L’emergenza criminalità? Un ricordo del passato. Così
come quella dell’immigrazione, verità raccontate dal report del ministero
dell’Interno, il primo dell’era Salvini, pubblicato, come ogni anno, a cavallo
di Ferragosto. Il documento raccoglie i dati che vanno dal primo agosto 2017 a
quello 2018, raccontando una storia scritta per buona parte prima del 4 marzo.
I numeri ufficiali sulla sicurezza in Italia parlano chiaro: i delitti sono
diminuiti del 9,5 per cento, gli omicidi del 14 per cento, furti e rapine,
rispettivamente, sono scesi di 8,7 e 11 punti. Per quanto riguarda la
lotta alla criminalità organizzata, in circolazione rimane un solo latitante di
massima pericolosità: Matteo Messina Denaro. Gli sbarchi? Ovviamente dimezzati.
E tra gli atti di indirizzo rivendicati c’è anche l’avvio della procedura di
modifica della carta d’identità elettronica, con «la relativa ricevuta
l’indicazione di “padre” e “madre” in luogo di “genitori”».
La lotta alla criminalità organizzata. Il dossier
sicurezza parte proprio da qui, dal numero di mafiosi arrestati nell’ultimo
anno. Se fino a ferragosto 2017 a finire in cella sono stati 1.627 affiliati,
nell’anno successivo sono stati 1.662, tra i quali 53 latitanti, otto in più
rispetto al periodo precedente.
Il lavoro delle forze dell’ordine ha consentito di
portare in cella tutti i boss meritevoli di rientrare nell’elenco dei super
ricercati del Viminale: l’ultimo ad essere incastrato è stato Rocco Morabito,
boss di ‘ ndrangheta, ricercato dal 1994 e arrestato il 4 settembre 2017 a
Montevideo, in Uruguay. Messina Denaro rimane dunque l’ultimo degli eterni
fuggitivi, nascosto nel buio dal 1993 e con una sentenza di condanna al carcere
a vita pendente sulla sua testa. Sono diminuite, invece, le operazioni di
polizia giudiziaria: il numero è sceso da 175 a 154.
AMMINISTRAZIONI SCIOLTE PER MAFIA
Sono aumentati gli accessi ispettivi antimafia nei
Comuni: da 24 a 26, dei quali dieci attualmente in corso. A ciò si aggiungono i
drammatici numeri relativi agli scioglimenti delle amministrazioni comunali: da
26 si è passati a 34, di cui 24 nuovi e dieci proroghe, con la Calabria che si conferma
primatista degli scioglimenti, con la metà dei Comuni interessati. Numeri alti
quelli relativi a sequestri e confische: nell’ultimo anno sono stati 22.650 i
beni congelati, dei quali 1068 aziende, per un totale di 4.592 milioni di euro.
Numeri che, però, in alcuni casi non hanno superato la prova definitiva: le
confische sono infatti 9.620, per un totale di 477 aziende e un valore di 3.227
milioni di euro. Attualmente, l’agenzia nazionale dei beni confiscati ha in
gestione 21.265 beni, dei quali 3.018 sono aziende.
IL TERRORISMO INTERNAZIONALE
Cambiano di poco i numeri relativi alle espulsioni per
motivi di sicurezza: 96 fino al 31 luglio 2017, 108 fino al 2018, dei quali due
imam. Raddoppiato, invece, il numero degli estremisti arrestati: sono 43 quelli
dell’ultimo anno, contro i 24 del periodo precedente, mentre i foreign fighters
monitorati sono stati 135, dieci in più in un anno, dei quali 48 deceduti e 26
rientrati in Europa. Cresce a dismisura il numero delle persone controllate:
510.492 contro le 272.557 dell’anno precedente.
DELITTI DIMINUITI DEL 9,5 PER CENTO
I numeri parlano di un sensibile calo dei delitti, che
sono scesi da 2.453.872 a 2.240.210. Diminuiscono gli omicidi ( passati da 371
a 319, dei quali 30 attribuibili alle mafie), le rapine ( passate da 31.904 a
28.390) e i furti ( scesi da da 1.302.636 a 1.189.499), ma anche le operazioni
contro l’abusivismo commerciale e la contraffazione, passate da 50.390 a
45.994, con quasi 120 milioni di articoli sequestrati per un totale di 1,159
miliardi di euro ( circa 300milioni in meno). Preoccupano ancora, invece, i
numeri della vioaccompagnati, lenza sulle donne, con una diminuzione del
26,3 per cento delle denunce per stalking e un aumento del 20 per cento gli
ammonimenti del Questore, dei quali in 429 casi – poco meno della metà per
violenza domestica. Gli omicidi volontari riguardano ancora in un terzo dei
casi le donne e ben 134 avvengono in ambito familiare, il più delle volte
commessi dal partner ( 48 casi) o da un altro familiare ( 70 casi).
SBARCHI PIÙ CHE DIMEZZATI
C’è da giurarci che il tema che interessa maggiormente
il ministro dell’Interno Matteo Salvini è quello dell’immigrazione.
E nel report del suo dicastero i dati sono per lui
confortanti, sebbene relativi ancora quasi tutti al governo precedente: 42.700
immigrati arrivati in Italia contro i 182.877 dell’anno precedente, quando gli
scafisti arrestati erano stati 536, contro i 209 dell’ultimo anno. La
percentuale è altissima: meno 76,6 per cento. Tra gli arrivi si contano anche
6mila minori non quattro volte in meno rispetto ai dati contenuti nel
report dello scorso anno. Diminuite le domande d’asilo ( 82.782 contro 144.099),
ma sono aumentate le domande di protezione internazionale esaminate, delle
quali solo il 39 per cento ha ottenuto il riconoscimento di una forma di
protezione.
Aumentano dunque i dinieghi ( 53,8 per cento) e di
conseguenza i rimpatri, anche se di poco: da 6.378 si è passati a 6.833, dei
quali 1.201 volontari assistiti. La geografia della migrazione è dunque
cambiata, ma il numero di stranieri regolarmente soggiornanti rimane quasi
invariato: sono 4.116.721, ovvero centomila in più. Ma tra i risultati
amministrativi il report annovera anche la riduzione dei tempi per l’esame
delle istanze d’asilo, con indicazioni ai Prefetti «per la razionalizzazione e
il contenimento delle spese dei servizi di accoglienza per i richiedenti
asilo», come testimoniato dal caso Riace, quello che ha fatto più scalpore.
(da il dubbio)
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