(Articolo satirico
dal Corrispondente di Gerusalemme di The Palestine Project – 12 aprile
2019)
SpaceIl, l’industria
aerospaziale israeliana, ha annunciato che il primo veicolo spaziale lunare
israeliano, Beresheet, ha fallito miseramente. “Ci siamo schiantati sulla
superficie della Luna”, ha detto Opher Doron di Israel Aerospace Industries.
Fonti non confermate
affermano che la navicella Beresheet (Genesi in ebraico ) trasportava un’urna
con ossa e campioni di DNA di Theodor Herzl e di David Ben-Gurion,
che dovevano essere seppelliti lì. Ciò avrebbe fornito al governo
israeliano una giustificazione sufficiente per annettere parte della Luna come
un’altra “terra senza un popolo”.
Re Bibi, (Benjamin
Netanyahu), ha dichiarato un mese di lutto. “Speravo che lo sbarco sulla Luna
sarebbe stato un’altra vittoria per il Sionismo e per l’Umanità, (sempre che
questa appartenga a un gruppo religioso specifico, ovviamente)”.
Bibi ha accusato
“l’Asse dell’Antisemitismo di Terzo Tipo per questo sabotaggio, che sarà
ricordato nella storia alla pari con il Mufti che istigava all’Olocausto”, ha
dichiarato oggi un Bibi piangente.
Il primo ministro ha
aggiunto che, data la sua recente vittoria nelle elezioni, avrebbe
immediatamente avviato il processo per annettere il lato ovest della Luna.
“Quelli che si oppongono ad Israele non sono altro che Antisemiti di Terzo
Tipo”, ha ripetuto Bibi per chi non l’avesse ancora sentito.
Coloro che sostengono
che il Sionismo ha creato una fittizia “Palestina, terra senza popolo”
dovrebbero chinare la testa per la vergogna. Nonostante l’allunaggio fallito,
la Luna infatti è un altro esempio che Theodor Herzl aveva ragione.
Le notizie dello schianto
della navicella Beresheet e la successiva annessione della parte ovest della
Luna sono state accolte con grandi celebrazioni in tutti i campi profughi
palestinesi a Gaza, in Cisgiordania, in Libano e in Giordania.
“Ok .. quindi hanno
fallito, ma hanno trovato la loro ‘terra senza un popolo’! Possono per favore
restituirci la nostra terra? “, ha detto Leila, una ragazza palestinese di
terza generazione, nata in esilio.
(Trad Grazia Parolari
“contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” – Invictapalestina.org)
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