Non mi piaci. Sono più
grosso di te e di chiunque altro. Quindi, anche se tutti dicono che
sbaglio, ti accuso di qualcosa e ti riduco alla fame. Qualche
negazionista in giro lo trovi sempre, di quelli che agitano il drappo della
democrazia per confonderti la vista e le idee. Ma quanto sta avvenendo tra Usa ed Iran è solo il capitolo più
recente della lunga e ingloriosa storia del colonialismo e dell'imperialismo,
che in Medio Oriente mettono mano da un bel po'.
Come ai primi del Novecento, quando Francia e Regno Unito si divertirono a far nascere a capocchia Stati come Giordania, Arabia Saudita, Siria e Iraq. O nel 1979, quando l'impero sovietico disse agli afghani: tranquilli vi portiamo noi il socialismo. Non ve ne frega niente? Non importa, lo portiamo lo stesso. O nel 2003, quando gli Usa e il Regno Unito decisero di liberare il mondo dalle inesistenti armi di distruzione di massa di Saddam Hussein e devastarono l'Iraq. Come nel 2011, quando Francia e Regno Unito, insieme con gli Usa, pensarono che fosse conveniente disintegrare la Libia. Come nel 2011 ancora, quando i soliti noti pensarono di sfruttare la protesta anti-Assad per cancellare la Siria come Paese unitario e furono a loro volta giocati dalla Russia di Vladimir Putin.
Tanti Piccoli Giochi a replica perenne del Grande Gioco (magistralmente raccontato da Peter Hopkirk, santi subito i suoi libri) che per tutto l'Ottocento oppose, più o meno nelle stesse terre, gli interessi dell'impero inglese a quelli dell'impero russo.
Anche chi non si lascia ricattare da chi davanti parla di valori e dietro spaccia bombe, però, stenta a realizzare due fatti ormai evidenti. Il primo è che il Grande e il Piccolo Gioco si sono sempre giocati almeno a due: Russia e Regno Unito, Francia e Regno Unito, Usa e Regno Unito... Adesso, invece, lo giocano gli Usa da soli ed è un Grandissimo Gioco. Il secondo fatto è questo: gli Usa, quelli di Donald Trump, stanno vincendo.
Nel prendere coscienza degli eventi noi europei siamo molto in ritardo perché ci siamo fregati da soli dando retta alla miriade di salami in barca che hanno trattato Trump da idiota. Nella migliore delle ipotesi, un idiota pagato dai russi. Ora, Trump può anche essere un idiota (ipotesi di scuola, non diventi presidente degli americani se lo sei) ma da qualche parte, accanto a lui, ci dev'essere qualcuno che non lo è per niente. Anzi.
Basta fare un minimo di cronologia. Trump s'insedia alla Casa Bianca il 20 gennaio del 2017 ed eredita la sconfitta più clamorosa di Barack Obama. Un mese prima, infatti, i russi e l'esercito di Assad hanno riconquistato Aleppo, certificando così il fallimento del regime change pianificato per la Siria. Trump o chi per esso, cambia poco, ci mette un attimo a tirare le conclusioni. In maggio è in Arabia Saudita a rifornire di armi il regime che più finanzia il terrorismo islamista, in ottobre annuncia l'intenzione di disdettare l'accordo sul nucleare con l'Iran (lo farà ufficialmente nel maggio 2018). Intanto l'Isis, che dal 2014 campava tranquillo tra Siria e Iraq sotto i bombardamenti di una coalizione di 60 Paesi che non colpivano mai il bersaglio, è diventato un arnese inutile a fronte della vittoria russo-siriana, così viene liquidato. Estinto in pochi mesi tra Raqqa, Mosul e Bargouz, dopo anni di serena residenza nel Califfato. Gli Stati Uniti, che l'hanno armato e sostenuto, si rifanno così una verginità.
Con poche mosse precise e in meno di un anno, l'Idiota ha cambiato tutte le carte sul tavolo del Medio Oriente. È uscito dall'angolo, ha ridisegnato il campo il campo allargandolo fino a una misura impossibile da reggere per la Russia, ha scelto un altro bersaglio (l'Iran al posto della Siria) per ottenere lo stesso scopo (controllare il Medio Oriente attraverso le petromonarchie sunnite), ha impostato e rafforzato un'alleanza inedita (quella tra Israele e Arabia Saudita) che tiene la regione in una morsa fatta di intelligence e capacità militare da un lato e di quattrini senza fondo e gruppi terroristici dall'altro.
