(dal sito https://www.remocontro.it)
Per fortuna la fonte è statunitense
Venezuela gara al peggio, scandalo aiuti
sullo staff di Guaidò
L’operazione politica
‘aiuti umanitari’ dello scorso febbraio dagli Usa alla popolazione venezuelana
attraverso l’opposizione al governo Maduro e all’allora neo autoproclamato
presidente alternativo Juan Guaidò. Poco di umanitario molta propaganda
politica allora, finita per giunta male. Ma c’è di peggio dietro. Molto peggio,
quasi a non credere a tanta sfacciata arroganza. Un gigantesco schema di
corruzione sul fronte di Cúcuta, la città di confine con la Colombia, punto di
arrivo del bengodi Us-Aid (e di partenza di un eventuale intervento militare),
dove migliaia di poveracci hanno rischiato la vita e alcuni l’hanno davvero
persa, nel corso di una arcicommedia di aiuti esibiti contro il governo,
bloccati e come da programma, sostanzialmente sprecati. Operazione umanitaria
finta e operazione politica finita a sua volta male per palese incapacità di
chi doveva gestirla in Venezuela.
PanAm Post racconta
Dal giornale online
statunitense PanAm Post, che racconta una storia che inizia con la lettera al
governo colombiano con cui Guaidó sottrae il coordinamento degli aiuti
umanitari agli esponenti dell’opposizione Juan Manuel Olivares e Gaby Arellano
per affidarlo ai militanti di ‘Voluntad Popular’, il suo partito conservatore
di destra, Kevin Rojas e Rossana Barrera, quest’ultima, cognata del deputato
Sergio Vergara, braccio destro di Guaidó. Nepotismi in casa Maduro, ma è nello
stile latino americano, a quanto sembra. A Kevin e Rossana competeva sopratutto
di gestire i fondi destinati all’accoglienza dei militari disertori, il colpo
di Stato vero contro Maduro, a cui era stato promesso ogni genere di aiuti e di
onori, purché abbandonassero le forze armate del despota e diventassero
‘l’esercito liberatore’ dell’autoproclamato presidente bis di scelta
statunitense.
Guaidó che credeva di
avere un esercito
Ma i due, Kevin Rojas e
Rossana Barrera (e forse lo stesso deputato Sergio Vergara) giocavano sporco.
Molto sporco. Il numero di militari che disertano, non più di 700 reali,
raddoppiati fino ai 1.450, a cui sostenevano di riservare trattamenti
pricipeschi per premiarli e farne dei promoter del futuro esercito
ideal-mercenario di Guaidò. Ora esce fuori che ben 800 mila dollari (in quel
Paese raccontato alla fame) sono stati dilapidati in hotel di lusso,
discoteche, noleggio di aerei per un numero imprecisato di persone , cibo,
alcol e vestiti firmati. E secondo il PanAm Post, Leopoldo López e Juan Guaidó,
benché informati di quanto stessero facendo Rosana Barrera e Kevin Rojas, non
avrebbero preso alcun provvedimento. Quanto agli aiuti umanitari, «almeno il
60% di tutti gli alimenti è andato a male». Come i militari disertori: cacciati
dagli hotel e abbandonati al loro destino.
Anche il concerto
‘umanitario’
Interrogativi e sospetti
sorgono anche sul famoso concerto organizzato il 22 febbraio a Cúcuta
dall’imprenditore britannico Richard Branson, durante il quale erano stati
raccolti 2,4 milioni di dollari che dovevano essere destinati agli aiuti
umanitari «attraverso un investimento sociale sostenibile, efficace e
trasparente», precisa Claudia Fanti. Quattro mesi dopo, nessun rendiconto
sull’utilizzo del denaro. A rinfocolare dubbi e sospetti, la normale cronaca
nera attorno allo strano mondo che è diventato il Venezuela oggi. La notte di
eccessi, alla vigilia del concerto, trascorsa dal deputato Freddy Superlano e
dal suo assistente Carlos José Salinas (poi deceduto in seguito
all’intossicazione da scopolamina) in compagnia di due prostitute, che poi li
avevano derubati di 250.000 dollari in contanti. Un bel po’ di soldi nelle tasche
di quel deputato almeno ‘imprudente’.
Cronacaccia con finale
‘diplomatico’
Ovvio che Maduro accusi
Guaidó di appropriarsi di denaro e beni ‘appartenenti al popolo’. Da che
pulpito viene la predica, possono replicare gli avversari del despota. Ma se invece
fosse? Le disgrazie contrapposte non si sottraggono politicamente l’una con
l’altra. Il capo dello staff di Guaidó, Roberto Marrero, arrestato il 21 marzo.
Persecuzione politica o altro? Esce fuori una certa «Rosana de Cúcuta», sui cui
conti venivano depositati centinaia di migliaia di dollari. Jorge Rodríguez,
ministro di Maduro, consideriamolo pure ‘fonte sospetta’, parla di una indagine
Usa sui vertici nominati da Guaidó per la filiale della società nazionale
petrolifera Pdvsa, la Citgo. 70 milioni di dollari di interessi della società
venezuelana finiti su conti personali. E sapere chi li avrebbe intascati?
Carlos Vecchio, il cosiddetto conto-ambasciatore del Venezuela a Washington.
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