venerdì 10 agosto 2018

L’Olocausto dovrebbe essere una proprietà privata? "Non abbastanza!" - Uri Avnery


lo stato di Israele non ha pozzi di petrolio. Non ha miniere 
d’oro. Che cosa possiede? E’ il proprietario del ricordo dell’Olocausto.

Che vale molto. Chiunque voglia purificarsi da quella infamia ha bisogno di un certificato rilasciato dallo stato di Israele. Un documento del genere è assai costoso. Più grave è la colpa del richiedente, più alto è il prezzo del rilascio.
Che cosa ci ricorda?

Per molti secoli la Chiesa Cattolica aveva venduto “indulgenze”. Si trattava di documenti rilasciati dal papa o dai cardinali, che garantivano al ricevente la dispensa da doveri religiosi o permettevano atti [formalmente] proibiti dalla Chiesa.

Il caso più famoso è quello di Enrico VIII, re d’Inghilterra. Una indulgenza papale gli aveva permesso di sposare una principessa spagnola, gesto che sarebbe stato in contrasto con la legge ecclesiastica, visto che [fra i due] vi era un lontano legame di parentela. Ma, quando aveva voluto divorziare da lei per sposare la figlia di un nobile inglese, il papa gli aveva negato la necessaria dispensa. Il risultato era stata la scissione fra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Anglicana, in cui il re (o la regina) hanno una funzione simile a quella del papa.

Il problema era che, con il passare del tempo, il rilascio delle indulgenze era diventato un commercio di fascia alta, da cui si arricchivano il papa e il clero di rango inferiore. Questa situazione aveva causato la rivolta di Martin Lutero e degli altri riformatori, che avevano dato vita a nuove Chiese indipendenti.
I leaders di Israele, capeggiati da Binyamin Netanyahu, ora si comportano come i papi dei tempi che furono: vendono le indulgenze dell’Olocausto.



Questo business non lo ha inventato Netanyahu. Lo ha ereditato dai suoi   predecessori. Era cominciato con David Ben-Gurion, subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, quando aveva fatto un patto con il Cancelliere tedesco Konrad Adenauer. Ben-Gurion aveva dichiarato che esisteva una “nuova Germania”, che era completamente kosher e, in cambio, i Tedeschi avevano pagato tre miliardi di marchi allo stato di Israele, sia come indennizzo, che sotto forma di pensioni individuali ai sopravvissuti.

Anch’io avevo ricevuto una piccola somma per la “perduta educazione” e ai miei genitori era stata concessa una pensione mensile, che li aveva aiutati a sbarcare il lunario per tutto il resto della loro vita.
Per Ben-Gurion questa era esclusivamente una questione economica. Il nuovo stato di Israele non aveva soldi, il risarcimento tedesco lo aveva aiutato a sopravvivere nei primi anni.

Ma l’accordo nascondeva un’altra decisione. Israele, come ben si sa, è uno “stato ebraico”. Il governo di Israele porta due corone: è il governo di uno stato sovrano e si considera il leader della diaspora ebraica mondiale. Il presupposto ideologico è che questi due incarichi siano una cosa sola ed unica.
Ma questa è una finzione. Di tanto in tanto, si presentano dei problemi che mostrano [come esista] qualche divergenza fra gli interessi di Israele e quelli della diaspora. In tutti questi casi, gli interessi di Israele hanno la precedenza.

Una di queste situazioni si è presentata adesso.
Binyamin Netanyahu, re d’Israele e aspirante imperatore del popolo ebraico, ha firmato una dichiarazione congiunta con il governo polacco che libera, in effetti, il popolo polacco da ogni responsabilità riguardante   l’Olocausto. Vengono condannati, allo stesso tempo, l’antisemitismo e i sentimenti anti-polacchi.

Questo documento ha sollevato una tempesta [di critiche], centrata su due interrogativi: (1) corrisponde al vero? E (2) perché Netanyahu l’ha firmata?

Alla seconda domanda è più facile dare una risposta: Netanyahu ha una forte affinità con i governi dell’Europa Orientale, che formano un nuovo blocco, capeggiato dalla Polonia e che comprende anche l’Ungheria, la Repubblica Ceca e la Slovacchia.
I governi di tutte queste nazioni sono di estrema destra, quasi totalitari e anti-rifugiati. Si potrebbe definirli fascisti-soft.

Nell’Europa attuale, tutti [questi stati] si oppongono alla leadership della Cancelliera Angela Merkel e dei suoi alleati, che sono più o meno liberali, favorevoli ai rifugiati e condannano l’occupazione israeliana della Palestina e gli insediamenti israeliani. Netanyahu ritiene che la sua alleanza con l’opposizione europea possa fungere da deterrente nei confronti dei sostenitori della Merkel.

Le istituzioni ebraiche mondiali vedono la cosa in una luce completamente diversa. Ricordano che questi partiti di estrema destra sono i discendenti dei partiti filo-nazisti del periodo hitleriano. Per loro, il cinismo di Netanyahu è un tradimento nei confronti delle vittime ebraiche dell’Olocausto.
Una domanda molto più importante è: la dichiarazione congiunta corrisponde al vero?