Guardate che cosa sta succedendo all'Iran, un Paese di 83 milioni di abitanti dove il 40% della popolazione ha meno di 24 anni. Secondo il Fondo monetario internazionale, le sanzioni Usa hanno fatto crollare l'economia del 4% l'anno scorso e di almeno il 6% quest'anno, mentre l'inflazione galoppa oltre il 50%. Per tenere a galla la barca, la Repubblica islamica avrebbe bisogno che il prezzo del petrolio fosse a 126 dollari per barile, mentre il mercato quota il greggio a 72.In buona sostanza l'idea è: io vi affamo, poi fate un po’ voi. E di nuovo: se non ce l'ha Trump, qualcuno intorno a lui il cervello ce l'ha di sicuro. Certo non quel bestione di John Bolton, che bombarderebbe anche sua madre se lo lasciassero fare e per intanto vorrebbe riempire il Medio Oriente di soldati americani. L'Idiota che fa la politica Usa sa che quel mare di giovani iraniani hanno un fortissimo senso della nazione e che un'aggressione all'Iran non sarebbe una semi-passeggiata come quella contro l'Iraq. Né lì né altrove.
La questione iraniana serve agli Usa per tenere in riga un po' tutti. Prima di tutti l’Unione Europea, che se ne sta con la coda tra le gambe
La questione iraniana, poi, serve agli Usa per tenere in riga un po' tutti. Quando la Casa Bianca disdettò l'accordo del 2015, disse che era necessario farlo perché l'Iran non rispettava i patti. E che le sanzioni avrebbero colpito anche le aziende europee che non si fossero allineate. L'Unione Europea gonfiò il petto e replicò: non è vero, l'accordo funziona, l'Iran fa ciò che deve e noi prenderemo provvedimenti per continuare ad avere relazioni politiche e commerciali con la Repubblica islamica. Infatti. La Ue non ha fatto nulla in proposito e le grandi aziende europee hanno subito messo la coda tra le gambe e sono tornate a casa. Così, mentre l'economia americana va a gonfie vele (e anche qui, pensiamo a tutte le articolesse sul disastro che Trump avrebbe provocato), l'Europa sta col fiato sospeso e fa gli scongiuri affinché la Casa Bianca non vari quei dazi sulle automobili che sarebbero la rovina di Francia e Germania, già toccate dall'inasprimento delle condizioni di export di acciaio e alluminio.
E poi ci sono le sanzioni contro la Russia, la guerra commerciale con la Cina, l'accanimento sul Venezuela, la guerra nello Yemen di cui stentiamo proprio a occuparci, noi europei senza palle ma con grande fame di denaro. Anche adesso gireremmo volentieri lo sguardo mentre c'è una nave carica di armi, la “Bahri Yanbu”, una delle sei della flotta saudita addetta ai trasferimenti di armi, che viene respinta dai porti italiani ma che da mesi fa la spola negli scali Ue per caricare ordigni con cui massacrare i civili yemeniti, per di più viaggiando per gran parte del tempo col transponder spento per non farsi individuare. L'Impero è tornato, insomma, è non c'è nessun Luke Skywalker che possa far saltare la Morte Nera. La politica dell'Idiota fa orrore. Ma porta con sé una novità non da poco: è vincente
Come ai primi del Novecento, quando Francia e Regno Unito si divertirono a far nascere a capocchia Stati come Giordania, Arabia Saudita, Siria e Iraq. O nel 1979, quando l'impero sovietico disse agli afghani: tranquilli vi portiamo noi il socialismo. Non ve ne frega niente? Non importa, lo portiamo lo stesso. O nel 2003, quando gli Usa e il Regno Unito decisero di liberare il mondo dalle inesistenti armi di distruzione di massa di Saddam Hussein e devastarono l'Iraq. Come nel 2011, quando Francia e Regno Unito, insieme con gli Usa, pensarono che fosse conveniente disintegrare la Libia. Come nel 2011 ancora, quando i soliti noti pensarono di sfruttare la protesta anti-Assad per cancellare la Siria come Paese unitario e furono a loro volta giocati dalla Russia di Vladimir Putin.
Tanti Piccoli Giochi a replica perenne del Grande Gioco (magistralmente raccontato da Peter Hopkirk, santi subito i suoi libri) che per tutto l'Ottocento oppose, più o meno nelle stesse terre, gli interessi dell'impero inglese a quelli dell'impero russo.
Anche chi non si lascia ricattare da chi davanti parla di valori e dietro spaccia bombe, però, stenta a realizzare due fatti ormai evidenti. Il primo è che il Grande e il Piccolo Gioco si sono sempre giocati almeno a due: Russia e Regno Unito, Francia e Regno Unito, Usa e Regno Unito... Adesso, invece, lo giocano gli Usa da soli ed è un Grandissimo Gioco. Il secondo fatto è questo: gli Usa, quelli di Donald Trump, stanno vincendo.
Nel prendere coscienza degli eventi noi europei siamo molto in ritardo perché ci siamo fregati da soli dando retta alla miriade di salami in barca che hanno trattato Trump da idiota. Nella migliore delle ipotesi, un idiota pagato dai russi. Ora, Trump può anche essere un idiota (ipotesi di scuola, non diventi presidente degli americani se lo sei) ma da qualche parte, accanto a lui, ci dev'essere qualcuno che non lo è per niente. Anzi.
