Julian Assange: un eroe moderno nell’epoca dell’indifferenza globalizzata
- Stefano Zecchinelli
Una commissione di esperti legali delle Nazioni
Unite ha ritenuto – proprio in questi giorni – illegittima la detenzione di
Julian Assange, fondatore di Wikileaks, nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra.
Per la precisione il Gruppo di lavoro sopra la Detenzione Arbitraria ha emesso
un comunicato firmato da Phil Seong-Hong in cui leggiamo ‘’Julian Assange è
detenuto illegalmente da Svezia e Regno Unito dopo il suo arresto a Londra del
7 dicembre 2010’’. 1
Per questo motivo le autorità svedesi e britanniche sono tenute a porre fine alla detenzione di Assange, a rispettare la sua integrità fisica e libertà; in più leggiamo che il giornalista australiano ha il ‘’diritto effettivo ad ottenere un risarcimento’’. La replica di Londra è in linea con la consueta, arrogante e spocchiosa retorica, tipica della borghesia britannica:‘’Questo non cambia nulla – dice il Ministro degli Esteri britannico – rifiutiamo qualsiasi affermazione che considera Assange detenuto arbitrariamente’’. La diplomazia londinese è determinata a far fuori il nostro, ad ‘’arrestarlo ed estradarlo in Svezia’’. Un atteggiamento schizofrenico quello di Londra, in buona parte simile a quello delle dittature pinochetiste che la Thatcher ( degna madrina del premier Cameron ) era solita appoggiare.
Eppure il ‘’caso Assange’’ non ha legami reali con la sua presunta – e mai verificata – ‘’cattiva condotta sessuale’’ in Svezia. Ci spiega John Pilger ‘’Il procuratore capo di Stoccolma, Eva Finne, respinse il caso dicendo: “Io non credo che ci sia alcun motivo di sospettare che egli abbia commesso il reato di stupro” e una delle donne coinvolte accusò la polizia di fabbricare prove e di “indirizzare” la sua testimonianza, protestando che “non voleva accusare JA di nulla”. Misteriosamente, dopo un intervento politico, un secondo procuratore riaprì il caso, poi lo bloccò’’ 2
Le ragioni della illegittima carcerazione sono ben altre: gli Usa non possono perdonare al nostro di avere rivelato al mondo una parte rilevante non solo dei crimini commessi contro i popoli afghano ed irakeno, ma anche dei progetti imperialisti dell’ amministrazione ‘’democratica’’ di Obama. Continua Pilger: ‘’Tradendo le sue stesse parole, Obama ha da allora perseguito più informatori di tutti i presidenti degli Stati Uniti messi insieme. La coraggiosa Chelsea (Bradley) Manning sta scontando 35 anni di carcere, dopo essere stata torturata durante la sua lunga detenzione preventiva’’. Ed è per questo che ‘’è in fase di rielaborazione una legge antispionaggio vecchia di un secolo che veniva utilizzata per mettere a tacere gli obiettori di coscienza durante la prima guerra mondiale; l’Espionage Act può prevedere sia l’ergastolo che la pena di morte’’.
Insomma, cosa dire ? Negli Usa – sulla scia di Bush – dal 2008 si è pianificata la condanna a morte, legale, di giornalisti e dissidenti politici. Assange è vittima di questa macchina antidemocratica che i media europei si ostinano a voler difendere ed imporre come modello.
Per questo motivo le autorità svedesi e britanniche sono tenute a porre fine alla detenzione di Assange, a rispettare la sua integrità fisica e libertà; in più leggiamo che il giornalista australiano ha il ‘’diritto effettivo ad ottenere un risarcimento’’. La replica di Londra è in linea con la consueta, arrogante e spocchiosa retorica, tipica della borghesia britannica:‘’Questo non cambia nulla – dice il Ministro degli Esteri britannico – rifiutiamo qualsiasi affermazione che considera Assange detenuto arbitrariamente’’. La diplomazia londinese è determinata a far fuori il nostro, ad ‘’arrestarlo ed estradarlo in Svezia’’. Un atteggiamento schizofrenico quello di Londra, in buona parte simile a quello delle dittature pinochetiste che la Thatcher ( degna madrina del premier Cameron ) era solita appoggiare.