Anche in Israele, la dichiarazione filo-polacca di Netanyahu è stata ampiamente condannata. L’odio per la Polonia è molto più radicato di quello per la Germania. E’ una storia lunga e complicata.
Prima dell’Olocausto, in Polonia risiedeva la più grande comunità ebraica del mondo. Pochissimi Ebrei si chiedono: come mai? Perchè?

La semplice (e dimenticata) verità è che, per secoli, la Polonia è stata il paese più progressista d’Europa. Mentre gli Ebrei venivano perseguitati,   uccisi ed espulsi dalla maggior parte delle altre nazioni europee, Inghilterra, Francia e Germania comprese, venivano accolti a braccia aperte dai re polacchi. Uno di loro aveva avuto un’amante ebrea, i proprietari terrieri nobili impiegavano gli Ebrei come amministratori dei loro possedimenti, gli Ebrei si sentivano protetti.

Nel corso degli anni, questa situazione era completamente mutata. I Polacchi mal sopportavano, in mezzo a loro, quella minoranza, non tanto esigua, di aspetto e modo di vestire diversi, che parlava un’altra lingua (Yiddish) e aveva una religione differente. Erano risentiti anche dalla competizione economica. Durante i lunghi periodi di dominazione e di oppressione da parte della Russia e degli altri stati vicini, i Polacchi erano diventati estremamente nazionalisti e, da questo nazionalismo, erano esclusi gli Ebrei. L’antisemitismo era diventato una forza potente.

La risposta ebraica era stata un odio radicato per la Polonia e per tutto ciò che era polacco.
L’invasione nazista della Polonia aveva creato una situazione molto complicata. Dopo la guerra, per molti Ebrei era risultato evidente che i Polacchi avevano collaborato con i nazisti allo sterminio degli Ebrei. Era diventato normale parlare dei “campi di concentramento polacchi”.
Questo ha fatto arrabbiare molto i Polacchi. Di recente hanno promulgato una legge che criminalizza l’uso di espressioni del genere.


Perciò, quando Natanyahu aveva firmato una dichiarazione con cui liberava i Polacchi da ogni responsabilità per lo sterminio degli Ebrei in Polonia, la cosa aveva suscitato una tempesta di furore in Israele e in tutto il mondo ebraico.

Circa una dozzina di anni fa avevo visitato per la prima volta la Polonia. [Quella visita] faceva parte delle ricerche per il mio libro (in ebraico) “Lenin non vive più qui”, che descriveva la situazione in Russia e in diverse altre nazioni subito dopo la caduta del comunismo.


Nessun’altra nazione mi aveva sorpreso come la Polonia. Avevo saputo che, durante l’occupazione nazista, c’erano state non una, ma due organizzazioni clandestine che avevano combattuto contro i nazisti. Milioni di Cristiani polacchi, insieme agli Ebrei, erano stati sterminati dai nazisti.


(Quando eravamo ritornati in Israele, mia moglie Rachel, che mi aveva accompagnato nel viaggio, aveva sentito una bottegaia di Tel Aviv parlare polacco. “Lo sa che i Tedeschi hanno ucciso anche tre milioni di Cristiani polacchi?”, le aveva chiesto, ancora inpressionata da quello che aveva sentito [in Polonia]. “Non abbastanza”, aveva rimarcato la bottegaia.)

Durante l’Olocausto, le prime informazioni affidabili sui campi di sterminio arrivate agli alleati occidentali e alle istituzioni ebraiche erano filtrate dal governo polacco in esilio a Londra. Migliaia di Polacchi sono   stati decorati in Israele per aver aiutato dagli Ebrei a sopravvivere, spesso rischiando la vita loro e delle loro famiglie.

Certo, molti altri Polacchi avevano aiutato i Tedeschi ad uccidere gli Ebrei, proprio come avevano fatto le popolazioni locali di tutte le nazioni occupate dai nazisti. Subito dopo la fine dell’occupazione nazista si era anche verificato qualche pogrom locale. Ma non ci sono stati “Quisling” polacchi. In confronto alle altre popolazioni che avevano subito l’occupazione, i Polacchi si sono comportati abbastanza bene.

E allora, come mai i campi di sterminio si trovavano in Polonia? Perchè lì viveva il grosso degli Ebrei, e perché lì era facile trasportare gli Ebrei provenienti dagli altri paesi. Ma non erano “campi di sterminio polacchi”.
Nella dichiarazione congiunta Netanyahu-Polonia ci sono alcune esagerazioni. Per esempio si parla di anti-semitismo e anti-polacchismo (qualunque cosa significhi) nella stessa frase. Ma certamente non merita tutte le critiche che ha ricevuto.

Alcuni anni fa avevo letto una novella di uno scrittore israeliano. Descriveva l’invasione del Medio Oriente da parte di una popolazione mongola, che odiava in modo ossessivo gli Arabi. Gli occupanti avevano chiesto agli Ebrei di aiutarli a sterminare gli Arabi, promettendo loro ogni genere di ricompensa.
In quanti avranno fatto una cosa del genere? Che cosa avreste fatto voi? 





Per concessione di Comedonchisciotte


Data dell'articolo originale: 14/07/2018

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