Basta fare un minimo di cronologia. Trump s'insedia alla Casa Bianca il 20 gennaio del 2017 ed eredita la sconfitta più clamorosa di Barack Obama. Un mese prima, infatti, i russi e l'esercito di Assad hanno riconquistato Aleppo, certificando così il fallimento del regime change pianificato per la Siria. Trump o chi per esso, cambia poco, ci mette un attimo a tirare le conclusioni. In maggio è in Arabia Saudita a rifornire di armi il regime che più finanzia il terrorismo islamista, in ottobre annuncia l'intenzione di disdettare l'accordo sul nucleare con l'Iran (lo farà ufficialmente nel maggio 2018). Intanto l'Isis, che dal 2014 campava tranquillo tra Siria e Iraq sotto i bombardamenti di una coalizione di 60 Paesi che non colpivano mai il bersaglio, è diventato un arnese inutile a fronte della vittoria russo-siriana, così viene liquidato. Estinto in pochi mesi tra Raqqa, Mosul e Bargouz, dopo anni di serena residenza nel Califfato. Gli Stati Uniti, che l'hanno armato e sostenuto, si rifanno così una verginità.
Con poche mosse precise e in meno di un anno, l'Idiota ha cambiato tutte le carte sul tavolo del Medio Oriente. È uscito dall'angolo, ha ridisegnato il campo il campo allargandolo fino a una misura impossibile da reggere per la Russia, ha scelto un altro bersaglio (l'Iran al posto della Siria) per ottenere lo stesso scopo (controllare il Medio Oriente attraverso le petromonarchie sunnite), ha impostato e rafforzato un'alleanza inedita (quella tra Israele e Arabia Saudita) che tiene la regione in una morsa fatta di intelligence e capacità militare da un lato e di quattrini senza fondo e gruppi terroristici dall'altro.
Guardate che cosa sta succedendo all'Iran, un Paese di 83 milioni di abitanti dove il 40% della popolazione ha meno di 24 anni. Secondo il Fondo monetario internazionale, le sanzioni Usa hanno fatto crollare l'economia del 4% l'anno scorso e di almeno il 6% quest'anno, mentre l'inflazione galoppa oltre il 50%. Per tenere a galla la barca, la Repubblica islamica avrebbe bisogno che il prezzo del petrolio fosse a 126 dollari per barile, mentre il mercato quota il greggio a 72.In buona sostanza l'idea è: io vi affamo, poi fate un po’ voi. E di nuovo: se non ce l'ha Trump, qualcuno intorno a lui il cervello ce l'ha di sicuro. Certo non quel bestione di John Bolton, che bombarderebbe anche sua madre se lo lasciassero fare e per intanto vorrebbe riempire il Medio Oriente di soldati americani. L'Idiota che fa la politica Usa sa che quel mare di giovani iraniani hanno un fortissimo senso della nazione e che un'aggressione all'Iran non sarebbe una semi-passeggiata come quella contro l'Iraq. Né lì né altrove.
La questione iraniana serve agli Usa per tenere in riga un po' tutti. Prima di tutti l’Unione Europea, che se ne sta con la coda tra le gambe
La questione iraniana, poi, serve agli Usa per tenere in riga un po' tutti. Quando la Casa Bianca disdettò l'accordo del 2015, disse che era necessario farlo perché l'Iran non rispettava i patti. E che le sanzioni avrebbero colpito anche le aziende europee che non si fossero allineate. L'Unione Europea gonfiò il petto e replicò: non è vero, l'accordo funziona, l'Iran fa ciò che deve e noi prenderemo provvedimenti per continuare ad avere relazioni politiche e commerciali con la Repubblica islamica. Infatti. La Ue non ha fatto nulla in proposito e le grandi aziende europee hanno subito messo la coda tra le gambe e sono tornate a casa. Così, mentre l'economia americana va a gonfie vele (e anche qui, pensiamo a tutte le articolesse sul disastro che Trump avrebbe provocato), l'Europa sta col fiato sospeso e fa gli scongiuri affinché la Casa Bianca non vari quei dazi sulle automobili che sarebbero la rovina di Francia e Germania, già toccate dall'inasprimento delle condizioni di export di acciaio e alluminio.
E poi ci sono le sanzioni contro la Russia, la guerra commerciale con la Cina, l'accanimento sul Venezuela, la guerra nello Yemen di cui stentiamo proprio a occuparci, noi europei senza palle ma con grande fame di denaro. Anche adesso gireremmo volentieri lo sguardo mentre c'è una nave carica di armi, la “Bahri Yanbu”, una delle sei della flotta saudita addetta ai trasferimenti di armi, che viene respinta dai porti italiani ma che da mesi fa la spola negli scali Ue per caricare ordigni con cui massacrare i civili yemeniti, per di più viaggiando per gran parte del tempo col transponder spento per non farsi individuare. L'Impero è tornato, insomma, è non c'è nessun Luke Skywalker che possa far saltare la Morte Nera. La politica dell'Idiota fa orrore. Ma porta con sé una novità non da poco: è vincente
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