«Ci
affidiamo ai patroni di questa Europa: San Benedetto da Norcia, Santa Brigida
di Svezia, Santa Caterina da Siena, ai Santi Cirillo e Metodio, a Santa Teresa
Benedetta della Croce. Affidiamo a loro il futuro, la pace e la prosperità dei
nostri popoli». Sostiene che la Madonna li porterà alla vittoria alle prossime
elezioni europee. Bacia il rosario. Ricorda San Giovanni Paolo. Salvini a
Milano è tutt'uno con la sua svolta religiosa che da sempre è caratteristica
principale degli ultraconservatori e delle destre. E ovviamente quando qualcuno
lo accusa di queste ritira fuori il buonsenso. Ed è furbo, Salvini, perché
sa che parlare con le parole dei morti gli evita qualsiasi fatica di dover
dibattere, sa che il rosario usato come feticcio non può rispondere e
ribellarsi e assolutamente consapevole di tutto questo, così com'è consapevole
degli attacchi degli uomini di Chiesa che oggi infatti lo riprendono sui
giornali, gode sommessamente quando la piazza fischia Papa Francesco che già da
tempo ha preso posizione contro le politiche salviniane.
Eppure
c'è la piazza di Milano (la sua Milano, quello dove nasce e cresce
politicamente, da primo consigliere comunale del Carroccio fin da quando
ragazzino proponeva una carrozza della metropolitana riservata agli stranieri)
che non lo accoglie come si sarebbe aspettato. "Siamo gli unici che
riempiono le piazze" dice Salvini e invece non è vero, le immagini
mostrano una piazza Duomo ben lontana dai pienoni che esibisce in ben altre
occasioni.
Ma
Salvini sa che le sue politiche sono contrarie al Vangelo a cui dice di
ispirarsi. È assolutamente consapevole che Giuseppe, Maria e Gesù oggi
marcirebbero su un barcone o verrebbero separati dal suo amico Trump o
rimarrebbero dietro il filo spinato di Orban: il tutto gli serve soltanto per
agire, come una sorta di transfert, sui propri elettori, che oggi potranno dire
che Salvini è anche uomo di chiesa, nell'italianissima accezione di persona
perbene, ora con un buonsenso addirittura certificato da una sfilza
di santi e di madonne come nemmeno i più spregiudicati tra i democristiani si
sarebbero mai sognati di fare.
È
vero, è solo l'ultima di una serie di provocazioni che non smetteranno presto
ed è forse anche vero che riprenderla e risponderne risulti perfino stucchevole
ma vedere sventolare il rosario nella nazione che da mesi ha dichiarato guerra
agli ultimi e ha instillato la guerra tra ultimi e penultimi per ottenere in
cambio una manciata di voti è una cosa che non si può vedere, non si può
ascoltare e parimenti diventa impossibile esimersi dal rispondere: se davvero
volessimo riprendere una visione evangelica dello stato attuale allora Salvini
è Erode, colui che costringe le famiglie diverse e
non allineate a nascondersi, temendo che il suo potere venga
intaccato e sia così in discussione la sua autopreservazione.
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