David Bell si inserisce fra gli statiunitensi che vogliono fuggire, per un po' di tempo.
un libro avvincente, denso, spiazzante, l'ho letto due volte, per ora.
è un libro che merita, buona lettura.
si legge nel risvolto della copertina:
“È la fine degli anni sessanta: a ventotto anni, David
Bell è il sogno americano diventato realtà. Ce l’ha fatta, è arrivato in cima.
Giovane, bello e top manager di una grande rete televisiva newyorkese, Dave è
abilmente sopravvissuto a faide e purghe aziendali di ogni genere, e può godere
di una posizione e di un successo invidiabili. Il suo mondo è fatto delle
immagini che balenano sugli schermi d’America, delle fantasie che nutrono la
chimera della nazione più potente del pianeta. Ma da quella vetta, la sensazione
di vuoto per Dave si fa insostenibile, urgente il bisogno di confrontarsi e di
sporcarsi le mani con quel paese che i suoi programmi televisivi non riescono e
non vogliono raccontare davvero. Il sogno ha perso il suo incanto e si è
smascherato come l’incubo americano. La ricerca di una realtà sfuggente si
trasforma allora in un pellegrinaggio per le strade degli Stati Uniti a bordo
di un camper scassato. Con tre improbabili compagni di viaggio e la cinepresa
in spalla, Dave cattura volti, voci, pensieri, storie, la crisi rabbiosa di una
cultura che deve fare i conti con se stessa e con i suoi conflitti, da quello
in Vietnam a quello sociale e razziale. È il film della sua vita, il suo film,
il tentativo frenetico e folle di scrivere un pezzo di storia dell’America di
sempre, con l’arma di un umorismo raggelante e i materiali di scarto della
cultura di massa.”
…in Americana troviamo
approcciati da DeLillo alcuni dei grandi temi che verranno poi sviluppati con
maggiore compiutezza ed efficacia stilistica nei romanzi successivi, in un
lungo e meticoloso lavoro di rappresentazione dell’America di oggi, con le sue
paure, le sue contraddizioni, la sua grandezza ma anche le sue inconfessabili
miserie.
Per onestà devo
ammettere che il libro non mi ha del tutto conquistato: ho faticato non poco a
smaltire i tanti dialoghi, spesso al limite del nonsense, e certe descrizioni
tanto accurate quanto ridondanti. Non a caso l’autore sul finire degli anni ’80
ha rivisto il libro, al fine di snellirlo un po’.
D’altro canto
non dobbiamo dimenticare che si tratta del primo lavoro di un autore che
crescerà enormemente nel tempo, fino a donarci un capolavoro assoluto
come Underworld. Quindi apprezziamolo per quello che è: la
partenza, forse non del tutto riuscita, ma comunque ammirevole, di un viaggio
che condurrà DeLillo tra i giganti della letteratura contemporanea.
…DeLillo è
uno scrittore che dovrebbe essere assolutamente “letto e studiato” da chi
decide di utilizzare il proprio tempo libero per scrivere romanzi o saggi con
la speranza che poi vengano presi in considerazione da editori seri.
DeLillo
eccelle nelle descrizioni di personaggi e ambienti: la sua New York è viva come
era viva la Dublino nell’Ulisse di Joyce, un maestro indiscusso, da
lui letto e ben assimilato. I personaggi di DeLillo, anche quelli di contorno,
non sono mai banali, vengono disegnati con quattro veloci pennellate e
rimangono incisi per sempre nella mente dei lettori…
Nessun commento:
Posta un commento