sabato 2 febbraio 2019

Nave del governo nel Mediterraneo - Luciano Bertozzi



La nave della Marina militare Carlo Margottini è partita da La Spezia per una crociera in Medioriente e nel mare arabico e sarà anche una vetrina dell’industria della difesa italiana.
La crociera rappresenta, infatti, si legge nel sito della Marina «un’importante occasione per promuovere in modo integrato il “Sistema Paese”, affiancando e supportando le attività di importanti rappresentanti dell’industria nazionale per la difesa come Fincantieri, Leonardo, MBDA ed Elettronica, la cui collaborazione con la Marina militare e la difesa ha reso possibile la stessa campagna».
La nave parteciperà anche alla fiera delle armi che si svolgerà ad Abu Dhabi (IDEX 2019) dal 17 al 21 febbraio e ciò «dimostra l’attenzione della Marina militare – sempre secondo il sito della Marina – verso gli sviluppi tecnologici e il ruolo che ricopre nelle collaborazioni con l’industria nazionale nella progettazione e realizzazione di piattaforme e sistemi avanzati quali le unità della classe FREMM».
La nave si recherà anche a Damman, in Arabia Saudita e a Kuwait City in Kuwait. Il viaggio interessa paesi che sono fra i principali acquirenti di armi dell’Italia, ma sono anche paesi coinvolti nella guerra nello Yemen che ha prodotto immani lutti e rovine, dove l’Arabia Saudita ha anche utilizzato bombe prodotte in Sardegna. Evidentemente il governo “del cambiamento” pensa in questo modo di rilanciare il paese scegliendo di non utilizzare la leva degli aiuti militari per imporre il rispetto di quei diritti umani che, soprattutto in Arabia Saudita, sono inesistenti. Anche con l’esecutivo gialloverde sembra siano le grandi aziende statali delle armi e dell’energia a guidare la politica estera italiana; neanche il truce omicidio dell’oppositore al regno saudita Khashoggi ha indotto a condannare quel regime. Del resto, alla fine del 2018 si è svolta un’analoga missione dell’Aeronautica militare in Kuwait, Bahrein e Qatar. «Il tour – si legge nel sito dell’Aeronautica – organizzato in collaborazione con Leonardo Spa, si pone a coronamento di programmi di cooperazione internazionale rivolti in particolare al settore dell’addestramento e della formazione, che la Difesa e l’Aeronautica Militare hanno da tempo avviato con tali paesi».
Non è accettabile che le Forze armate, di fatto, siano al servizio degli interessi commerciali dell’industria della difesa italiana, in particolare di Leonardo (ex Finmeccanica) e Fincantieri, nel promuoverne l’export, tanto più che la normativa vigente vieta le vendite ai paesi belligeranti. Tuttavia nel 2016 e 2017 le vendite di armi all’Arabia Saudita sono state pari, secondo i dati ufficiali governativi, a 427 milioni di euro nel 2016 e a 52 milioni nel 2017; agli Emirati Arabi Uniti nel 2016 le vendite sono state 59 milioni e l’anno successivo 29 milioni; al Kuwait, grazie alla vendita di 28 aerei Eurofighter, ben 7,7 miliardi di euro nel 2016 e 2,9 miliardi di euro nel 2017. Le due citate aziende, peraltro a partecipazione pubblica, erano presenti alla fiera delle armi del Cairo di fine 2018, nonostante l’assassinio di Giulio Regeni.
È da ricordare come i “pentastellati” dall’opposizione fossero contrari al commercio delle armi verso questi paesi, ma ora che sono al governo pare aver cambiato rotta.
Da ricordare come lo stesso parlamento europeo si sia espresso per porre fine alle vendite di armi all’Arabia Saudita.

Fonte: Nigrizia


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