sabato 11 maggio 2019

L’avventura di Steve Bannon in Europa, qualche segreto svelato




L’articolo a firma Alessio Marchionna, giornalista di Internazionale, e Francesca Spinelli, giornalista e traduttrice, nasce dal lavoro comune di un gruppo di giornali europei, Europe’s far right research network, in vista delle elezioni europee 2019. Ne fanno parte, oltre a Internazionale, Falter (Austria), Gazeta Wyborcza (Polonia), Hvg (Ungheria), Libeŕation (Francia) e Die Tageszeitung (Germania). Progetto che ha vinto il premio Concordia-Preise per la libertà di stampa 2019. Proviamo a sintetizzare un lavoro estremamente complesso ed assolutamente interessante dei colleghi.

Alla biblioteca Angelica
Steve Bannon invitato dall’Associazione Lettera 22, alla biblioteca Angelica di Roma, che si definisce in prima linea “contro il politicamente corretto” e per “un’informazione non omologata” e di cui null’altro si riesce a sapere. Più facile capire. Leggiamo che, dopo quaranta minuti di monologo in cui Bannon ripete tutte le parole d’ordine dell’internazionale nazionalista -la difesa dei confini, la riscossa dell’uomo comune, la sinistra al servizio della finanza- è il momento delle domande.

Il consigliere Rai ‘sovranista’
«Giornalisti della carta stampata e della tv (tra cui il consigliere Rai “sovranista” Giampaolo Rossi) si danno il cambio in un’avvincente gara di adulazione dell’ospite. Il più agguerrito è senza dubbio Gennaro Sangiuliano, il direttore del Tg2, che vuole dimostrare di poter essere più “bannoniano” di Bannon». La gara di chi è più a destra, con episodi mortificanti di leccaculismo. E qualche giorno dopo Bannon sarà anche invitato a una discussione con Carlo Calenda, il ‘Guaidò’ del Partito democratico, l’autonominato leader a interim.

Solo circo mediatico?
Dubbi. Come ha fatto un personaggio ormai quasi irrilevante nella politica statunitense a guadagnare tanta visibilità in Europa in così poco tempo? E quale è il suo peso reale sulle politiche di casa nostra? ‘Europe’s far right research network’, segue le tracce dei suoi luogotenenti in Europa. «I due protagonisti dell’exploit comunicativo di Bannon in Europa sono il politico belga Mischaël Modrikamen, che da Bruxelles coordina le attività di The Movement, e il britannico Benjamin Harnwell, direttore dell’ong cattolica Dignitatis humanae institute (Dhi)».

La splendida Certosa di Trisulti
Molta e accurata apparenza. L’imponente villa di Modrikamen a Watermael-Boitsfort, il più ricco dei municipi di Bruxelles, e la splendida Certosa di Trisulti, un monastero tra le montagne della Ciociaria, in provincia di Frosinone. Sul chi paga tanto sfarzo, qualche spunto e molta nebbia. «Modrikamen è un avvocato di successo che da anni tenta di raggiungere la stessa fama in politica. Finora la sua formazione, il Parti populaire, nato nel 2009, non gli ha dato grandi soddisfazioni, ma Modrikamen spera in una svolta alle prossime elezioni politiche belghe, che si terranno il 26 maggio, insieme a quelle europee».Da destra, Harnwell, Steve Bannon, Giorgia Meloni e Modrikamen.

Dopo Trump il mondo
Nasce ‘The Movement’, una fondazione per “fare da ponte tra il movimento lanciato da Trump negli Stati Uniti e i cittadini e i movimenti politici attivi in altri paesi”. Valori, quelli di Trump senza i suoi eccessi caratteriali e interessi personali: «il rispetto dello stato di diritto, la libera impresa, la sovranità delle nazioni, l’efficacia delle frontiere nazionali, la consultazione popolare, la lotta contro l’islam radicale, un approccio scientifico e non dogmatico ai fenomeni climatici e la difesa di Israele in quanto stato sovrano sulla sua terra storica». Ognuno valuti i propositi e la coerenza sui fatti.

Un trampolino in Europa
Steve Bannon scopre la fondazione di Modrikamen attraverso il purtroppo noto Nigel Farage, quello della Brexit che sta facerndo piangere più di mezza Gran Bretagna, e decide di usarla per farne la sua nuova ‘Breitbart’, il braccio mediatico della destra suprematista Usa, con qualche aggiustamento all’europea. Informazione ‘disruptive’, di rottura, anche sul quotidiano belga Le Peuple di Modrikamen, molto simile a Breitbart. Modello Trump anche rispetto a verità e coerenza: importante occupare spazio mediatico sfruttando la vaghezza del progetto e la fama di Bannon.

