Gli agenti della sicurezza di un ospedale
israeliano domenica hanno bloccato 10 attivisti arabi ed ebrei a causa di
un’azione di disobbedienza civile di protesta contro la prassi di discriminare,
allontanare e controllare i palestinesi su una linea pubblica di autobus nel
sud di Israele.
Gli attivisti, che appartengono al
movimento di base di protesta ‘Standing Together’ [“Stare insieme”], sono stati
fatti scendere dall’autobus all’entrata del centro medico Barzilai ad Ashkelon,
dopo essersi rifiutati di mostrare le loro carte di identità e aver chiesto di
sapere perché ai passeggeri non arabi non fosse stato chiesto di mostrare le
loro.
‘Local Call’ [sito di notizie e analisi
israeliano in ebraico, ndtr.] ha riferito per la prima volta la scorsa
settimana che da parecchi mesi gli agenti della sicurezza dell’ospedale
chiedono ai passeggeri che hanno sembianze arabe di mostrare le loro carte di
identità. Se sono palestinesi, gli agenti li fanno scendere dall’autobus e gli
permettono di risalire quando si allontana dall’edificio dell’ospedale. Sia l’ospedale
che la compagnia di autobus hanno confermato l’esistenza di questa nuova
prassi, ma hanno sostenuto che “viene condotta in modo rispettoso”.
Domenica mattina un agente della sicurezza
è salito sull’autobus numero 18 quando è arrivato nei pressi dell’edificio del
centro medico Barzilai, si è avvicinato a Gadir Hani – una palestinese
cittadina di Israele che indossa il velo ed è attivista di ‘Standing Together’,
e le ha chiesto la sua carta di identità.
Una ripresa video mostra Hani che chiede
all’agente di sicurezza perché lei fosse discriminata e di richiedere a tutti i
passeggeri di mostrare la propria carta d’identità. Anche gli altri passeggeri
arabi sull’autobus hanno rifiutato di mostrare i propri documenti, dopodiché
sono saliti a bordo parecchi altri agenti della sicurezza.
Quando gli attivisti hanno esibito i loro
cartelli, gli agenti gli hanno detto che erano in arresto e li hanno fatti
scendere dall’autobus. Pochi minuti dopo è arrivato un ufficiale dell’ospedale
di grado più alto e li ha rilasciati.
“Questo tipo di discriminazione è
esattamente ciò che avevano sperato i promotori della legge dello Stato-Nazione
ebraico: mostrare alla società israeliana che è legittimo discriminare, in
tutti gli ambiti della vita, tra ebrei ed arabi cittadini di Israele”, ha detto
l’attivista di ‘Standing Together’ Uri Weltman. “Non accetteremo la
segregazione razziale – sugli autobus o in qualunque altro luogo.”
Secondo il rapporto di ‘Local Call’ sulle
pratiche discriminatorie, oltre 3.000 persone hanno firmato una petizione
online che chiede che l’ospedale smetta di discriminare e allontanare i
passeggeri arabi dall’autobus.
L’ospedale e la compagnia di autobus
sostengono che solo i palestinesi residenti in Cisgiordania e Gaza sono
sottoposti ad un controllo suppletivo e fatti scendere dal bus quando entra
nell’ospedale, giustificando questa prassi con ambigue motivazioni di
sicurezza. Tuttavia una residente del luogo che regolarmente usufruisce di
quella specifica linea di autobus ha detto a ‘Local Call’ di aver visto anche
palestinesi cittadini di Israele cacciati fuori dal bus in diverse occasioni.
(I palestinesi residenti in Cisgiordania hanno carte di identità verdi, mentre
i residenti e i cittadini di Israele, compresi i palestinesi, hanno carte di identità
blu.)
Da quando questa prassi è stata resa
pubblica per la prima volta la scorsa settimana in un post su Facebook, molte
organizzazioni israeliane per i diritti umani hanno chiesto che l’ospedale, la
compagnia di autobus, i ministeri israeliani della Sanità e dei Trasporti la
interrompano immediatamente.
(Traduzione di Cristiana Cavagna)
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