(Traduzione a cura di
Elena Intra dall’articolo originale di Sian Norris in esclusivasu openDemocracy)
Come riportato da openDemocracy pochi
giorni fa, è
trapelato un report nel quale viene svelato un piano controverso mirato ad
aumentare drasticamente l’influenza dei gruppi religiosi all’interno del
Parlamento europeo.
Scritto dall’eurodeputata
irlandese Mairead
McGuinness, vicepresidente del Parlamento, il progetto darebbe potenzialmente alle Chiese
la possibilità di dire la propria su ogni nuovo atto legislativo, risoluzione o
relazione in corso al Parlamento europeo.
La relazione raccomanda più
incontri diretti tra le associazioni religiose e i relatori del Parlamento, i quali
gestiscono le proposte legislative elaborate dalla Commissione Europea, nonché
altri documenti chiave, compresi i progetti strategici.
A Bruxelles, i gruppi religiosi sono già
trattati in modo diverso rispetto ad altre organizzazioni della società civile.
Tuttavia, coloro che si sono schierati contro la relazione affermano che i
cambiamenti proposti aumenterebbero questo squilibrio e alcuni
deputati sostengono che violerebbe la separazione tra religione e
politica.
Il report di McGuinness è stato
presentato lo scorso mese all’Ufficio di Presidenza del
Parlamento europeo che si occupa, tra le altre cose, del regolamento e dei
progetti di bilancio dell’organismo.
È stato accantonato in seguito alle
proteste dei legislatori, ma si prevede che verrà discusso di nuovo a giugno – dopo le molto
dibattute elezioni del Parlamento, in cui i partiti di estrema destra sperano
di ottenere grandi vittorie.
I politici di estrema destra, dall’Italia
all’Ungheria, si stanno già impegnando a difendere “l’Europa cristiana“ e promuovono
un’agenda ultra-conservatrice di valori tradizionali, allineandosi con i
gruppi conservatori cristiani che si oppongono al divorzio e
alla contraccezione, nonché all’educazione sessuale, all’aborto e ai diritti
degli omosessuali.
I deputati hanno espresso preoccupazione per il fatto che una maggiore
presenza dell’estrema destra nel Parlamento europeo potrebbe portare a buon
fine i futuri tentativi di approvare le controverse proposte di McGuinness.
Un eurodeputato ha dichiarato a
openDemocracy che la relazione “anticipa le decisioni nel prossimo
Parlamento“ e questo, insieme alla prevista ondata di parlamentari di estrema
destra, è “preoccupante“.
OpenDemocracy può inoltre rivelare che
l’assistente di Mairead McGuinness a Bruxelles, un funzionario statale
irlandese che si ritiene abbia lavorato a questo report, ha collegamenti con
Agenda Europa, una rete strettamente riservata che opera contro i diritti
sessuali e riproduttivi.
Le raccomandazioni presentate nella
relazione si
applicherebbero anche ai “gruppi filosofici non confessionali“ con cui il
Parlamento si consulta, comprese le organizzazioni umaniste. Ma questi gruppi
sono in numero
minore e sono molto critici nei confronti delle proposte.
Julie Pernet, della Federazione
Umanista europea, ha dichiarato a openDemocracy che il rapporto avrebbe
dovuto essere “il
risultato di un ampio consenso” di organizzazioni, “cosa che però non è
vera“. Piuttosto, ha detto, riflette principalmente le posizioni dei
potenti gruppi cristiani che vogliono “imporre un’agenda reazionaria” e “assicurarsi che la
legislazione dell’UE obbedisca al dogma cattolico“.
In una lettera al presidente del
Parlamento, un gruppo di eurodeputati ha affermato che le proposte
rappresentano una “grave
violazione del principio di separazione tra religione e politica” e creerebbero “un canale di pressione
privilegiato estremamente sgradito e non trasparente per le
organizzazioni religiose“.
Citando la recente indagine di openDemocracy sui milioni di dollari che
la destra cristiana degli Stati Uniti ha riversato nella politica europea negli ultimi
dieci anni – aumentando così l’influenza dell’estrema destra in tutto il
continente – i deputati avvertono che sarebbe “irresponsabile aprire
il processo legislativo alle organizzazioni religiose“.
I deputati hanno inoltre messo in dubbio
l’affermazione del report di essere il riflesso di “un chiaro consenso” tra i gruppi
consultati, affermando invece che “sembrano sostenere per lo più le opinioni
delle chiese presenti“.
“Europa cristiana” e l’estrema destra
Il primo ministro ungherese Viktor Orban è forse il
politico più di spicco di estrema destra che si impegna a difendere
“l’Europa cristiana“ e promuove un’agenda di “valori tradizionali” ultra-conservatori.
