Roma, genitori e
insegnanti organizzano turni di notte per difendere una mamma rom - Andeas Solaro
A Torrenova, periferia Est di Roma, si sono dati appuntamento maestre e
genitori della scuola frequentata dalla mamma assegnataria di una casa
popolare. Contrastando i militanti di estrema destra arrivati a protestare. E
davanti alle minacce, hanno organizzato turni di notte per non lasciarla sola
«Stavolta i fasci hanno perso», dicono tutti. A Torrenova, periferia Est di Roma,
Suzana e le sue quattro bambine da quattro giorni abitano nella casa popolare
che gli è stata regolarmente assegnata, dopo aver scelto di lasciare il campo
rom di via dei Gordiani. Il 4 maggio, il copione andato in scena è stato lo
stesso di Casal Bruciato, Torre Maura, Pietralata. Un piccolo gruppo della
formazione di estrema destra Azione
Frontale si è dato appuntamento davanti al portone (nonostante il
divieto di manifestare), le camionette della polizia hanno presidiato il
palazzo, e per strada sono volati gli insulti contro la
«zingara» accusata di aver «sorpassato gli italiani nelle graduatorie».
Ma stavolta si è vista anche un’altra
Roma: a sostenere l’ingresso della famiglia rom in casa si sono dati
appuntamento tanti genitori e
maestre della scuola “Simonetta Salacone” frequentata dalle figlie di Suzana,
accompagnati da un presidio del sindacato degli inquilini Asia Usb e dal
movimento dei Blocchi precari metropolitani. E davanti alle minacce di alcuni
vicini e militanti di destra tornare a «riprendersi la casa», su Whatsapp è
subito partita l’organizzazione di
un calendario di turni notturni in modo tale da non lasciare mai sola la donna
con le sue figlie.
«Lei stessa ha paura e ci ha chiesto di rimanere», dice Valentina Sejdic, del
movimento “Kethane – Rom e Sinti per l’Italia”.
«La casa è stata assegnata regolarmente e Suzana ha tutto il diritto di godersi
pienamente la collocazione e far dormire serene le bambine. Per questo la
sosterremo organizzando i turni di notte».
Il 4 maggio, a sostegno dei nuovi inquilini in strada sono scesi anche
alcuni vicini di casa. «Qual è il problema?», ha detto uno di loro. «Vorrà dire
che andrò a prendermi il caffè dalla zingara». Ma tanti altri l’hanno anche
insultata: «Scendi zingara, questa è la tua nuova domiciliazione», ha urlato
qualcuno agitando il cassonetto dell’immondizia, come racconta Il Messaggero. E insieme ai militanti di Azione
Frontale sono arrivati anche due esponenti della Lega capitolina: Pamela Strippoli del
Municipio VI, e il capogruppo del Carroccio in Comune Maurizio Politi. Che ha promesso
di portare in Campidoglio la proposta, simile a quella di Fratelli d’Italia, di
aumentare il punteggio nelle graduatorie per le case popolari per chi ha più
anni di residenza a Roma.
«La casa mi è stata assegnata regolarmente da un bando per cui avevo fatto
domanda», scrive intanto Suzana su Facebook. «Tengo a precisare che lavoro,
mando regolarmente i mie figli a scuola e pago le tasse come tutti i
cittadini». Gli insegnanti della scuola frequentata dalle bambine e i genitori
dei compagni di classe hanno scritto una lettera all’edizione romana di Repubblica. «La
sua scelta di uscire dal campo e intraprendere una vita autonoma ci incoraggia
ad aiutarla», dicono. «Una mamma con quattro bambine che capisce, per il
bene delle proprie figlie, che uscire dal campo rom è importante, che prova con
le sue poche forze a integrarsi e rendersi indipendente. Questa è una sfida!
Dobbiamo riattivare gli anticorpi per reagire collettivamente e impedire a chi
semina odio e violenza di continuare a fare affari alimentando la guerra tra
poveri». L’alternanza dei turni di notte, in Via della tenuta di Torrenova,
intanto continua. E la stessa strategia potrebbe essere messa in atto a Casal
Bruciato, dove un’altra famiglia rom è stata costretta a entrare in casa tra
gli insulti scortata dalla polizia.
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