lunedì 27 agosto 2018

Americana – Don DeLillo

dopo Henry David Thoreau puoi essere l'uomo che, ancora giovanissimo, ha tutto, ma quello che farai sarà lasciare tutto e immergersi nell'America profonda, nella natura, fra gli indiani, con una telecamera, per trovare la verità e il senso delle cose.
David Bell si inserisce fra gli statiunitensi che vogliono fuggire, per un po' di tempo.
un libro avvincente, denso, spiazzante, l'ho letto due volte, per ora.
è un libro che merita, buona lettura.



si legge nel risvolto della copertina:
È la fine degli anni sessanta: a ventotto anni, David Bell è il sogno americano diventato realtà. Ce l’ha fatta, è arrivato in cima. Giovane, bello e top manager di una grande rete televisiva newyorkese, Dave è abilmente sopravvissuto a faide e purghe aziendali di ogni genere, e può godere di una posizione e di un successo invidiabili. Il suo mondo è fatto delle immagini che balenano sugli schermi d’America, delle fantasie che nutrono la chimera della nazione più potente del pianeta. Ma da quella vetta, la sensazione di vuoto per Dave si fa insostenibile, urgente il bisogno di confrontarsi e di sporcarsi le mani con quel paese che i suoi programmi televisivi non riescono e non vogliono raccontare davvero. Il sogno ha perso il suo incanto e si è smascherato come l’incubo americano. La ricerca di una realtà sfuggente si trasforma allora in un pellegrinaggio per le strade degli Stati Uniti a bordo di un camper scassato. Con tre improbabili compagni di viaggio e la cinepresa in spalla, Dave cattura volti, voci, pensieri, storie, la crisi rabbiosa di una cultura che deve fare i conti con se stessa e con i suoi conflitti, da quello in Vietnam a quello sociale e razziale. È il film della sua vita, il suo film, il tentativo frenetico e folle di scrivere un pezzo di storia dell’America di sempre, con l’arma di un umorismo raggelante e i materiali di scarto della cultura di massa.”




in Americana troviamo approcciati da DeLillo alcuni dei grandi temi che verranno poi sviluppati con maggiore compiutezza ed efficacia stilistica nei romanzi successivi, in un lungo e meticoloso lavoro di rappresentazione dell’America di oggi, con le sue paure, le sue contraddizioni, la sua grandezza ma anche le sue inconfessabili miserie.
Per onestà devo ammettere che il libro non mi ha del tutto conquistato: ho faticato non poco a smaltire i tanti dialoghi, spesso al limite del nonsense, e certe descrizioni tanto accurate quanto ridondanti. Non a caso l’autore sul finire degli anni ’80 ha rivisto il libro, al fine di snellirlo un po’.
D’altro canto non dobbiamo dimenticare che si tratta del primo lavoro di un autore che crescerà enormemente nel tempo, fino a donarci un capolavoro assoluto come Underworld. Quindi apprezziamolo per quello che è: la partenza, forse non del tutto riuscita, ma comunque ammirevole, di un viaggio che condurrà DeLillo tra i giganti della letteratura contemporanea.

…DeLillo è uno scrittore che dovrebbe essere assolutamente “letto e studiato” da chi decide di utilizzare il proprio tempo libero per scrivere romanzi o saggi con la speranza che poi vengano presi in considerazione da editori seri.
DeLillo eccelle nelle descrizioni di personaggi e ambienti: la sua New York è viva come era viva la Dublino nell’Ulisse di Joyce, un maestro indiscusso, da lui letto e ben assimilato. I personaggi di DeLillo, anche quelli di contorno, non sono mai banali, vengono disegnati con quattro veloci pennellate e rimangono incisi per sempre nella mente dei lettori…

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