Ha inserito questi impegni nel manifesto elettorale del suo partito per le elezioni
europee. Un altro esponente di estrema destra, Matteo Salvini – vicepremier
italiano e leader del partito della Lega – ha definito un recente summit di
attivisti cristiani ultra-conservatori un esempio “dell’Europa che ci piace“.
Molti di questi politici hanno preso di mira “l’ideologia
di genere“, allineandosi con gruppi conservatori cristiani che si oppongono al
divorzio e alla contraccezione così come all’educazione sessuale, ai matrimoni
omosessuali, ai diritti dei trans e all’accesso all’aborto sicuro e legale per
le donne.
Viviana Waisman, direttrice di Women’s Link Worldwide, un’organizzazione per i diritti
delle donne con uffici in Spagna e Colombia, ha messo in guardia sul
fatto che questi movimenti conservatori cristiani globali cercano di “riportarci indietro
nel tempo per
quanto riguarda ciò che le donne possono e non possono fare“.
La COMECE (Commissione
delle conferenze episcopali della Comunità Europea), il gruppo di pressione
della Chiesa cattolica a Bruxelles, a lungo ha cercato di rafforzare il dialogo
tra la Chiesa e il Parlamento europeo. Uno dei temi principali è la riforma
sul modo in cui viene attuato l’articolo 17 del Trattato sul funzionamento
dell’Unione Europea. Questa parte del trattato richiede “un dialogo aperto,
trasparente e regolare tra le istituzioni dell’UE e le chiese, le associazioni
religiose e le organizzazioni filosofiche e non confessionali“.
La relazione di McGuinness sull’articolo
17 propone
più “riunioni a livello operativo” con i relatori per condividere
“competenze
su dossier specifici“. Raccomanda inoltre che gli uffici di collegamento del Parlamento europeo
sostengano le Chiese nell’influenzare la politica rivolgendosi ai loro
deputati; openDemocracy ha saputo che COMECE ha spinto in modo specifico verso
questi cambiamenti.
I critici sostengono che queste
raccomandazioni darebbero ai gruppi religiosi come la COMECE, che si oppongono
sistematicamente ai diritti sessuali e riproduttivi, un ulteriore accesso
privilegiato ai responsabili della pianificazione legislativa su tali questioni.
La COMECE nega di essere vicina
all’estrema destra. In risposta alle domande poste da openDemocracy, ha anche affermato di
essere “impegnata
a limitare la propria attenzione solo sulle competenze dell’UE” e “non esiste alcun
dialogo tra la COMECE e le istituzioni UE su questioni che non rientrano nelle
competenze dell’UE, compreso l’accesso all’aborto e i matrimoni tra persone
dello stesso sesso“.
Tuttavia, Julie Pernet, della
Federazione Umanista europea, ha definito il rapporto di McGuinness “una delle varie
iniziative prese dalla COMECE per ri-cristianizzare l’Europa e minare i diritti
fondamentali“.
Il principale firmatario della lettera
dei deputati contro le proposte è la politica francese Virginie Rozière, la quale ha riferito a
openDemocracy che le raccomandazioni formulate dal report per rafforzare
l’influenza religiosa sono “completamente folli“ e porteranno a “funzionari pubblici
che organizzano incontri tra gruppi religiosi e relatori“, cosa che creerebbe
un canale di lobbismo privilegiato.
“Abbiamo già visto gruppi religiosi cercare
di influenzare tutto ciò che riguarda l’uguaglianza di genere, i diritti umani,
la non discriminazione per quanto riguarda il genere e l’orientamento sessuale“, ha detto Rozière,
ricordando anche come i gruppi religiosi “abbiano cercato di impedire
al Parlamento di chiedere un divieto alla terapia di conversione per
omosessuali“.
Ha anche fatto riferimento a campagne di
organizzazioni religiose contro la Convenzione di Istanbul del Consiglio
d’Europa mirata a combattere la violenza di genere, affermando che “collocano l’opinione
tradizionale su come dovrebbe essere una famiglia al di sopra della protezione
delle donne dalla violenza“.
L’attivista per i diritti riproduttivi,
Ailbhe Smyth, coinvolta tra l’altro nella riuscita campagna per legalizzare
l’aborto in Irlanda lo scorso anno, ha dichiarato: “In molti Paesi abbiamo
osservato tentativi – alcuni riusciti – da parte della Chiesa cattolica
di bloccare o impedire la legislazione su questioni come il matrimonio tra
persone dello stesso sesso e l’aborto“, e campagne simili sono state
intraprese da “partiti
di estrema destra“.
