Mai
avuto uno scrupolo di coscienza? Non esiste il problema. Se scegli di lavorare
in un’azienda della difesa sai dal primo giorno cosa si produce e quale sarà
l’utilizzo.
Se
c’è uno scrupolo di coscienza, non puoi far altro che andare altrove.
dice
Fabio Sgarzi, amministratore delegato di RWM, in un’intervista dell’Unione
Sarda il 13 gennaio 2018
L’antimilitarismo non è solo uno
dei modi più sinceri e diretti per esprimere solidarietà con chi viene
massacrato in Paesi lontani. Lottare contro il comparto bellico-industriale è
lottare contro i nostri stessi nemici, contro chi ci sfrutta, chi ci controlla
e tenta di decidere delle nostre vite, chi distrugge il territorio in cui
viviamo, chi cerca di creare un mondo a misura dei ricchi e dei potenti. Non
stiamo parlando solo di remote organizzazioni internazionali, ma di aziende,
basi militari, università, reti, muri, mezzi, persone con cui spesso
condividiamo lo stesso territorio.
Provare a ostacolare la
fabbricazione di ordigni non è impossibile. Secondo noi l’angolo di attacco più
efficace è quello del profitto, nel senso di rendere la produzione meno agevole
e quindi più costosa.
Peraltro agire sull’indotto della
fabbrica permette ad ognuno di scegliere il tipo di intervento che più gli è
congeniale. L’azione diretta in tanti o in pochi, di giorno o di notte,
costituisce sempre e comunque un piccolo passo verso la liberazione
dall’industria di guerra.
I nostri nemici, siano essi una
fabbrica di morte o le ditte con essa complici, hanno sedi fatte di reti e
cemento, possiedono veicoli e macchinari, impiegano decine di persone e
vorrebbero salvaguardare un’immagine pubblica il più possibile edulcorata dagli
orrori di cui sono responsabili.
Attaccarli è possibile, in molti
modi, tanti quanti la fantasia di ognuno può immaginare.
Scarica l’opuscolo Nessuno
Scrupolo, a cura di compagne e compagni di Cagliari.
Nessun commento:
Posta un commento