lunedì 27 agosto 2018

S T O L E N – il piano genocida australiano 1869-1999 - Gian Luigi Deiana



dunque siamo arrivati in men che non si dica a invocare il modello razzista australiano nella politica dei respingimenti;
è bene ricordare che ciò che chiamiamo australia, come nazione e come stato, è la formazione storicamente più giovane nella girandola delle grandi migrazioni europee, meno di duecento anni, nel continente forse più antico di suoli e di gente;
variamente miscelati e sospettosi gli uni degli altri, inglesi, tedeschi, francesi, italiani e di ogni dove del vecchio mondo, erano uniti da una assoluta certezza: isolare la popolazione aborigena e portarla all’estinzione;
ora, se solo di straforo un ministro italiano si permette di fare cenno all’attuale modello australiano, ne va ricordato il presupposto storico: trattare gli indonesiani o i cingalesi oggi come furono trattati gli aborigeni ieri;
la legge che autorizzava il piano di genocidio della popolazione aborigena, ponendola formalmente in capo allo stato e alla chiesa cristiana, fu approvata nel 1869, centocinquanta anni fa quando nacque mio nonno materno; ma la cosa più spaventosa sta nel fatto che fu abrogata solo nel 1999, meno di venti anni fa;
essa consisteva essenzialmente nella sistematica sottrazione dei bambini alle famiglie di origine e nellla loro reclusione a vita in collegi e poi in campi separati dalla società: 1999, cioè appena ieri;
fu merito di pochi uomini di cultura la denuncia di questa ‘normale’ empietà: tra questi il film di philippe noise e kenneth brannagh ”generazione rubata”, che è accessibile in internet e che invito a vedere e a vivere con tutta la rabbia di cui può essere capace un cuore.


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