Estrema destra Usa e in Europa
Secondo Natasha Lennard, di The Intercept, l’estrema destra utilizza spesso il modo in cui i mezzi d’informazione anche progressisti danno spazio ai loro rappresentanti. «È il traguardo principale raggiunto finora da Bannon in Europa», commenta Alvaro Oleart, dell’Institute d’études européennes dell’Université libre de Bruxelles. Hanno voluto influenzare l’agenda dei temi su cui si giocheranno le elezioni europee, alimentando un contesto favorevole all’estrema destra, rafforzando la cornice antisistema e l’accento sull’immigrazione». E i mezzi d’informazione, trasformati loro malgrado in megafoni di un messaggio inconsistente, ma non per questo inefficace.
Il politico belga Mischaël Modrikamen, che coordina le attività di The Movement

The Movement Italia
I legami tra The Movement e i partiti italiani al governo sono mistero. Nel settembre 2018 il ministro dell’interno Salvini ha incontrato Bannon e Modrikamen a Milano. “È con noi”, scrisseil politico belga twittando la foto della stretta di mano, ma da quel momento in poi Salvini ha incontrato altri ‘sovranisti’. «L’anno scorso l’ex consigliere di Trump avrebbe incontrato anche Davide Casaleggio del Movimento 5 stelle e l’ufficio stampa di The Movement sostiene che i cinquestelle saranno invitati all’evento che (forse) si terrà a maggio, ma al momento niente fa pensare che i due gruppi stiano collaborando».

La scuola dei sovranisti
Benjamin Harnwell l’uomo più fidato di Steve Bannon in Italia. «Per lui, un inglese elegante e cordiale che in passato ha lavorato per un deputato conservatore al parlamento europeo, Bannon è una sorta di messia, l’uomo della provvidenza arrivato per redimere l’Europa. Qualche tempo fa la sua determinazione nel realizzare la visione bannonista l’ha portato a trasferirsi nel monastero di Trisulti, sperduto tra le montagne della Ciociaria, e l’ha messo al centro di un’aspra battaglia politica e ideologica che ha coinvolto le comunità locali, il governo regionale, i maggiori partiti politici italiani e le alte sfere del Vaticano».

Il monastero senza frati
La vicenda comincia nel 2017, quando il ministero dei beni culturali decide di dare in gestione il monastero, dove è rimasto ormai solo un monaco di 83 anni. La concessione se l’aggiudica il Dignitatis humanae institute, l’ong cattolica fondata nel 2008 da Harnwell per “difendere le radici giudaico-cristiane dell’occidente”. Centomila euro all’anno per 19 anni, prendersi cura del luogo, consentire le visite. Nel 2018 diventa noto il progetto di Harnwell di creare nella Certosa una scuola di formazione politica di destra con l’aiuto di Bannon, “La scuola dei gladiatori, formare agenti di cambiamento tradizionalisti”, dice Bannon nel dicembre 2018 al Corriere della Sera.

Il cardinale Raymond Burke
C’è anche la frangia più tradizionalista della chiesa cattolica. Compreso il cardinale statunitense ultraconservatore Raymond Burke. Clamore e personaggi quantomeno sospetti. L’opposizione si mobilita, sia al livello locale sia in parlamento. Il Movimento 5 stelle scarica la colpa sul governo precedente ma dice anche che la scuola politica non è compatibile con il progetto di valorizzazione della Certosa, mentre la Lega si schiera con Harnwell. Così la vicenda della Certosa diventa l’ennesimo contenzioso tra le due forze di governo che decidono di non decidere.

Dignitatis humanae institute
Bannon è anche uno dei finanziatori del Dhi, ma Harnwell non vuole far sapere chi altro c’è dietro l’organizzazione. Secondo un’inchiesta di Open Democracy, il Dhi collabora anche con l’Acton institute, un think tank Usa che fonde cristianesimo ultraconservatore e neoliberismo. Problemi di gestione di un luogo così impegnativo e prezioso, assieme l’opacità del progetto della scuola. Partiam partiamo ma per il momento stanno ancora costruendo i gabinetti nella celle del convento. Richieste dei potenziali studenti tante, docenti previsti misteriosi, salvo Bannon, ovviamente.

Il Vaticano che sa e che fa?
«Secondo Massimo Faggioli, docente di teologia negli Stati Uniti, “Bannon sta cercando di stringere delle alleanze in Vaticano, ma non ha una base. Ha qualche contatto, ma poco rilevante». Il cardinale Raymond Burke è il suo principale alleato nella chiesa cattolica. «Non è preso seriamente da nessuno, è una macchietta, l’emblema della parodia antibergogliana». Il vero conflitto tra bergogliani e ultraconservatori si gioca negli Stati Uniti. Sempre Faggioli: “In Italia le attività di Bannon, compreso il progetto della scuola di Trisulti, sono più che altro simboliche. Non risulta un programma a lungo termine. Non c’è un rischio di bannonizzazione del cattolicesimo italiano”.

Troppo americano per l’Europa
Bannon osserva l’Europa con le lenti della politica statunitense, osserva Elia Rosati, docente all’università di Milano ed esperto di partiti e movimenti di destra. «Negli Stati Uniti alle primarie te la giochi in sei mesi, in Europa le dinamiche di potere durano decenni. Matteo Salvini e Marine Le Pen sono entrati nei loro partiti da adolescenti, e nessuno gli deve spiegare come prendersi il partito». Secondo un articolo di Politico uscito nell’ottobre 2018, Bannon avrebbe confessato di aver saputo dell’esistenza del parlamento europeo solo di recente, dopo aver visto dei “fantastici” discorsi di Nigel Farage su YouTube.

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