Ci sono persone bellissime che conoscono un sacco di cose
e vivono serene, mettendo una pietra sull’altra, seguendone la vocazione,
oppure carezzando le piante nel bosco, secondo inclinazione, o godendo la
bellezza dei libri da sfogliare, della loro carta piacevole e di quello che
contengono in vita e possibilità. La loro semplicità è balsamo per i nostri
cuori. Ci chiediamo addirittura come mai possano esistere, abituati come siamo
agli imbecilli in doppiopetto, quelli che se la tirano, i profittatori e i
lestofanti, i sedicenti e gli arroganti.
Altre persone, magnifiche, sedute al tavolo di un’osteria dimenticata con lo sguardo lontano nell’orizzonte, o conversando con chi passa da quelle parti, del più e del meno. Scoprendo che spesso “il più o il meno” rappresentano frammenti di filosofia, di una bella meraviglia che ci prende nello sguardo, come scintille di gioia, stupore, miracolo. Ascolteresti per ore, e ti lasceresti ascoltare nel dono piacevole dello scambio. Nello spirito rurale che è speranza futura a fronte di un presente oscuro.
Altre persone, magnifiche, sedute al tavolo di un’osteria dimenticata con lo sguardo lontano nell’orizzonte, o conversando con chi passa da quelle parti, del più e del meno. Scoprendo che spesso “il più o il meno” rappresentano frammenti di filosofia, di una bella meraviglia che ci prende nello sguardo, come scintille di gioia, stupore, miracolo. Ascolteresti per ore, e ti lasceresti ascoltare nel dono piacevole dello scambio. Nello spirito rurale che è speranza futura a fronte di un presente oscuro.
Ci sono persone bellissime sedute sui vagoni perduti di
treni regionali. Guardano il vetro opaco, o sorridono, talvolta sbirciano in un
quaderno o leggono un libro, forse un giornale. Poi prendono il loro sacchetto
di stoffa, raccolgono quello che c’è da raccogliere e scendono come fossero
arrivati nel posto più incredibile del mondo. E sicuramente così è.
E i camminatori. Stanchi e lenti, che non corrono verso la meta, ma la vivono questa meta a ogni passo. Girovaghi del sentimento, si lasciano sorprendere sulla soglia di qualche intuizione magica. Le donne abbronzate del sole del cammino, quelle che alzano il calice alla vita, le signore belle che ballano e cantano canzoni popolari come fossero un inno alla gentilezza.
E i camminatori. Stanchi e lenti, che non corrono verso la meta, ma la vivono questa meta a ogni passo. Girovaghi del sentimento, si lasciano sorprendere sulla soglia di qualche intuizione magica. Le donne abbronzate del sole del cammino, quelle che alzano il calice alla vita, le signore belle che ballano e cantano canzoni popolari come fossero un inno alla gentilezza.
Gentili, i camminatori, i poeti, i filosofi da
bancone, i narratori di cose belle, gli storici del loro paesello, i cantanti
di vecchie canzoni, i vignaioli, i giocatori di carte, le lettrici di tarocchi,
i pensatori, i lettori, le belle donne anziane che si fermano a chiacchierare
dei nipoti e comprano loro libri, la sera per metterli a letto glieli leggono.
Con dolcezza e lentezza. Una ricchezza incontrare questa parte bella
dell’abitare, sapere che è un dono.
Poi ci sono le persone che imprimono il ritmo al
tempo. Quelli
che pensano che un paesaggio sia una perdita di tempo, che la bellezza è in una
piscina lussuosa, che conta solo il potere simbolico del denaro e
dell’arbitrio. Abbronzati e sicuri, mediocri che vanno a mille, tossici di
successo, sfruttatori col sorriso dipinto come una dentiera da squalo.
Sono quelli che hanno ragione. Quelli che contano. Mentre
noi, poveri idioti, ci balocchiamo con la poesia, con la convivialità, con la
lentezza e gentilezza, loro fanno i soldi e determinano stili di vita e,
profitto dopo profitto, hanno già costruito la cattedrale alla bruttezza che
assistiamo, che siamo costretti a tenere presente. Sono quelli che hanno buon
senso, che hanno fondamentalmente ragione, se la ragione è data dal potere. O
dal sottobosco del potere, che è peggio. Perché i più cinici e crudeli sono i
“sottopanza” di ogni sistema, gli incapaci che elevano la loro obbedienza cieca
a regola di vita. E dall’alto della loro ignoranza, con fermezza e ottusità,
insegnano ai sapienti che cosa sia il sapere.
Si può anche riconoscere il loro potere, ma nel contempo non
adeguarsi. Preferirei di no.
Ps.
Per una circostanza favorevole, sabato 22 e domenica 23 mi troverò a discutere del mio microprogetto di cutlura fertile sul territorio, Magnifica Terra, a Radicofani, ospite dell’associazione Pyramid, composta da giovani e giovanissimi che si danno da fare nell’abitare. Tanti ospiti e tante discussioni interessanti e poco scontate sull’abitare in questo tempo. Questo il programma. L’immagine di copertina è tratta dalla grafica di Andrea Pisano per l’evento. Mi piace pensare che si tratti di qualcosa che ha a che fare col Coltivare Cultura.
Per una circostanza favorevole, sabato 22 e domenica 23 mi troverò a discutere del mio microprogetto di cutlura fertile sul territorio, Magnifica Terra, a Radicofani, ospite dell’associazione Pyramid, composta da giovani e giovanissimi che si danno da fare nell’abitare. Tanti ospiti e tante discussioni interessanti e poco scontate sull’abitare in questo tempo. Questo il programma. L’immagine di copertina è tratta dalla grafica di Andrea Pisano per l’evento. Mi piace pensare che si tratti di qualcosa che ha a che fare col Coltivare Cultura.
Nessun commento:
Posta un commento