Eppure il ‘’caso Assange’’ non ha legami reali con la sua presunta – e mai verificata – ‘’cattiva condotta sessuale’’ in Svezia. Ci spiega John Pilger ‘’Il procuratore capo di Stoccolma, Eva Finne, respinse il caso dicendo: “Io non credo che ci sia alcun motivo di sospettare che egli abbia commesso il reato di stupro” e una delle donne coinvolte accusò la polizia di fabbricare prove e di “indirizzare” la sua testimonianza, protestando che “non voleva accusare JA di nulla”. Misteriosamente, dopo un intervento politico, un secondo procuratore riaprì il caso, poi lo bloccò’’ 2
Le ragioni della illegittima carcerazione sono ben altre: gli Usa non possono perdonare al nostro di avere rivelato al mondo una parte rilevante non solo dei crimini commessi contro i popoli afghano ed irakeno, ma anche dei progetti imperialisti dell’ amministrazione ‘’democratica’’ di Obama. Continua Pilger: ‘’Tradendo le sue stesse parole, Obama ha da allora perseguito più informatori di tutti i presidenti degli Stati Uniti messi insieme. La coraggiosa Chelsea (Bradley) Manning sta scontando 35 anni di carcere, dopo essere stata torturata durante la sua lunga detenzione preventiva’’. Ed è per questo che ‘’è in fase di rielaborazione una legge antispionaggio vecchia di un secolo che veniva utilizzata per mettere a tacere gli obiettori di coscienza durante la prima guerra mondiale; l’Espionage Act può prevedere sia l’ergastolo che la pena di morte’’.
Insomma, cosa dire ? Negli Usa – sulla scia di Bush – dal 2008 si è pianificata la condanna a morte, legale, di giornalisti e dissidenti politici. Assange è vittima di questa macchina antidemocratica che i media europei si ostinano a voler difendere ed imporre come modello.
Julian Assange non piega la testa
Nonostante le provocazioni americane, Assange non ha mai smesso di denunciare la classe politica statunitense divisa fra i militaristi alla Bush, Clinton e Rubio e gli uomini d’affari, i grandi capitalisti, gli speculatori ( e sfruttatori ) senza scrupoli, come Donald Trump. Una classe politica dipendente, da un lato, dalle multinazionali e, dall’altra, succube delle lobby e del complesso militar-industriale. Lo studioso Webster Tarpley ha ironizzato parlando della ‘’lotta’’ fra il ‘’partito dei reazionari’’ ed il ‘’partito dei fascisti’’, una visione radicale più che opportuna.
Hillary Clinton, eroina della ‘’sinistra imperiale’’ europea, viene vista dal fondatore di Wikileaks come una garanzia per ulteriori guerre d’aggressione neocoloniali. Assange è durissimo ‘’un voto ad Hillary Clinton equivale ad un voto per stupide ed interminabili guerre’’ 3. Non è stata forse la Clinton ad organizzare l’abbattimento del governo progressista di Gheddafi, gettando volutamente nella miseria più nera milioni di centro-africani i quali confidavano nel progetto pan-africanista del leader libico ?
La forza d’animo di Assange ha suscitato la reazione scomposta del primo ministro britannico, Cameron, il quale ha definito ‘’ridicola’’ la decisione dell’ONU. Forse i piani militaristi della Clinton attraggono il leader britannico, alleato di ferro dei Saud e di Netanyahu ? La cancelleria dell’Ecuador non è rimasta in silenzio ‘’Sono molto sorpreso – ha detto il Ministro degli Affari Esteri, Ricardo Patiño – a me ciò che pare ridicola è la sua reazione ( si riferisce a Cameron ), una reazione che è certamente irrispettosa. Quando le Nazioni Unite prendono decisioni che gli fanno comodo, queste sono buone e tutto il mondo deve rispettarle. Quando queste decisioni a loro non piacciono, allora diventano ridicole’’ 4.
Emerge da questa triste vicenda una concezione ‘’usa e getta’’ del diritto internazionale, una ‘’democraticità sui generis’’ ad uso e consumo delle potenze imperialistie. Su che basi di diritto internazionale la Clinton vuole aggredire la Siria oppure riaprire le ostilità contro l’Iran ? Evidentemente il ‘’diritto’’, in regime capitalistico, non può essere aderente alla ‘’giustizia’’ ma possiamo identificarlo con la ‘’potentia’’ ( potenza ) ovvero la facoltà delle grandi nazioni di aggredire i piccoli paesi. Chavez ricordava ai giornalisti eurocentrici che tutto questo ha un solo nome: imperialismo. Assange – come il defunto presidente venezuelano – ha provato a spiegarci come funziona la macchina della disinformazione imperiale: possiamo stupirci della sua triste sorte?
In una recente intervista, con la consueta precisione, il giornalista australiano ha dato un ennesimo e durissimo colpo agli Usa, svelando il tema complesso di internet: ‘’Il business model di Google è la raccolta della vita privata delle persone: raccogliere queste informazioni, archiviarle, indicizzarle e costruire modelli di comportamento basati su questi dati. E tutto questo viene venduto a fini pubblicitari. Di fatto, è il medesimo modello che le agenzie di sorveglianza come la Nsa e il Gchq hanno messo in atto’’. Ci troviamo davanti – a partire dalla rete, vera lama a doppio taglio – ad un sistema, tanto di monitoraggio, quanto di indottrinamento e controllo. A chi appartiene facebook su cui, a breve, diffonderò questo articolo ?