Nel frattempo, Pernet ha fornito
l’esempio di un ipotetico
futuro testo del Parlamento europeo sui diritti riproduttivi che, se
le raccomandazioni di McGuinness fossero approvate, significherebbe che i
relatori dovrebbero consultare la COMECE, contraria proprio a questi diritti.
Mischiare religione e politica
Il rapporto di McGuinness è stato preparato dopo aver consultato 16
organizzazioni a febbraio. La metà dei presenti apparteneva alla religione
cristiana.
La Federazione Umanista europea afferma che le
raccomandazioni del rapporto sono effettivamente “un’approvazione delle
richieste fatte dalle organizzazioni cattoliche.” La Federazione era
uno dei soli
tre gruppi laici coinvolti nella consultazione.
Gli altri gruppi consultati sono le associazioni Baha’i e Hare Krishna, un
gruppo musulmano, due gruppi ebraici e l’Alleanza Massonica europea.
OpenDemocracy ha saputo che quando gli
umanisti hanno chiesto a McGuinness se stesse ascoltando maggiormente le voci
religiose, ha risposto che non era tenuta a trattare allo stesso modo
tutti gli interlocutori. Quando le è stato chiesto direttamente via e-mail da
openDemocracy, non ha risposto.
Secondo Rozière, la stessa fede di
McGuinness potrebbe aver influenzato il report, osservando il desiderio di
alcuni leader politici in Europa “di rafforzare la Chiesa cattolica
in reazione a ciò che viene percepita come una crescente influenza dell’Islam e
delle organizzazioni musulmane“.
La politica irlandese non ha risposto neanche alle richieste di commentare
questo punto.
Un’altra voce irlandese a Bruxelles, che
sembra abbia lavorato alla relazione, è Faerghas O’Beara, che secondo il suo
profilo LinkedIn è
consigliere di McGuinness e coordina “il dialogo, basato sull’articolo
17, del Parlamento con organizzazioni religiose e filosofiche“.
Il fatto che un eurodeputato e un
funzionario statale irlandesi abbiano lavorato alla relazione danno l’idea
che l’Irlanda
si stia muovendo verso una minore, e non maggiore, separazione tra Chiesa e
Stato.
O’Beara ha parlato in occasione di eventi con
rappresentanti di ADF International, l’ala globale di un “esercito legale”
della destra cristiana statunitense che ha riversato milioni di dollari in
Europa negli ultimi dieci anni, come ha rivelato nei mesi
scorsi openDemocracy.
Il suo nome fa anche parte di una lista
trapelata di iscritti, dal 2016, a un gruppo di Google per la rete di Agenda Europa,
organizzazione che si batte contro i diritti sessuali e riproduttivi. Insieme a O’Beara,
altri nomi nell’elenco trapelato comprendono due segretari di Stato per il
Vaticano, altri rappresentanti della Santa Sede e il gruppo di pressione
COMECE.
Anche O’Beara non ha risposto alle richieste di commento su questo
articolo.
Una nuova realtà politica
La relazione di McGuinness per ora è stata archiviata, una mossa ben
accolta dal deputato Rozière e dai suoi colleghi.
Tuttavia, Rozière ha detto a
openDemocracy “se non
avessimo protestato, la relazione sarebbe stata adottata senza che
nessuno vi prestasse attenzione“.
Ha anche sottolineato la minaccia
rappresentata dai gruppi di estrema destra che sperano di ottenere grandi
vittorie nelle elezioni europee della prossima settimana. “Abbiamo osservato i
collegamenti tra le organizzazioni di estrema destra e quelle religiose“, ha detto. “Vogliono sottolineare
che non sono ostili alle Chiese.”
Il rischio, dicono i deputati e gli umanisti, è che un gruppo parlamentare
di estrema destra più potente sosterrà le proposte quando saranno ripresentate
all’Ufficio di Presidenza del Parlamento a giugno.
Pernet ha spiegato: “Il modo in cui la
politica si sta evolvendo in Europa sarebbe più favorevole all’adozione di
queste proposte“. Rozière fa eco a queste preoccupazioni, dicendo “dovremmo preoccuparci
di ciò che accadrà nel prossimo Parlamento“.
In risposta alle raccomandazioni della
relazione, l’attivista per i diritti riproduttivi Ailbhe Smyth ha avvertito che
“un’Europa
dominata dall’estrema destra prenderà sempre di mira le donne e la
sessualità“, come ha fatto la Chiesa cattolica per molti anni, afferma.
“Dare
alla Chiesa cattolica o ad altre chiese privilegi all’interno del Parlamento
europeo è assolutamente impensabile“, ha affermato. “È completamente contrario
ai principi di uguaglianza dell’UE e va contrastato“.
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