si legge su La
magistratura, la rivista dell’Anm, quel documento era stato “inviato via
fax alla sede romana dell’Associazione nazionale magistrati. I
firmatari aderivano all’appello di pubblici ministeri, pubblicato sulla
rivista La Magistratura nell’aprile 94, che raccolse in totale
oltre 1.500 adesioni e che elencava una serie di argomentazioni contrarie alla
separazione tra magistratura requirente e e giudicante”. Il primo punto
dell’appello – sottoscritto da Nordio – è “illuminante”, come si legge sulla
rivista: “Nella storia dell’Italia repubblicana l’indipendenza del Pm rispetto
all’esecutivo e l’unicità della magistratura ha rappresentato in concreto una garanzia
per l’affermazione della legalità e la tutela del principi di eguaglianza
dinanzi alla legge“. In pratica si tratta delle “stesse argomentazioni che
porta avanti oggi l’Anm e che Nordio respinge, dopo averle
condivise e sottoscritte nella veste di magistrato”.
La replica: “Cambia idea l’anno dopo” – “In quegli anni ero contro la
separazione delle carriere perché auspicavo che la magistratura restasse compatta,
in tempo di stragi e tangentopoli“, spiega oggi il
ministro. “Poi ci fu il caso del suicidio di un indagato in
una mia inchiesta a Venezia. Da lì capii che si stava esagerando e nel
1995 cambiai idea, tanto che anche alcuni giornali
il giorno dopo titolarono su questa mia nuova decisione”, aggiunge Nordio. “Del
resto – conclude – non sono stato certo l’unico tra i magistrati, tra i
politici e tra i giornalisti a cambiare idea. Nel 1997 fui chiamato dai
probiviri dell’Anm per render conto delle mie idee, che ribadii”.

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