Erri De Luca
consegna l'Europa ai giovani: "Il loro voto conta più del mio. Hanno in
mano il futuro" - Manuela Marasci
Campo-base
avanzato. Così Erri De Luca definisce l'Europa oggi: continente dilaniato nel
Novecento da due conflitti mondiali, ha riattaccato i suoi cocci
ricostituendosi in Unione Europea. E oggi ancora ci si interroga sul suo ruolo,
la sua identità, tra rischiose derive e propaganda
individualista. "La nuova generazione nata dopo le guerre si è
ritrovata inserita in uno spazio comune", ha detto lo scrittore. "Tra
poco avremo le elezioni europee: perché il mio voto dovrebbe contare come
quello di un giovane, nato e cresciuto in questo spazio? Il destino dell'Europa
appartiene a loro, proseguiranno verso una migliore unione e integrazione".
"Esistono
posizioni sovraniste - ha continuato - che, per ipocrisia, non hanno il
coraggio di ammettere il loro nazionalismo. Ogni forma di egoismo, in realtà, è
in contrasto con quello degli altri. È inevitabile. È la zavorra che l'Europa
si porta dietro. Io, il 26 maggio, voterò come se me lo stesse chiedendo un
giovane". Poi De Luca ha riflettuto sulle nostre radici e le
contaminazioni cui da sempre il popolo italiano è stato sottoposto. "Gran
parte del nostro Patrimonio Unesco è venuto dal mare o ha superato le montagne.
La facilità di passaggio implica che ci troviamo su percorsi liquidi,
aperti". "Il razzismo - ha poi attaccato - è un disturbo del
comportando, un errore di percezione della realtà attorno e dentro di sé. È un
caso clinico che andrebbe curato con un trattamento sanitario. Purtroppo è
pieno di persone che prendono le proprie percezioni come realtà assoluta".
"Chi
parla ora di invasione applica un errore semantico: a invadere sono popoli
interi, con intenzioni belliche ben precise, non spicciolate di migranti sui
barconi". Infine, De Luca, da buon napoletano, ha dedicato un messaggio
d'amore alla sua terra natia, nel cuore del Mediterraneo: "Provo profonda
gratitudine verso il mare che mi ha cresciuto. Nei tre mesi di sole estivo il
mio corpo aumentava di statura. Ora è impensabile che questo mare sia diventato
un cimitero, la più grande fossa comune della sua storia".
E,
ricordando il periodo di tempo trascorso su una nave di Medici senza Frontiere,
a contatto con la sofferenza dei migranti, ha detto: "Il corpo umano che
l'attraversa è la sua merce più preziosa, ma non importa se viene consegnata e
recapitata a destinazione, tanto è già stata pagata tutta in anticipo. Siamo di
fronte al peggior sistema di navigazione della storia umana. E abbiamo, come si
direbbe a Napoli, un 'guappo di cartone' che su questo sta facendo campagna
elettorale".
"Su
quella nave ho visto quanto la forza della disperazione possa superare persino
l'istinto materno. Altrimenti non si spiegherebbe il gesto di una madre, che
sale col proprio figlio su un barcone, nel cuore della notte".
"Virgilio,
nell'Eneide, fa dire da Enea a Didone, ricordando la guerra di Troia, che la
sala salvezza dei vinti è non avere nessuna speranza. Possiamo applicare questa
massima anche oggi. Le ragioni di chi vuole spostarsi e arrivare in un altro
Paese sono più forti di chi vuole respingere: e ce lo insegna la nostra storia,
di popolo migrante".
"Sogno
- ha concluso - una generazione nuova in Europa, che guarda il cielo, vede le
stelle e immagina anche quelle stelle future, ancora in viaggio, che
arriveranno".
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