Eroe o criminale di
guerra?
Eroe per qualcuno, criminale di guerra per
altri. Ma un soldato, o è eroe o è criminale di guerra, almeno nella stesso
esercito. Il dubbio riguarda Edward Gallagher, detto “The Blade” (La Lama), un
comandante dei Navy Seals, corpo di elite della marina statunitense, che ha
operato in Irak nel 2017, durante l’offensiva che ha portato alla riconquista
di Mosul in mano all’Isis dal 2014. Se eroe o criminale lo dovrà stabilire la
corte marziale di San Diego, California, con il processo che si è aperto il 28
gennaio.
Gallagher faceva parte della squadra ‘Seven Alpha Platoon’, che doveva appoggiare le Forze speciali irachene nella caccia di soldati dello Stato Islamico con l’uso di droni e cecchini. Un “lavoro” svolto talmente bene da far considerare Gallagher come uno dei migliori uomini sul campo di battaglia e fargli guadagnare la decorazione della Bronze Star.
Gallagher faceva parte della squadra ‘Seven Alpha Platoon’, che doveva appoggiare le Forze speciali irachene nella caccia di soldati dello Stato Islamico con l’uso di droni e cecchini. Un “lavoro” svolto talmente bene da far considerare Gallagher come uno dei migliori uomini sul campo di battaglia e fargli guadagnare la decorazione della Bronze Star.
Una sconvolgente
rivelazione
Una specie di leggenda e un eroe per i
suoi sottoposti, una garanzia di successo nelle missioni affidategli dai suoi
comandanti. Poi al ritorno in patria una sconvolgente rivelazione. Nel marzo
del 2018 sette soldati del suo team lo accusano di crimini di guerra. Uno
scandalo che qualcuno cerca di tenere ‘chiuso in casa’. La prima denuncia ai
diretti superiori, poi ad autorità militari ancora più in alto, che però
tentarono l’insabbiamento. L’imbarazzo di un eroe decorato che si rivela
possibile criminale. Ma i soldati denuncianti non si arrendono e la vicenda,
diventata pubblica, passa alla magistratura militare, Corte marziale di San
Diego, California.
Omertà e omicidi
gratuiti
Una storia di omertà e depistaggi sulla
quale ha fatto luce il New York Times, venuto in possesso delle 439 pagine di
un rapporto riservatissimo nel quale sono descritte le atrocità che avrebbe
commesso Gallagher. Le accuse sono almeno mezza dozzina, tra queste omicidio premeditato
e tentato omicidio. Le testimonianze dei suoi commilitoni parlano di un
comportamento che metteva a rischio costantemente la vita di civili e militari.
Si parla di omicidi senza ragione, mitragliamenti indiscriminati contro case e abitanti. Gli uomini del suo plotone hanno riferito anche che Gallagher rimaneva nascosto più del dovuto prendendo di mira chiunque e sparando molto più del necessario. Inquietante è il particolare del suo vantarsi delle uccisioni di donne e bambini, tanto da provocare una protesta dei soldati stessi.
L’episodio culmine, l’omicidio di un quindicenne ritenuto appartenente all’Isis. Mentre il ragazzo ferito veniva curato da un medico, Gallagher si sarebbe avvicinato e lo avrebbe accoltellato più volte uccidendolo. Di questo si sarebbe poi vantato con un commilitone con tanto di foto, insieme ad altri Seals, accanto al corpo dell’ucciso.
Si parla di omicidi senza ragione, mitragliamenti indiscriminati contro case e abitanti. Gli uomini del suo plotone hanno riferito anche che Gallagher rimaneva nascosto più del dovuto prendendo di mira chiunque e sparando molto più del necessario. Inquietante è il particolare del suo vantarsi delle uccisioni di donne e bambini, tanto da provocare una protesta dei soldati stessi.
L’episodio culmine, l’omicidio di un quindicenne ritenuto appartenente all’Isis. Mentre il ragazzo ferito veniva curato da un medico, Gallagher si sarebbe avvicinato e lo avrebbe accoltellato più volte uccidendolo. Di questo si sarebbe poi vantato con un commilitone con tanto di foto, insieme ad altri Seals, accanto al corpo dell’ucciso.
L’indulto di Trump
Il caso Gallagher non è il primo che
riguarda crimini di guerra. Omertà e ostracismo contro che denuncia, angherie e
minacce fino ad arrivare a veri e propri pestaggi, come denunciano alcuni
avvocati militari. In questo contesto si sta sviluppando una forte polemica tra
associazioni di veterani, legali e Donald Trump. Il presidente infatti appena
tre giorni fa, in occasione del Memorial Day dedicato alle vittime di tutte le
guerre Usa, si era dichiarato favorevole ad un perdono generalizzato degli
accusati.
All’inizio maggio di quest’anno aveva già fatto discutere la grazia concessa al soldato Michael Behenna, il militare riconosciuto colpevole dell’omicidio del detenuto iracheno, sospettato di essere un membro di al-Queda, Ali Mansur Mohammed, avvenuto nel 2008.
Perdonismo irresponsabile di pura convenienza elettorale, denuncia Gary Solis, ex giudice e procuratore militare, marinaio e veterano della guerra del Vietnam, condito da profonda ignoranza (di Trump). Per Solis «Trump disonora tutti i militari che rispettano le leggi. Il presidente sta creando un clima che protegge i criminali di guerra, mina l’autorità dei comandanti sul campo e ignora le Convenzioni di Ginevra, una serie di protezioni legali concordate a livello internazionale per salvaguardare soldati, civili e prigionieri».
All’inizio maggio di quest’anno aveva già fatto discutere la grazia concessa al soldato Michael Behenna, il militare riconosciuto colpevole dell’omicidio del detenuto iracheno, sospettato di essere un membro di al-Queda, Ali Mansur Mohammed, avvenuto nel 2008.
Perdonismo irresponsabile di pura convenienza elettorale, denuncia Gary Solis, ex giudice e procuratore militare, marinaio e veterano della guerra del Vietnam, condito da profonda ignoranza (di Trump). Per Solis «Trump disonora tutti i militari che rispettano le leggi. Il presidente sta creando un clima che protegge i criminali di guerra, mina l’autorità dei comandanti sul campo e ignora le Convenzioni di Ginevra, una serie di protezioni legali concordate a livello internazionale per salvaguardare soldati, civili e prigionieri».
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