sabato 11 maggio 2019

L'Europa è dei giovani, il futuro è loro - Erri De Luca:




Erri De Luca consegna l'Europa ai giovani: "Il loro voto conta più del mio. Hanno in mano il futuro" - Manuela Marasci

Campo-base avanzato. Così Erri De Luca definisce l'Europa oggi: continente dilaniato nel Novecento da due conflitti mondiali, ha riattaccato i suoi cocci ricostituendosi in Unione Europea. E oggi ancora ci si interroga sul suo ruolo, la sua identità, tra rischiose derive e propaganda individualista. "La nuova generazione nata dopo le guerre si è ritrovata inserita in uno spazio comune", ha detto lo scrittore. "Tra poco avremo le elezioni europee: perché il mio voto  dovrebbe contare come quello di un giovane, nato e cresciuto in questo spazio? Il destino dell'Europa appartiene a loro, proseguiranno verso una migliore unione e integrazione".
"Esistono posizioni sovraniste - ha continuato - che, per ipocrisia, non hanno il coraggio di ammettere il loro nazionalismo. Ogni forma di egoismo, in realtà, è in contrasto con quello degli altri. È inevitabile. È la zavorra che l'Europa si porta dietro. Io, il 26 maggio, voterò come se me lo stesse chiedendo un giovane". Poi De Luca ha riflettuto sulle nostre radici e le contaminazioni cui da sempre il popolo italiano è stato sottoposto. "Gran parte del nostro Patrimonio Unesco è venuto dal mare o ha superato le montagne. La facilità di passaggio implica che ci troviamo su percorsi liquidi, aperti". "Il razzismo - ha poi attaccato - è un disturbo del comportando, un errore di percezione della realtà attorno e dentro di sé. È un caso clinico che andrebbe curato con un trattamento sanitario. Purtroppo è pieno di persone che prendono le proprie percezioni come realtà assoluta".
"Chi parla ora di invasione applica un errore semantico: a invadere sono popoli interi, con intenzioni belliche ben precise, non spicciolate di migranti sui barconi". Infine, De Luca, da buon napoletano, ha dedicato un messaggio d'amore alla sua terra natia, nel cuore del Mediterraneo: "Provo profonda gratitudine verso il mare che mi ha cresciuto. Nei tre mesi di sole estivo il mio corpo aumentava di statura. Ora è impensabile che questo mare sia diventato un cimitero, la più grande fossa comune della sua storia".
E, ricordando il periodo di tempo trascorso su una nave di Medici senza Frontiere, a contatto con la sofferenza dei migranti, ha detto: "Il corpo umano che l'attraversa è la sua merce più preziosa, ma non importa se viene consegnata e recapitata a destinazione, tanto è già stata pagata tutta in anticipo. Siamo di fronte al peggior sistema di navigazione della storia umana. E abbiamo, come si direbbe a Napoli, un 'guappo di cartone' che su questo sta facendo campagna elettorale".
"Su quella nave ho visto quanto la forza della disperazione possa superare persino l'istinto materno. Altrimenti non si spiegherebbe il gesto di una madre, che sale col proprio figlio su un barcone, nel cuore della notte".
"Virgilio, nell'Eneide, fa dire da Enea a Didone, ricordando la guerra di Troia, che la sala salvezza dei vinti è non avere nessuna speranza. Possiamo applicare questa massima anche oggi. Le ragioni di chi vuole spostarsi e arrivare in un altro Paese sono più forti di chi vuole respingere: e ce lo insegna la nostra storia, di popolo migrante".
"Sogno - ha concluso - una generazione nuova in Europa, che guarda il cielo, vede le stelle e immagina anche quelle stelle future, ancora in viaggio, che arriveranno".


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