Julian Assange ha affrontato questa enorme e micidiale macchina burocratica spiegandoci il suo funzionamento: per gli Usa adesso è un ‘’terrorista’’; è giusto che noi lo si consideri come una sorta di eroe moderno.
http://www.hispantv.com/newsdetail/el-reino-unido/203891/assange-onu-razon-liberacion-embajada-wikileaks
http://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/6607-john-pilger-liberta-per-julian-assange-ultimo-capitolo.html
http://www.hispantv.com/newsdetail/ee-uu/204570/assange-hillary-clinton-libia-wikileaks
http://www.hispantv.com/newsdetail/ecuador/204746/eucador-irrespetuosa-david-cameron-assange-veredicto-onu
Nonostante le provocazioni americane, Assange non ha mai smesso di denunciare la classe politica statunitense divisa fra i militaristi alla Bush, Clinton e Rubio e gli uomini d’affari, i grandi capitalisti, gli speculatori ( e sfruttatori ) senza scrupoli, come Donald Trump. Una classe politica dipendente, da un lato, dalle multinazionali e, dall’altra, succube delle lobby e del complesso militar-industriale. Lo studioso Webster Tarpley ha ironizzato parlando della ‘’lotta’’ fra il ‘’partito dei reazionari’’ ed il ‘’partito dei fascisti’’, una visione radicale più che opportuna.
Hillary Clinton, eroina della ‘’sinistra imperiale’’ europea, viene vista dal fondatore di Wikileaks come una garanzia per ulteriori guerre d’aggressione neocoloniali. Assange è durissimo ‘’un voto ad Hillary Clinton equivale ad un voto per stupide ed interminabili guerre’’ 3. Non è stata forse la Clinton ad organizzare l’abbattimento del governo progressista di Gheddafi, gettando volutamente nella miseria più nera milioni di centro-africani i quali confidavano nel progetto pan-africanista del leader libico ?
La forza d’animo di Assange ha suscitato la reazione scomposta del primo ministro britannico, Cameron, il quale ha definito ‘’ridicola’’ la decisione dell’ONU. Forse i piani militaristi della Clinton attraggono il leader britannico, alleato di ferro dei Saud e di Netanyahu ? La cancelleria dell’Ecuador non è rimasta in silenzio ‘’Sono molto sorpreso – ha detto il Ministro degli Affari Esteri, Ricardo Patiño – a me ciò che pare ridicola è la sua reazione ( si riferisce a Cameron ), una reazione che è certamente irrispettosa. Quando le Nazioni Unite prendono decisioni che gli fanno comodo, queste sono buone e tutto il mondo deve rispettarle. Quando queste decisioni a loro non piacciono, allora diventano ridicole’’ 4.
Emerge da questa triste vicenda una concezione ‘’usa e getta’’ del diritto internazionale, una ‘’democraticità sui generis’’ ad uso e consumo delle potenze imperialistie. Su che basi di diritto internazionale la Clinton vuole aggredire la Siria oppure riaprire le ostilità contro l’Iran ? Evidentemente il ‘’diritto’’, in regime capitalistico, non può essere aderente alla ‘’giustizia’’ ma possiamo identificarlo con la ‘’potentia’’ ( potenza ) ovvero la facoltà delle grandi nazioni di aggredire i piccoli paesi. Chavez ricordava ai giornalisti eurocentrici che tutto questo ha un solo nome: imperialismo. Assange – come il defunto presidente venezuelano – ha provato a spiegarci come funziona la macchina della disinformazione imperiale: possiamo stupirci della sua triste sorte?
In una recente intervista, con la consueta precisione, il giornalista australiano ha dato un ennesimo e durissimo colpo agli Usa, svelando il tema complesso di internet: ‘’Il business model di Google è la raccolta della vita privata delle persone: raccogliere queste informazioni, archiviarle, indicizzarle e costruire modelli di comportamento basati su questi dati. E tutto questo viene venduto a fini pubblicitari. Di fatto, è il medesimo modello che le agenzie di sorveglianza come la Nsa e il Gchq hanno messo in atto’’. Ci troviamo davanti – a partire dalla rete, vera lama a doppio taglio – ad un sistema, tanto di monitoraggio, quanto di indottrinamento e controllo. A chi appartiene facebook su cui, a breve, diffonderò questo articolo ?
Julian Assange ha affrontato questa enorme e micidiale macchina burocratica spiegandoci il suo funzionamento: per gli Usa adesso è un ‘’terrorista’’; è giusto che noi lo si consideri come una sorta di eroe moderno.
http://www.hispantv.com/newsdetail/el-reino-unido/203891/assange-onu-razon-liberacion-embajada-wikileaks
http://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/6607-john-pilger-liberta-per-julian-assange-ultimo-capitolo.html
http://www.hispantv.com/newsdetail/ee-uu/204570/assange-hillary-clinton-libia-wikileaks
http://www.hispantv.com/newsdetail/ecuador/204746/eucador-irrespetuosa-david-cameron-assange-veredicto-onu
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